Ilaria Sula e Sara Campanella, la violenza di genere dilaga tra i giovanissimi
In poche ore l'Italia è stata scossa dalla notizia di due femminicidi, che hanno visto delle giovanissime vittime: due studentesse di 22 anni sono state, infatte, unite dallo stesso triste destino, a causa della violenza di genere. Sara Campanella, accoltellata e uccisa per strada a Messina da un conoscente di 27 anni; e Ilaria Sula, rinvenuta morta in una valigia, poco fuori Roma, uccisa per mano dell'ex fidanzato 23enne. Indice Il quadro di violenza La voce degli studenti e delle studentesse La necessità di azioni concrete Educazione affettiva: il lessico emotivo si impara a partire dalla famiglia L'incapacità di accettare il rifiuto La mobilitazione oggi Il quadro di violenza I due casi di femminicidio dei recenti giorni hanno sconvolto l'opinione pubblica: per le analogie negli sviluppi dei due omicidi, per aver aggiornato il carico di rabbia e dolore lasciato dai femminicidi più eclatanti degli ultimi anni, che hanno visto al centro sempre delle ragazze. Ma soprattutto per il quadro di violenza di genere allarmante nel quale si inseriscono. Come quello Giulia Cecchettin, studentessa 22enne morta per mano dell'ex fidanzato, e coetaneo, Filippo Turetta. O come quello di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa - assieme al bambino che portava in grembo - dal suo compagno e convivente Alessandro Impagnatiello. Secondo i dati diffusi da 'La Repubblica', sono già 11 i casi di femminicidio in Italia dall'inizio del 2025. Nel 2024, secondo il Ministero dell'Interno, 113 donne sono state uccise; di queste, 61 per mano di partner o ex partner e 38 in ambito familiare o affettivo. Nel 2023 i femminicidi erano stati 120. E il fatto che, spesso, l'età media degli aggressori e delle vittime sia particolarmente giovane deve lasciar pensare. I dati parlano chiaro, la rabbia si fa sentire e l'urgenza di un intervento è sempre più un tema caldo. La voce degli studenti e delle studentesse "È successo di nuovo, ancora e ancora. Due vittime in due giorni, due sorelle strappate brutalmente dalla loro vita", ha commentato Bianca Piergentili, Coordinatrice Regionale della Rete degli Studenti Medi del Lazio. Gli studenti, per far sentire le proprie voci, hanno organizzato una mobilitazione a Roma, oggi 3 aprile alle 14:30 in Piazzale Aldo Moro. La necessità di azioni concrete Anche il Consiglio nazionale degli studenti universitari, come riportato da 'Collettiva.it', aveva già richiesto l’impegno del Ministero nei confronti di misure concrete di formazione e prevenzione, dichiara Alessia Conti, Presidente del Cnsu: "Non bastano le lacrime quando scompare una giovane donna a causa di un femminicidio, non ci basta qualche dichiarazione, serve agire celermente, garantendo a tutta la componente universitaria una formazione trasversale sull'educazione alla sessualità e all'affettività". Educazione affettiva: il lessico emotivo si impara a partire dalla famiglia “Gli ultimi terribili femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, uccise entrambe per il loro no, - l’una al partner, l’altra a un ragazzo ossessionato da lei con il quale non c’era stata alcuna relazione - ci riportano alla stessa ‘scena madre’ originaria: l’incapacità di accettare ed elaborare il distacco e l’emancipazione dalla figura materna, passaggio decisivo nella costruzione della propria identità di uomo”, ha commentato Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. L'incapacità di accettare il rifiuto “La rabbia e il passaggio all’atto violento dipendono da questa incapacità di fare i conti con la propria interiorità e di sopportare l’abbandono”, dice ancora la Garante, per concludere: “L’alternativa è l’accettazione della dipendenza dalla madre, la gratitudine per lei e un senso diverso dell’evoluzione di questa relazione primaria. Mentre le ragazze devono imparare a riconoscere per tempo quei segnali – il possesso, la gelosia ossessiva – che preludono al gesto violento. E a chiedere aiuto prima possibile”.

In poche ore l'Italia è stata scossa dalla notizia di due femminicidi, che hanno visto delle giovanissime vittime: due studentesse di 22 anni sono state, infatte, unite dallo stesso triste destino, a causa della violenza di genere.
Sara Campanella, accoltellata e uccisa per strada a Messina da un conoscente di 27 anni; e Ilaria Sula, rinvenuta morta in una valigia, poco fuori Roma, uccisa per mano dell'ex fidanzato 23enne.
Indice
Il quadro di violenza
I due casi di femminicidio dei recenti giorni hanno sconvolto l'opinione pubblica: per le analogie negli sviluppi dei due omicidi, per aver aggiornato il carico di rabbia e dolore lasciato dai femminicidi più eclatanti degli ultimi anni, che hanno visto al centro sempre delle ragazze. Ma soprattutto per il quadro di violenza di genere allarmante nel quale si inseriscono. Come quello Giulia Cecchettin, studentessa 22enne morta per mano dell'ex fidanzato, e coetaneo, Filippo Turetta. O come quello di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa - assieme al bambino che portava in grembo - dal suo compagno e convivente Alessandro Impagnatiello.
Secondo i dati diffusi da 'La Repubblica', sono già 11 i casi di femminicidio in Italia dall'inizio del 2025. Nel 2024, secondo il Ministero dell'Interno, 113 donne sono state uccise; di queste, 61 per mano di partner o ex partner e 38 in ambito familiare o affettivo. Nel 2023 i femminicidi erano stati 120. E il fatto che, spesso, l'età media degli aggressori e delle vittime sia particolarmente giovane deve lasciar pensare.
I dati parlano chiaro, la rabbia si fa sentire e l'urgenza di un intervento è sempre più un tema caldo.
La voce degli studenti e delle studentesse
"È successo di nuovo, ancora e ancora. Due vittime in due giorni, due sorelle strappate brutalmente dalla loro vita", ha commentato Bianca Piergentili, Coordinatrice Regionale della Rete degli Studenti Medi del Lazio. Gli studenti, per far sentire le proprie voci, hanno organizzato una mobilitazione a Roma, oggi 3 aprile alle 14:30 in Piazzale Aldo Moro.
La necessità di azioni concrete
Anche il Consiglio nazionale degli studenti universitari, come riportato da 'Collettiva.it', aveva già richiesto l’impegno del Ministero nei confronti di misure concrete di formazione e prevenzione, dichiara Alessia Conti, Presidente del Cnsu: "Non bastano le lacrime quando scompare una giovane donna a causa di un femminicidio, non ci basta qualche dichiarazione, serve agire celermente, garantendo a tutta la componente universitaria una formazione trasversale sull'educazione alla sessualità e all'affettività".
Educazione affettiva: il lessico emotivo si impara a partire dalla famiglia
“Gli ultimi terribili femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, uccise entrambe per il loro no, - l’una al partner, l’altra a un ragazzo ossessionato da lei con il quale non c’era stata alcuna relazione - ci riportano alla stessa ‘scena madre’ originaria: l’incapacità di accettare ed elaborare il distacco e l’emancipazione dalla figura materna, passaggio decisivo nella costruzione della propria identità di uomo”, ha commentato Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
L'incapacità di accettare il rifiuto
“La rabbia e il passaggio all’atto violento dipendono da questa incapacità di fare i conti con la propria interiorità e di sopportare l’abbandono”, dice ancora la Garante, per concludere: “L’alternativa è l’accettazione della dipendenza dalla madre, la gratitudine per lei e un senso diverso dell’evoluzione di questa relazione primaria. Mentre le ragazze devono imparare a riconoscere per tempo quei segnali – il possesso, la gelosia ossessiva – che preludono al gesto violento. E a chiedere aiuto prima possibile”.