Il Salone del Mobile. “Qui la riscossa dell’Italia. No escalation con gli Usa”
Milano, ieri l’apertura della 63esima edizione della kermesse dell’arredo-design. “Confidiamo che gli americani non vogliano rinunciare al nostro saper fare”

Milano, 9 aprile 2025 – “Il Salone del Mobile deve essere il simbolo della nostra riscossa, di un’Italia che non molla”. L’ha detto forte e chiaro il ministro delle Imprese Adolfo Urso all’inaugurazione della 63esima edizione della manifestazione, davanti alla platea di imprenditori del settore, il meglio del tessuto produttivo, fatto anche di piccole e medie aziende del made in Italy, in fibrillazione per l’incubo dazi imposti da Trump. Gli Usa sono un mercato importantissimo, ma come ha rimarcato il ministro, anche “i consumatori americani riconoscono il nostro saper fare”. E, “confidiamo che non ne facciano a meno”, è la voce che si leva dagli imprenditori. Che guardano con calcolata fiducia e una dose di realismo al futuro. Un atto di resistenza.
“Il Salone è una vetrina straordinaria per saper fare e innovazione, testimonia il ruolo centrale dell’Europa nella competitività globale”, ha detto in un videomessaggio la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. La sfida è fare di più e meglio per generare valore a servizio di una filiera strategica per il sistema produttivo italiano ed europeo. Usando le leve a disposizione, innovazione, ricerca, internazionalizzazione. “Evitando l’escalation di ritorsioni e una guerra commerciale globale”, avverte Urso. La presidente del Salone del Mobile Milano, Maria Porro, osserva che “in un quadro geopolitico sempre più complesso questa edizione del Salone”, con oltre duemila espositori, si conferma “la più autorevole piattaforma internazionale di business: un moltiplicatore, unico al mondo, di capitale relazionale”. In questo contesto “per incrementarne la forza attrattiva, negli ultimi 12 mesi abbiamo svolto 15 missioni all’estero, con il sostegno del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e Agenzia Ice”. Ora, dice, “è fondamentale trovare una via per preservare l’accesso delle nostre imprese al mercato statunitense, il primo mercato extra Ue. Quella in corso è una partita che l’Italia deve giocare al tavolo con l’Europa con una strategia negoziale che eviti l’escalation. Salone rappresenta già da ora – con il 73% degli espositori esteri provenienti da Paesi europei – un atlante di una geografia economica integrata e interdipendente”.
Per il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, l’inaugurazione del Salone del Mobile, rappresenta, più che mai, “un momento fondamentale per il nostro settore” e per la filiera del legno-arredo che ha chiuso il 2024 a quasi 52 miliardi (4,3% del manifatturiero) con un -2,9%, “che ci aspettavamo”. Sui dazi, ha aggiunto a margine della cerimonia del taglio del nastro a cui erano presenti anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, “la preoccupazione è d’obbligo”. Per l’Italia gli Usa sono il primo mercato di esportazione extra Ue e il secondo mercato globale, per un valore di circa 1,7 miliardi, pari al 13% dell’export totale. “Non è chiaro se i dazi saranno confermati e per quanto tempo mantenuti”, ha aggiunto Feltrin. “Il Salone del Mobile è la miglior situazione con cui affrontare questa crisi: ci permette di reagire cercando e rafforzando altri mercati considerati fino a oggi periferici, per recuperare parti di fatturato messi a rischio dai dazi”. Da qui l’appello di Porro, al governo, di “non lasciare sole le imprese italiane”. È l’anno di Euroluce, in fiera sono radunati 306 espositori, tra i migliori brand del settore, 45% dei quali dall’estero. La Biennale restituirà un focus sull’evoluzione della luce negli spazi domestici indoor e outdoor, e nelle città. Atteso il confronto sui temi della progettazione della luce con masterclass, tavole rotonde e relatori da tutto il mondo.
Nei momenti di crisi, sostiene Porro, si deve “investire sul cambiamento e noi lo facciamo con i creativi del SaloneSatellite, e in cultura del progetto, che non è marketing, che non è comunicazione ma è la realizzazione di prodotti di qualità altissima”. Italiani, i più desiderati al mondo.