Il Papa in prognosi riservata. Una nuova crisi respiratoria: "Decisive le prossime 48 ore"

I medici: serviranno a valutare se c’è un peggioramento. Necessaria la ventilazione meccanica. La Santa Sede precisa: "Bergoglio non è stato intubato ed è rimasto sempre collaborativo".

Mar 1, 2025 - 07:29
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Il Papa in prognosi riservata. Una nuova crisi respiratoria: "Decisive le prossime 48 ore"

CITTà DEL VATICANO
La tanto temuta crisi del quadro clinico del Papa si materializza nel primo pomeriggio. L’88enne Bergoglio, ricoverato al Gemelli dal 14 febbraio scorso, dopo giornate di lieve miglioramento e una mattinata trascorsa alternando la fisioterapia respiratoria alla preghiera in cappella nel suo appartamento al decimo piano dell’ospedale capitolino, ha avuto ieri un severo attacco di broncospasmo che rimette in discussione le previsioni più favorevoli su una sua possibile ripresa dalla polmonite bilaterale. Dell’episodio dà conto in maniera dettagliata l’ultimo bollettino diffuso dalla Sala Stampa vaticana.

Francesco, si legge nel comunicato diramato attorno alle 19.15, "ha presentato una crisi isolata di broncospasmo che ha tuttavia determinato un episodio di vomito con inalazione e repentino peggioramento del quadro respiratorio". Fortunamente il Pontefice "è stato prontamente broncoaspirato ed ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi". In questo periodo di grande apprensione per il Papa stesso e per chi gli ha prestato le cure del caso, "è sempre rimasto vigile e orientato, collaborando alle manovre terapeutiche". Inevitabile a questo punto il permanere della "prognosi riservata", nonostante giovedì si fosse aperto un fiebile spiraglio per il suo scioglimento.

Per il Pontefice si tratta della seconda crisi respiratoria dall’inizio del ricovero al Gemelli. Un episodio simile, ma non uguale, si è verificato esattamente una settimana fa, all’indomani della conferenza stampa dell’equipe medica che l’ha in cura. Nell’occasione si era detto che Francesco non era in pericolo imminente di vita, ma "non era fuori pericolo". Tuttavia questa seconda crisi ha avuto conseguenze potenzialmente più gravi. Per i medici è necessario aspettare 24-48 ore per capire "l’evoluzione, gli effetti della crisi di broncospasmo" che nel pomeriggio di ieri ha colpito papa Francesco. Lo riferiscono le stesse fonti vaticane. Con la ventilazione meccanica, il Pontefice comunque "è tornato ai livelli di scambi gassosi precedenti alla crisi", un segnale di per sé confortante. La Sala stampa vaticana precisa che Francesco "non è intubato, indossa solo una maschera di ossigeno".

L’inalazione involontaria di vomito, spiegano fonti mediche, è un fenomeno piuttosto grave che lascia temere come Bergoglio non abbia più il pieno controllo delle vie aeree superiori. Inoltre, può essere responsabile di ulteriori fenomeni infettivi polmonari che vanno sotto il nome di polmonite ab ingestis. Tuttavia, il fatto che sia stato prontamente broncoaspirato fa sperare che questa infezione sia stata scongiurato.

Di certo l’accaduto rappresenta un passo indietro nel cammino di recupero del Santo Padre. Proprio ieri, come a riaffermare la sua volontà di continuare il governo della Chiesa, Francesco aveva licenziato direttamente "Dal Policlinico Gemelli", con la data del 26 febbraio 2025, il messaggio inviato ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche. Ora si sa solo che non sarà lui a presiedere i riti delle Ceneri all’Aventino, mercoledì prossimo, ma il penitenziere maggiore, cardinale Angelo De Donatis. Per il resto, ed è tutto il resto, diventano decisive le prossime ore.