Il mistero della civiltà perduta e i segreti di Chan Chan, il passato antico del Perù
Tappa da non perdere durante un viaggio in Perù: sito archeologico di Chan Chan. Questo rappresenta un capitolo affascinante della storia precolombiana

Nel cuore della costa settentrionale del Perù, tra il deserto e l’oceano, sorge Chan Chan, l’antica capitale dell’impero Chimú – nel periodo di massimo splendore si stima avesse circa 60.000 abitanti ed era uno scrigno d’oro, d’argento e di ceramiche. Questa città di fango, fondata intorno al 1300 d.C. ed estesa su una superficie di 20 kmq, è la più grande dell’America precolombiana e testimonia la grandezza di una civiltà sofisticata e misteriosa, che fiorì per secoli prima di essere conquistata dagli Inca e poi saccheggiata dagli spagnoli.
La storia e il passato di Chan Chan
Attraverso le sue mura, i suoi palazzi e i suoi simboli, Chan Chan racconta una storia di potere, arte e ingegno che ancora oggi affascina tantissimi viaggiatori e archeologi. Dal ricco impero chimú all’arrivo degli spagnoli, nel giro di pochi decenni Chan Chan perse la sua ricchezza. Inoltre a causa delle piene dei fiumi e delle forti piogge – dovute al massacrante fenomeno del Niño – le mura della splendida Chan Chan sono state erose.
La civiltà Chimú: una società stratificata
I Chimú si insediarono lungo la costa settentrionale del Perù intorno al IX secolo d.C., dando vita a un regno che si estese per oltre 1.000 km. La loro società era molto stratificata, con una classe dirigente che risiedeva nelle imponenti cittadelle di Chan Chan – dette anche recinti reali.
In ognuno di questi si trovava un monumento funerario dove il sovrano veniva sepolto con una gran quantità di offerte. Queste comprendevano anche i corpi di decine di giovani donne sacrificate – ritrovati resti – e camere piene di gioielli, ceramiche e tessuti.
I Chimú eccellevano nell’artigianato, producendo ceramiche, tessuti e oggetti in metallo di qualità pazzesca, e svilupparono avanzati sistemi di irrigazione per coltivare le aride terre costiere.
Chan Chan: la città di fango più grande del mondo
Chan Chan aveva un nucleo urbano di 6 kmq. La città era composta da dieci cittadelle – ciudadelas -, ciascuna con palazzi, templi, magazzini e piattaforme funerarie. Le mura erano decorate da bassorilievi che raffiguravano motivi marini. Questo sta a sottolineare l’importante valore dell’oceano, come fonte di sostentamento, nella cultura Chimú: pesci, onde e mammiferi marini sono rappresentati infatti in tutta la città.

Una società stratificata e devota
La popolazione di Chan Chan era suddivisa in classi molto ben distinte. I nobili risiedevano nelle cittadelle – Gran Chimú – , mentre gli artigiani e i contadini vivevano in abitazioni più semplici, spesso usate anche come laboratori. La religione aveva un ruolo centrale: i Chimú veneravano divinità legate all’acqua e al mare e costruivano templi e stagni cerimoniali per onorarle. La luna e il mare avevano un importante ruolo religioso per i chimú.
La caduta di Chan Chan e l’eredità Chimú
Nel XV secolo, l’impero Chimú fu conquistato dagli Inca guidati da Tupac Inca Yupanqui. Chan Chan perse il suo ruolo centrale e fu gradualmente abbandonata. Con l’arrivo degli spagnoli, la città fu poi saccheggiata e molte delle sue ricchezze andarono perdute.
Tuttavia, l’eredità Chimú sopravvive grazie alle testimonianze archeologiche e storiche e nell’influenza culturale che ha lasciato nella regione.
Chan Chan oggi: tra conservazione e turismo

Nel 1986, il sito archeologico peruviano di Chan Chan è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ma Chan Chan è anche inserita nella lista dei siti in pericolo a causa dell’erosione e delle minacce ambientali. Gli sforzi di conservazione si concentrano sulla protezione delle strutture in adobe e sulla gestione sostenibile del sito. I visitatori possono esplorare il Palazzo Tschudi, l’unica cittadella aperta al pubblico, e ammirarne i dettagli architettonici che narrano la storia di questa straordinaria civiltà.
Chan Chan rappresenta un capitolo affascinante della storia precolombiana, un luogo dove il grande passato prende vita tra le mura di fango e le decorazioni scolpite. Esplorare questa antica città significa addentrarsi in un mondo di misteri, arte e intelletto che continua a ispirare e a meravigliare tantissime persone ogni anno.
Il complesso di Tschudi
Il complesso di Tschudi, che deve il suo nome un naturalista svizzero, è il solo settore di Chan Chan parzialmente restaurato nel tempo – il muro esterno ne è un esempio. In futuro è possibile che anche altre zone vengano sistemate e aperte ai visitatori ma al momento, in quanto non sorvegliate e messe in sicurezza, risultano pericolose.
- Detto anche Palacio Nik-An, il complesso di Tschudi si apre intorno all’immenso Cortile Cerimoniale. I suoi muri interni, spessi 4 m, sono decorati con motivi geometrici restaurati. I disegni, visibili a livello del terreno vicino alla porta di accesso, raffigurano tre o quattro lontre. Questi sono gli unici originali e hanno un aspetto non molto raffinato.
- Una scala, posta alla fine del cortile, permette di salire al piano superiore. Al momento questo passaggio non è accessibile per sedie a rotelle.
- Alla fine del muro esterno il percorso prosegue attraverso le labirintiche Sale delle Udienze, la cui importanza è resa nota dalla quantità e qualità delle decorazioni. Queste infatti hanno gli ornamenti più singolari di Tschudi.
- Andando avanti si incontra il Secondo Cortile Cerimoniale. Dal suo retro si può ammirare quella che oggi si definisce grande depressione rettangolare ma che in realtà era un pozzo che riforniva di acqua la cittadella reale.
- Sulla sinistra è localizzata un’area con varie decine di cellette in rovina: questo è detto Settore Militare. Accanto c’è il Mausoleo, dove le spoglie del sovrano venivano seppellite con sacrifici umani e oggetti cerimoniali.
- Infine si può ammirare la Sala delle Assemblee. A pianta rettangolare con 24 sedili inseriti in altrettante nicchie disposte lungo le pareti, ha eccellenti caratteristiche acustiche: chi parla stando seduto in una qualsiasi delle nicchie può essere udito in tutta la sala.
Informazioni per la visita
All’entrata del complesso di Tschudi, vicino alla biglietteria, i viaggiatori possono trovare:

- il piccolo Museo de Sitio Chan Chan (accesso libero con il biglietto per Chan Chan), con informazioni in inglese e in spagnolo – consigliato prendere una guida. Questo museo ospita mostre che illustrano Chan Chan e la cultura chimú. Al suo interno si trovano tante fotografie aeree e cartine che mostrano l’incredibile estensione di Chan Chan e qui ogni 30 minuti c’è uno spettacolo di luci e suoni in spagnolo,
- negozianti di souvenir e snack,
- servizi igienici,
- alcune guide – anche se il complesso è ben segnalato quindi l’ingresso è anche possibile senza guida.
Il biglietto d’ingresso per Chan Chan è valido anche per i siti chimú di Huaca Esmeralda e Huaca Arco Iris.
Consigliato indossare scarpe comode, cappello, portare acqua e mettere una protezione solare.
I bus locali per Chan Chan partono da Trujillo, nella regione di La Libertad, lungo la costa nord del Perù, con intervalli di pochi minuti e fermano all’angolo tra España ed Ejército e a quello tra España e Industrial – bisogna comunicare all’autista che si vuole scendere al sito.
In alternativa ci si può muovere in taxi sempre da Trujillo che costa circa S10 – contrattare prima di partire – o si può affittare una macchina e guidare per circa 10 minuti lungo l’autostrada che porta a Huanchaco.
L’escursione dura circa mezza giornata e può essere abbinata a una passeggiata sul caratteristico lungomare di Huanchaco.