“Il mio capo ufficio misogino e sgradevole”
Un nuovo lavoro soddisfacente, ma in un ambiente diventato tossico. «Sto pensando di cambiare impiego, vorrei almeno reagire a tono. Come?»

Cara Caterina,
non vorrei sembrarti una brutta persona ma ti scrivo perché dentro di me si sta facendo sempre più forte un desiderio di rivalsa, un bisogno di giustizia personale. Vorrei trovare un modo per “vendicarmi” del mio capo, qualcosa che possa darmi una sensazione di soddisfazione, di riscatto... Non sto cercando nulla di
estremo o scorretto, ma qualcosa che ribalti questa sensazione di impotenza che sto vivendo ogni giorno. Ti spiego. Da qualche mese lavoro in una nuova azienda. Appena arrivata, ho percepito immediatamente che il mio capo non era esattamente carino. È un uomo con atteggiamenti fortemente misogini e razzisti. Non lo nasconde neanche troppo: lancia battute infelici e fa commenti sgradevoli. Credo che si possa parlare di
mobbing. In più occasioni mi ha messa in difficoltà davanti agli altri, scrivendo mail in cui mi critica per
dettagli irrilevanti o mi ridicolizza, e sempre mettendo in copia persone che non hanno nulla a che vedere con l’argomento, quasi fosse un teatrino. Ma la cosa che trovo più ingiusta è che, spesso, queste critiche sono legate a comportamenti o scelte personali che faccio fuori dall’orario di lavoro, nella mia vita privata. La situazione sta diventando pesante da sostenere, al punto che ho iniziato a guardarmi intorno, a pensare di cambiare lavoro. E la cosa mi fa rabbia, perché il mio ruolo, le
mansioni che svolgo, mi piacciono. Non vorrei andarmene con l’amaro in bocca, con la sensazione di essere stata sconfitta o spinta via. Per questo sto cercando una forma di rivincita. Un gesto anche piccolo, ma simbolico, che mi aiuti a chiudere questo capitolo. Ti prego aiutami a trovare un’idea intelligente, grazie
Asia
Cara Asia,
mi dispiace per questa situazione ... trovo assurdo che ci siano ancora persone che nel 2025 si permettono di trattare una donna con sufficienza solo perché sono in una posizione di comando. Mi raccomando tieni traccia di tutto: dei messaggi, delle email, annota i suoi comportamenti negativi nei tuoi confronti e verso le colleghe, non si sa mai che un giorno ti possano servire.
Sai cosa farei se fossi in te?! Ogni volta che il tuo capo dice qualcosa di sgradevole, non reagire subito. Guardalo con calma e digli che non hai capito bene, che ti ripeta la frase. La prima volta potrebbe ancora sentirsi sicuro, quasi spavaldo. Ma la seconda, ti assicuro, sarà tutta un’altra storia: dovrà fare i conti con il peso reale di quelle parole e con quanto siano inappropriate. Spesso non serve alzare la voce: è molto più potente costringerli a specchiarsi in quello che hanno appena detto. L’imbarazzo, il silenzio che seguirà, quella frazione di secondo in cui capirà quanto è piccolo ad essersi rivolto a te in quel modo… valgono oro. È un gesto semplice, ma che funziona sempre, vedrai come rimarrà spiazzato.
Oppure se vuoi fargli passare una brutta giornata, come dici tu fargli una piccola vendetta simbolica, cambiagli le impostazioni del computer durante la pausa pranzo, mettigli la tastiera in giapponese, modifica la velocità del mouse. Sono piccole cose, nulla di grave ma che gli renderanno davvero la giornata un inferno.
L’importante è che tu non dimentichi il tuo valore, non è che se sul tuo percorso hai trovato una persona negativa vuol dire che tutti saranno così o che tu sei come ti vede o descrive questa persona. Per il momento resisti, ma sì, se ne hai la possibilità cerca di trovare un posto dove tu possa stare bene.
Ti auguro davvero di trovare presto un contesto lavorativo migliore, dove le tue capacità vengano riconosciute e dove tu possa sentirti finalmente al tuo posto, senza doverti difendere ogni giorno.
Un saluto,
Cate