Il ministro Schillaci e la guerra delle liste d’attesa con le Regioni: «Il problema non è la legge ma chi non la applica»

Il responsabile della Salute: nel Lazio sono aumentate le prestazioni erogate nei tempi di garanzia, passando da un’attesa media di 42 giorni a 9 giorni L'articolo Il ministro Schillaci e la guerra delle liste d’attesa con le Regioni: «Il problema non è la legge ma chi non la applica» proviene da Open.

Apr 19, 2025 - 07:12
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Il ministro Schillaci e la guerra delle liste d’attesa con le Regioni: «Il problema non è la legge ma chi non la applica»

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«La piattaforma di monitoraggio Agenas è attiva e sta raccogliendo dati anche se con livelli di completezza diversi. Alcune Regioni li stanno riportando in modo puntuale e completo, altre sono in fase di adeguamento dei propri sistemi informativi. Emerge un quadro a macchia di leopardo. Ci sono realtà dove i tempi d’attesa si stanno riducendo significativamente: nel Lazio sono aumentate le prestazioni erogate nei tempi di garanzia, passando da un’attesa media di 42 giorni a 9 giorni, in altre persistono criticità importanti. Il problema non è la legge ma chi non la applica». Il ministro della Salute Orazio Schillaci in un’intervista al Corriere della Sera dice che sulle liste d’attesa in sanità non c’è una guerra. E nessuno nell’esecutivo vuole punire le Regioni.

L’obiettivo

Secondo Schillaci c’è un confronto legittimo sui poteri sostitutivi. «L’obiettivo non è punirle, ma garantire che i cittadini possano vedere rispettato il loro diritto alle cure nei tempi appropriati. La legge prevede già procedure e criteri ben definiti», spiega. «La sanità non è una questione di appartenenza politica. Il confronto avviene su un piano tecnico e istituzionale, non ideologico. È un processo dialettico normale in un sistema complesso come il nostro. Continuo a credere che così arriveremo a una sintesi, perché l’obiettivo è comune: migliorare il servizio per i cittadini. Le farei ascoltare le telefonate di alcuni, in merito alla barricata, e noterebbe notevoli differenze. C’è la volontà di dialogare in modo costruttivo, senza pretesti per ostacolare i miglioramenti», aggiunge.

Le modifiche al decreto

Schillaci non risponde sulla possibilità di modificare il decreto attraverso un Dpcm per cambiare i criteri di commissariamento: «Ogni confronto serio deve partire da un presupposto: i cittadini hanno diritto a ricevere prestazioni sanitarie nei tempi indicati dalle classi di priorità prescritte dal medico. Se ci sono suggerimenti per rendere più equilibrato il percorso che porta ai poteri sostitutivi, li valuteremo con attenzione, ma senza compromettere l’efficacia dell’intervento».

Ma, aggiunge, «la normativa prevede che, in assenza di intesa dopo un congruo periodo di confronto, il governo possa procedere. Ci sono 30 giorni di tempo. Bisogna lavorare perché le prerogative di tutti siano rispettate, soprattutto quelle dei cittadini. Le liste chiuse, i tempi lunghissimi di attesa che però scompaiono se si accetta di pagare la prestazione privata, le disponibilità trovate all’istante davanti a una troupe giornalistica non possono più essere tollerati. Il decreto liste d’attesa è già legge dello Stato, ora si tratta di renderlo pienamente operativo».

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