Il Madagascar sta costruendo un’autostrada in mezzo alla foresta, nonostante le proteste
Il governo del Madagascar, nonostante le criticità per l’impatto ambientale, sta costruendo un’autostrada che collegherà la capitale Antananarivo al porto di Toamasina, sito a 260 chilometri di distanza. L’infrastruttura, definita strategica dall’esecutivo e secondo molti indispensabile per lo sviluppo del Paese, attraverserà aree ecologicamente sensibili come la foresta di Anjozorobe Angavo e il sito UNESCO […] The post Il Madagascar sta costruendo un’autostrada in mezzo alla foresta, nonostante le proteste appeared first on L'INDIPENDENTE.

Il governo del Madagascar, nonostante le criticità per l’impatto ambientale, sta costruendo un’autostrada che collegherà la capitale Antananarivo al porto di Toamasina, sito a 260 chilometri di distanza. L’infrastruttura, definita strategica dall’esecutivo e secondo molti indispensabile per lo sviluppo del Paese, attraverserà aree ecologicamente sensibili come la foresta di Anjozorobe Angavo e il sito UNESCO della Collina Reale di Ambohimanga. Più di cento organizzazioni della società civile hanno chiesto la sospensione dei lavori, ricordando le conseguenze delle ultime inondazioni che hanno danneggiato migliaia di agricoltori.
La prima sezione dell’autostrada, lunga 80 chilometri, è in costruzione dalla capitale fino ad Anjozorobe. Finanziata dallo Stato malgascio e realizzata dall’impresa egiziana Samcrete Holding, dovrebbe essere completata entro dicembre 2025. Questa tratta attraversa il corridoio forestale sensibile di Anjozorobe-Angavo e lambisce la collina reale di Ambohimanga, patrimonio UNESCO legato al popolo Merina. La seconda fase, che coprirà il tratto restante fino a Toamasina, sarà invece finanziata con 325 milioni di dollari dalla Banca araba per lo sviluppo economico in Africa (BADEA), con il supporto previsto anche del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Il progetto, inaugurato ufficialmente alla fine del 2022, è al centro di un acceso dibattito. Più di cento organizzazioni ambientaliste e per i diritti umani si sono recentemente riunite per denunciarne le criticità. La Voahary Gasy Alliance, piattaforma di riferimento della società civile malgascia guidata da Ndranto Razakamanarina, ha assunto un ruolo guida nella mobilitazione. Durante un incontro con i membri dei team ministeriali presenti all’incontro, Razakamanarina ha esortato i funzionari a non accettare passivamente «decisioni dall’alto», ma a promuovere soluzioni più sostenibili. Le critiche si sono intensificate dopo che le forti piogge tra gennaio e febbraio hanno causato gravi danni lungo il tracciato in costruzione. Torrenti di fango rosso si sono riversati nelle risaie e nelle pianure, distruggendo raccolti e minacciando le abitazioni. Secondo un comunicato diffuso il 5 marzo 2025 da decine di associazioni e rappresentanti delle popolazioni locali, circa 500 famiglie avrebbero già subito perdite significative.
«Il progetto non deve essere sinonimo di brutali sequestri di terre, insicurezza alimentare, distruzione dei mezzi di sussistenza o degrado irreversibile degli ecosistemi», si legge nella nota, che ha chiesto la sospensione immediata dei lavori per permettere una consultazione inclusiva. Nonostante le proteste, il governo ha ribadito la sua determinazione a proseguire. Volamiranty Donna Mara, ministro della comunicazione e della cultura, ha dichiarato che l’autostrada rappresenta un passo verso una crescita inclusiva e sostenibile, in grado di ridurre le emissioni, favorire l’accesso alle aree isolate e accelerare i tempi di percorrenza. Anche il ministro dei lavori pubblici Richard Rafidison ha difeso il progetto, assicurando che è stata effettuata una valutazione d’impatto ambientale e che «tutti gli standard richiesti sono stati rispettati». Ha inoltre riconosciuto l’insabbiamento delle risaie come “accidentale” e garantito che Samcrete sta preparando un piano di risarcimento per le famiglie colpite.
Il governo ha promesso una grande consultazione pubblica per novembre, al fine di definire il percorso delle prossime due fasi del progetto. Le consultazioni preliminari si sono svolte online nei mesi scorsi, ma secondo i critici, sono state poco trasparenti e scarsamente inclusive. La vicenda ha avuto risonanza anche a livello internazionale. Durante il vertice sul clima di fine 2024 in Azerbaigian, 35 eurodeputati hanno scritto al FMI chiedendo di riesaminare il proprio sostegno al progetto, in considerazione degli impegni del Madagascar sulla resilienza climatica e del fatto che i Paesi UE detengono circa il 31% delle quote del Fondo.
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