Il fascino inimitabile di Venezia: una città che galleggia (letteralmente) su una foresta sommersa

Venezia, una delle città più affascinanti al mondo, sembra fluttuare sulle acque della laguna, ma la sua esistenza si basa su un capolavoro di ingegneria antica. Le fondamenta della città sono costituite da milioni di pali di legno infissi nel terreno lagunare, un sistema che ha permesso la costruzione di palazzi, chiese e ponti senza...

Mar 13, 2025 - 23:16
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Il fascino inimitabile di Venezia: una città che galleggia (letteralmente) su una foresta sommersa

Venezia, una delle città più affascinanti al mondo, sembra fluttuare sulle acque della laguna, ma la sua esistenza si basa su un capolavoro di ingegneria antica. Le fondamenta della città sono costituite da milioni di pali di legno infissi nel terreno lagunare, un sistema che ha permesso la costruzione di palazzi, chiese e ponti senza che questi sprofondassero nel suolo instabile.

La storia di questa tecnica risale al V secolo d.C., quando gli abitanti delle terre vicine cercarono rifugio nelle isole della laguna per sfuggire alle invasioni barbariche. Per rendere abitabili queste aree paludose, si adottò una soluzione innovativa: la costruzione di fondazioni profonde basate su pali di legno.

Questi tronchi, spesso di ontano, larice, quercia e pino, venivano conficcati nel fango e nella sabbia fino a raggiungere strati più compatti e stabili. Il legno, immerso costantemente nell’acqua e privo di ossigeno, non subiva il naturale processo di decomposizione, ma si induriva nel tempo, diventando un supporto duraturo.

C’è anche il problema dell’acqua salmastra che risale

La tecnica di infissione dei pali prevedeva l’uso di strumenti pesanti per battere il legno nel terreno, creando una fitta rete di supporto. Sopra questi pali veniva poi posato uno strato di pietrame e tavolati in legno, che distribuiva uniformemente il peso delle strutture superiori.

Questo metodo garantiva stabilità e resistenza, consentendo la costruzione di edifici maestosi come la Basilica di San Marco, il Campanile e il Ponte di Rialto. Per esempio si stima che il solo Campanile di San Marco poggi su circa 100.000 pali di legno.

Nonostante l’apparente eternità di questo sistema, nel tempo sono stati osservati fenomeni di degrado, principalmente causati da batteri anaerobi capaci di deteriorare lentamente il legno immerso nel fango. Per contrastare questo problema, negli ultimi anni sono stati sviluppati interventi di consolidamento e tecniche di costruzione alternative che prevedono l’uso di materiali moderni come il calcestruzzo.

Oltre ai pali sommersi, un’altra sfida strutturale per Venezia è rappresentata dall’acqua salmastra, che risale nei mattoni degli edifici, depositando sali che ne causano la frattura nel tempo. Per proteggere le costruzioni, tradizionalmente si utilizza la pietra d’Istria, una roccia calcarea compatta che impedisce la risalita dell’umidità.

La straordinaria ingegneria di Venezia testimonia l’ingegno umano nel trasformare un ambiente ostile in una delle città più iconiche e affascinanti al mondo, un esempio unico di innovazione architettonica che tutti quanti ci invidiano.

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Fonte: Construction and Building Materials

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