Il destino in bilico del NED (National Endowment For Democracy) e l’eterna presenza di Victoria Nuland

La scelta del Presidente Trump di ridurre finanze, potere e ruolo che l’agenzia UsAid (United States Agency for International Development)[1] ha avuto nella gestione delle relazioni internazionali negli ultimi decenni, […]

Feb 14, 2025 - 10:49
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Il destino in bilico del NED (National Endowment For Democracy) e l’eterna presenza di Victoria Nuland

La scelta del Presidente Trump di ridurre finanze, potere e ruolo che l’agenzia UsAid (United States Agency for International Development)[1] ha avuto nella gestione delle relazioni internazionali negli ultimi decenni, pone forti interrogativi anche sul futuro di altre organizzazioni americane con fini filantropici consimili; in particolare il NED (National Endowment for Democracy) rischia di scomparire o di subire un grave ridimensionamento.

Sulla stampa di area conservatrice americana, hanno iniziato a comparire già da qualche mese articoli dove si invitano Elon Musk e il DOGE (Department of Government Efficiency), che sarebbe stato istituito di lì a breve (il 20 gennaio scorso), a prendere in seria considerazione il NED per la riduzione delle spese federali nel 2025, in quanto rappresenta una “voragine per i soldi dei contribuenti americani” e anche a ragione di tutta una serie di motivi assai criticamente analizzati e riguardanti le funzioni della suddetta fondazione e i suoi tentacoli sul mondo1.

Già nel 2018, in verità, Trump aveva proposto di ridurre i finanziamenti al NED; l’operazione tuttavia allora non riuscì per le accuse di volere così negare il sostegno alla affermazione della democrazia all’estero e di avere, al contrario, una inclinazione di simpatia verso regimi autoritari2, accuse che gli piovvero addosso da quelle stesse oligarchie neoliberiste che macchinarono poi per farlo fuori nel 2020.

D’altronde l’idiosincrasia tra i due ambienti si è manifestata a più riprese negli anni, che hanno visto funzionari e collaboratori del NED dichiarare il loro disappunto all’ipotesi di una rielezione di Donald Trump e di una sua nuova amministrazione, oltreché l’impossibilità concreta di una collaborazione, per gravi divergenze di opinioni intorno a questioni dirimenti, come la faccenda Ucraina.

Il quadro già abbastanza delicato degli equilibri interni al potere statunitense viene ulteriormente complicato dalla presenza di Victoria Nuland, figura importantissima dello stato profondo americano, che ha appena ripreso la sua attività di membro del Consiglio di Amministrazione della fondazione, dopo che averne fatto parte dal 2018 al 2021, per poi diventare, sotto l’amministrazione Biden, prima Sottosegretario di Stato per gli affari politici e poi vicesegretario di Stato ad interim.

La forte presenza sulla scena politica americana del ritrovato membro del Consiglio della fondazione è testimoniata dal Presidente del NED, Damon Wilson, il quale ha affermato che “il suo impegno (della Nuland, n.d.r.) per la democrazia, durato tutta la vita, sarà una preziosa aggiunta al consiglio dell’organizzazione3 […]”.

Ma lasciamo momentaneamente la Nuland e vediamo di capire di cosa si occupa il NED.

Sul sito ufficiale dell’organizzazione si legge in prima pagina: “fondazione privata senza scopo di lucro dedicata alla crescita e al rafforzamento delle istituzioni democratiche in tutto il mondo. Ogni anno, NED eroga più di 2.000 sovvenzioni per supportare i progetti di gruppi non governativi all’estero che lavorano per obiettivi democratici in più di 100 paesi”4.

Proviamo a tradurre: fondato nel 1983 sotto la presidenza Reagan, da Carl Gershman e Allen Weinstein, un diplomatico e uno storico statunitensi, il NED è tecnicamente un’organizzazione senza fini di lucro e indipendente, ma tuttavia finanziata direttamente dal Congresso degli Stati Uniti; è una diretta emanazione della CIA, dove è stata progettata e messa in piedi.

Come ammesso dallo stesso Gershman nel 1991, “facciamo alla luce del sole quello che la CIA invece faceva di nascosto 25 anni fa”, cioè i colpi di stato in tutto il mondo, al fine di piegare la politica mondiale al volere e agli interessi americani; e prosegue: “La differenza più grande è che quando tali attività vengono svolte apertamente, il potenziale di scandalo è prossimo allo zero. La trasparenza è la sua stessa protezione”5.

L’operato della fondazione si ispira al pensiero del politologo americano Gene Sharp, che teorizza, fin dai primi anni settanta, l’applicazione di metodi apparentemente non violenti nelle azioni di sovversione politica6, e fondatore a sua volta nel 1983 dell’Albert Einstein Institution, ONG che ha lo scopo, si legge sul sito ufficiale, di “[…] promuovere lo studio e l’uso dell’azione nonviolenta strategica nei conflitti7 […]”, in pratica, di studiare e insegnare metodi rivoluzionari per abbattere quelle che la stessa istituzione ritiene o dichiara essere dittature; in questo contesto, la “nonviolenza”, per diretta ammissione di Sharp, non è una scelta etica e non riguarda il pacifismo, ma è lo studio di un metodo per gestire il potere.

In altre parole, il NED, come le migliaia di istituzioni, fondazioni e organizzazioni collegate o direttamente da esso promanate come tante matrioske, è la maschera umana che cela il volto maligno del governo degli Stati Uniti e che sovverte regimi e interferisce negli affari interni di altri Paesi.

Per avere un’idea della quantità di denaro, della vastità del numero delle fondazioni partorite e finanziate e la capillarità della penetrazione in tutto il mondo, data la vaghezza delle informazioni in merito sul loro sito, vale la pena una anche superficiale consultazione dell’elenco e del database preparato da ricercatori indipendenti, che trovate tra le fonti in nota.8 e 9

I metodi messi a punto negli ultimi decenni nelle varie esperienze di propaganda e disinformazione – attraverso il finanziamento a siti, stampa e televisioni antigovernative in Brasile, Cuba, Cina, Russia, Taiwan e nel contesto di rivoluzioni colorate, tentativi di colpi di stato e di sovversione politica, dalla Serbia alle “primavere arabe”, dalla Georgia al Venezuela e alla Bolivia, dal Nicaragua fino all’Ucraina – si esplicitano nell’attuazione di infiltrazioni ideologiche, nell’istigazione di divisioni e conflitti interni e nella manipolazione dell’opinione pubblica: si fanno nascere e si finanziano organizzazioni di opposizione, attraverso metodi teorizzati e standardizzati, si istruiscono i protagonisti sia in loco, che anche direttamente negli Stati Uniti d’America e lì si riforniscono di materiale propagandistico; a ciò si fa seguire il totale supporto politico occidentale e quello mediatico di primo flusso informativo e di tutta l’informazione che non riesce a sfuggire al controllo del potere.

Insomma, sotto le mentite spoglie dell’esportazione della “democrazia e dei diritti umani”, si nasconde l’attuazione di politiche intimidatorie ed eversive che, invece di contribuire al progresso universale attraverso il rispetto delle diversità e degli interessi di tutti, violano la sovranità degli Stati, sobillano i popoli, fomentano scontri civili e guerre, con buona pace di libertà, democrazia, giustizia, sviluppo e pace tra i popoli, al fine di espandere gli interessi economici e le zone di influenza politica e militare degli Stati Uniti e delle oligarchie globaliste occidentali.

Il NED, in sintesi, da quarant’anni si fa carico, alla luce del sole, di gran parte del lavoro che prima la CIA svolgeva segretamente in paesi di interesse strategico americano: un’organizzazione terroristica che apre la strada alle interferenze politiche occidentali in paesi non allineati, finalizzate a cambi di regime.

A tal proposito, vale la pena citare almeno una delle organizzazioni emanate da questo ambiente criminale, la CANVAS, inserita nel 2014 dal governo degli Emirati Arabi Uniti nella lista delle organizzazioni terroristiche. Nata in Serbia nel 2004 per opera di Srđa Popović e attiva in moltissimi paesi in tutto il mondo, CANVAS è attualmente un punto di riferimento sia mondiale, per chiunque voglia pianificare un’attività di sovversione antidemocratica nel proprio paese, che strategico, per l’Occidente globalista e guerrafondaio10.

Torniamo a Victoria Nuland.

La Nuland ha una grande esperienza in merito. La ricordiamo direttamente coinvolta, con lo “stivale sul terreno”, nella “rivoluzione di piazza Maidan” del 2014 in Ucraina.

E, da vera campionessa della teoria e della pratica della fondazione NED, riesce a dichiarare apertamente e a rendere visibile anche, come direbbe Tacito, “ciò che il buio della notte cela”.

Il 10 settembre 2024, durante un’intervista rilasciata al giornalista russo Mikhail Zygar11, confessò che a far saltare le trattative tra Russia e Ucraina nell’incontro di Istanbul del marzo 2022 furono gli americani e i britannici, dichiarando inoltre che il motivo che portò all’intromissione angloamericana fu che i limiti imposti dal trattato al sistema militare ucraino non erano accettabili, con questo smentendo quanto invece sempre sostenuto dagli Stati Uniti e da tutta la stampa occidentale, ovvero che la causa per cui saltarono i negoziati fossero stati fantomatici crimini di guerra russi.

Giova ricordare inoltre che la Nuland, all’epoca delle trattative di Istanbul, era ancora Sottosegretario di Stato per gli affari politici e aveva dunque un ruolo ufficiale: era lei a dettare la politica americana sull’Ucraina. D’altronde, l’Ucraina colorata di Zelensky è un po’ figlia sua, del suo impegno orgogliosamente antirusso, neoliberista e imperialista.

Dunque, Victoria Nuland agisce, parla e si muove, anche nel ruolo ufficiale di Sottosegretario di Stato, alla piena luce del sole, esportando conflitti, distruzione e morte.

Ma alla piena luce del sole la Signora Nuland trascina con sé anche tutte le bugie raccontate per anni ai cittadini americani e occidentali sulla Russia, su Putin e sulle motivazioni strategiche che muovono la politica NATO verso l’est europeo e nella vicenda Ucraina; e mette infine in evidenza quanto la politica americana sia totalmente asservita e controllata (se lo sia stata solo fino a ora, lo vedremo) dagli interessi delle Oligarchie finanziarie e militari e quanto a sua volta la politica degli Stati dell’Unione Europea sia ridotta al ruolo di servo fedele delle decisioni transatlantiche.

Victoria Nuland è un evidente prodotto della depravazione distopica e criminale delle oligarchie neoliberiste che hanno visto il loro apice di potere sotto l’amministrazione Biden. È una donna di rara efficacia operativa e non meraviglia la soddisfazione del NED nel volerla riabbracciare.

In conclusione, in un momento in cui la vicenda UsAid ci conferma che il vento ha cambiato direzione, il rinnovato binomio Nuland-NED sembra voler far fronte comune al mantenimento degli equilibri di potere negli Stati Uniti, nel tentativo di superare la tempesta.

Tuttavia si sa che i venti, specialmente nelle reti dei grandi interessi internazionali, sono instabili e di difficile interpretazione; ma la politica si dota sempre di buoni marinai: si regolano le vele, si aggiusta l’andatura e si continua a navigare.

Fonti

1 https://www.theamericanconservative.com/doges-best-first…/

2 https://newcriterion.com/dispatch/the-doge-versus-the-ned/)

3 https://www.ned.org/ned-welcomes-victoria-nuland-to-the-board-of-directors/

4 https://www.ned.org/

5 https://www.washingtonpost.com/archive/opinions/1991/09/22/innocence-abroad-the-new-world-of-spyless-coups/92bb989a-de6e-4bb8-99b9-462c76b59a16/

6 Gene Sharp – The Politics of Nonviolent Action – 1973

7 https://www.aeinstein.org/

8 https://docs.google.com/spreadsheets/d/1gaBuueuNy0FRCQgv8iBA1tjyZNM5qBf_u4ulWo6DjLs/htmlview

9 https://web.archive.org/web/20220225145303/https:/www.ned.org/wp-content/themes/ned/search/grant-search.php?organizationName=®ion=&projectCountry=Ukraine&amount=&fromDate=2014&toDate=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&projectFocus%5B%5D=&search=&maxCount=100&orderBy=Country&sbmt=1

10 Chiara Nalli – “I ragazzi che inventarono le rivoluzioni colorate” in Visione, un altro sguardo sul mondo, vol. VI.

11 https://www.youtube.com/watch?v=HiS2dg_atfc&t=3192s


[1] Istituito negli anni ’60 per gestire programmi di aiuto umanitario per conto del governo degli Stati Uniti.