Il comitato toscano del ’no’: "La nostra battaglia non cambia"

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla seggiovia per il Lago Scaffaiolo, il...

Feb 19, 2025 - 06:32
 0
Il comitato toscano del ’no’: "La nostra battaglia non cambia"

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alla seggiovia per il Lago Scaffaiolo, il comitato toscano del no, commenta: "Il no del Consiglio di Stato al ricorso dei nostri amici emiliani sulla funivia Polla-Scaffaiolo non cambia nulla della nostra battaglia che rimane attiva a tutti i livelli". Così scrive il gruppo toscano di "Un altro Appennino è possibile" dopo la notizia che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dei "cugini" emiliani. Esprimendo: "Solidarietà e sostegno alle ragioni degli amici emiliani per il loro immenso lavoro di informazione sull’assurdità di nuovi impianti sciistici in un contesto in cui la neve sui nostri monti non è più la normalità, ma un fatto straordinario", il Comitato toscano conferma la sua contrarietà al progetto di funivia toscana. L’impianto emiliano – premettono –: "Anziché essere una funivia di collegamento con il Corno alle Scale è l’ammodernamento della seggiovia Polla-Lago Scaffaiolo che risponde alle esigenze degli impianti sciistici dell’area emiliana". Va oltretutto valutato che: "Lo smantellamento della sciovia del Cupolino, già avvenuto, allontana in modo significativo le piste di sci emiliane dal versante toscano". Tutto ciò – prosegue il documento dei toscani – non indebolisce, ma addirittura potenzia le ragioni della contrarietà sulla nuova funivia Doganaccia-Corno alle Scale:. "Nonostante un nome così altisonante, questo progetto non esce dalla Toscana, né tantomeno raggiunge il lago Scaffaiolo perché si ferma a circa 850 metri dalla stazione di arrivo dell’impianto emiliano e il cosiddetto “collegamento“ si realizza solo a piedi usando un tratto di sentiero non percorribile in condizioni di innevamento con scarponi e sci in spalla". Il progetto, si legge infine: "Non tiene conto del cambiamento climatico e rappresenta un grave danno alle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche del nostro Appennino".

Andrea Nannini