Il caos dei dazi scatena la fuga di capitali dagli Stati Uniti

Negli ultimi anni della presidenza di Donald Trump, la politica commerciale degli Stati Uniti ha subito un cambiamento radicale, segnato dall’imposizione di dazi su numerosi beni importati, soprattutto dalla Cina. Queste misure protezionistiche, pensate per ridurre il deficit commerciale e rilanciare la produzione interna, hanno però generato effetti collaterali rilevanti. Tra i più evidenti, un […] L'articolo Il caos dei dazi scatena la fuga di capitali dagli Stati Uniti proviene da Economy Magazine.

Apr 14, 2025 - 16:45
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Il caos dei dazi scatena la fuga di capitali dagli Stati Uniti

Negli ultimi anni della presidenza di Donald Trump, la politica commerciale degli Stati Uniti ha subito un cambiamento radicale, segnato dall’imposizione di dazi su numerosi beni importati, soprattutto dalla Cina. Queste misure protezionistiche, pensate per ridurre il deficit commerciale e rilanciare la produzione interna, hanno però generato effetti collaterali rilevanti. Tra i più evidenti, un crescente deflusso di capitali dagli Stati Uniti. E’ su questo fenomeno che si concentra il commento settimanale di Ebury.

Il commento di Ebury sull’impatto dei dazi

La scorsa settimana i mercati hanno attraversato un’altra momento di estrema volatilità, mentre gli investitori cercavano di reagire agli ordini e contrordini dell’amministrazione Trump. Sebbene l’azionario sia riuscito a chiudere la settimana in rialzo, grazie all’apparente marcia indietro di Trump su tutti i dazi non cinesi, uno sviluppo più allarmante è stato quello di vedere i titoli di stato statunitensi e il dollaro cedere di pari passo con le azioni statunitensi, in quella che è apparsa come una grave perdita di fiducia nei mercati e nelle istituzioni statunitensi da parte degli investitori. È stata questa mossa molto insolita che sembra aver forzato la mano di Trump nel ritardare almeno la maggior parte delle tariffe per 90 giorni. Nel fine settimana, alla Cina è stata concessa un’esenzione per i dispositivi elettronici, anche se, come è tipico, i membri del governo di Trump hanno iniziato subito a dare messaggi incoerenti su queste misure. Nel frattempo, con poche eccezioni, tutte le principali valute mondiali sono salite rispetto al dollaro la scorsa settimana, in un contesto di volatilità record sui mercati valutari.

Capitale in fuga da Stati Uniti, colpa dei dazi di Trump

Il fattore chiave per i mercati sarà se questa dinamica, tipica delle crisi dei mercati emergenti, in cui gli asset statunitensi si muovono tutti al rialzo o al ribasso in parallelo, continuerà nel immediato futuro o se verrà ripristinato il buon senso alla Casa Bianca e gli investitori torneranno ad avere fiducia negli Stati Uniti. In circostanze normali, parleremmo dei rapporti sul mercato del lavoro di febbraio e marzo, dell’inflazione di marzo nel Regno Unito e della riunione della BCE di giovedì, ma questi saranno oscurati dal flusso di notizie provenienti da Washington DC, salvo forse per la discussione della BCE sul caos dei mercati, la guerra commerciale di Trump e il loro impatto previsto sui tagli dei tassi. Molto più incerta sarà la capacità della Federal Reserve di seguire l’esempio con il proprio allentamento monetario, a meno che le spiacevoli dinamiche di mercato che abbiamo descritto non si attenuino.

Valute, sterlina la più sottovalutata

Siamo sorpresi dalla sottoperformance della sterlina rispetto alle altre valute europee, in particolare l’euro. Il Regno Unito è stato colpito solo con dazi del 10% e, in ogni caso, le sue esportazioni di merci verso gli Stati Uniti sono una parte minore del suo settore commerciale, basato principalmente sui servizi. Inoltre, i numeri del PIL mensile di febbraio sono risultati molto più forti del previsto, favoriti dalla forza generale dei settori dei servizi, dell’industria e delle costruzioni. La domanda resistente, l’esposizione relativamente bassa ai dazi di Trump e il sostegno sostanziale dei tassi elevati della Banca d’Inghilterra ci portano a considerare la sterlina come la più sottovalutata tra le principali valute dell’Europa occidentale.

Balzo dell’euro, Bce vicina al taglio dei tassi

Il mondo guarda all’euro come al sostituto del dollaro come riserva di valore e rifugio sicuro, con mercati sufficientemente ampi e liquidi per accogliere l’afflusso. Non sorprende che, dopo il franco svizzero, l’euro sia la valuta che ha registrato la migliore performance a livello mondiale dopo l’ironico “giorno della liberazione”, con un aumento del 5% rispetto al dollaro, mentre il divario tra il tasso delle obbligazioni tedesche a 10 anni e i Treasury statunitensi a 10 anni è aumentato di 50 punti base nello stesso periodo. Il rally dell’euro e il caos generale dei mercati hanno quasi certamente sancito l’accordo per un taglio nella riunione di giovedì aprile della BCE.

Peggiora il sentiment degli investitori

È un bene che questa sia una settimana tranquilla in termini di comunicati macroeconomici e notizie politiche, perché probabilmente sarebbero stati ignorati dai trader. Gli investitori rimangono concentrati su due fattori. In primo luogo, le caotiche politiche commerciali emanate dall’amministrazione Trump, dove è sempre più evidente la lotta per il controllo tra il segretario al Tesoro Bessent e personaggi come Navarro o Luttwick. Sebbene i danni all’economia reale non saranno evidenti per un po’ di tempo, il sentiment dei consumatori indica già un drammatico peggioramento delle prospettive e un balzo record delle aspettative di inflazione. Le previsioni sono preoccupanti e la speranza principale è che l’ulteriore volatilità dei mercati convinca Trump a dare ascolto a Bessent e a mettere da parte i pareri dei suoi consiglieri.

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