Il canto di una stella morente: la NASA trasforma i dati spaziali in musica
La NASA rende udibili stelle morenti e buchi neri trasformando i dati spaziali in musica
La NASA ha pubblicato una nuova serie di “sinfonie cosmiche” che permettono di ascoltare, letteralmente, le profondità dell’universo. Grazie a un processo noto come sonificazione, gli scienziati hanno convertito in suoni i dati raccolti da alcuni dei più potenti osservatori spaziali a disposizione dell’agenzia spaziale americana: il Chandra X-ray Observatory, il James Webb Space Telescope e l’Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE). Questa originale combinazione tra scienza e arte permette di percepire il cosmo in un modo completamente nuovo.
I tre brani pubblicati rappresentano altrettante fasi dell’evoluzione di un buco nero, trasformando eventi estremi e spesso invisibili in paesaggi sonori suggestivi. I dati non sono stati alterati arbitrariamente, ma tradotti in suoni sulla base di parametri scientifici: le intensità delle emissioni, le posizioni nello spazio, le variazioni nei raggi X o nella luce visibile sono stati associati a strumenti musicali, frequenze e dinamiche sonore.