I numeri degli infortuni e delle malattie professionali dell’industria manifatturiera
![CDATA[INAIL ha pubblicato il periodico mensile che riporta i dati forniti dall’Istituto, aggiornati alla data dell’ultima rilevazione disponibile, riguardo il comparto manifatturiero Cosa tratta? Il settore manifatturiero rappresenta uno dei pilastri dell'economia nazionale, abbracciando una vasta gamma di ambiti e attività, tra questi, spiccano la meccanica, l'industria alimentare, il tessile, l'elettronica e la chimica. Nel 2023, alla data di aggiornamento del 31 ottobre 2024, sono stati denunciati all’Inail 93.346 casi d’infortunio confermando in linea di massima il dato dell’anno precedente (93.846). Nel 2023 i decessi sul lavoro hanno coinvolto 178 lavoratori, il settore manifatturiero rimane sul podio dietro solo al settore edile (220 eventi). Le attività con il maggior numero di infortuni e casi mortali sono la Fabbricazione di prodotti in metallo (21% per entrambi), la Fabbricazione di macchinari (14,2% delle denunce complessive e circa il 10% dei decessi) e il comparto alimentare (11,7% delle denunce e circa il 16% dei decessi). Per quanto riguarda il genere, nel 2023 ci sono state 9.641 denunce di infortunio nei confronti di donne, e 67.913 nei confronti di uomini. A livello territoriale, il Nord Italia registra il maggior numero di casi denunciati (75%), seguito dal Centro (14%) e dal Mezzogiorno (11%). In termini assoluti, la Lombardia è la regione con il più alto numero di denunce (17.336), seguita dall'Emilia-Romagna (14.292) e dal Veneto (14.077). Non a caso, queste aree ospitano alcune delle aziende più importanti nei settori della metallurgia, della meccanica e dell'alimentazione. Per quanto riguarda gli eventi mortali sul lavoro, la Lombardia si conferma al primo posto con 27 casi, seguita dal Veneto con 21. Al terzo posto troviamo una regione del Sud, la Campania, con 10 vittime, di cui tre nel settore della produzione di prodotti alimentari. La fascia d’età maggiormente interessata da infortuni è quella che va dai 45 ai 59 anni, mentre, per i casi mortali, è la fascia più adulta, dai 50 ai 64 anni quella in cui si sono verificati il maggior numero di decessi. L’analisi per nazionalità evidenzia che i nati all’estero rappresentano il 28% circa degli infortunati del settore, si tratta in particolare di lavoratori di provenienza extra-Ue. Le comunità maggiormente coinvolte sono quella marocchina (16% circa sul totale stranieri), la romena (10,7%), l’albanese (quasi 9%) e la senegalese (oltre 5%), occupati principalmente nella fabbricazione dei prodotti in metallo, dei macchinari, nell’industria alimentare, nella metallurgia e nella fabbricazione dei prodotti in gomma. Ponendo l’attenzione ai soli casi definiti positivamente e avvenuti in occasione di lavoro si osserva che la parte del corpo frequentemente più lesa è la mano (41,0%), seguono la caviglia e il piede complessivamente con il 12% dei casi. Passando alla natura delle lesioni, ai primi posti si hanno ferite, contusioni e lussazioni che insieme rappresentano poco più del 74% degli eventi. Passando ad analizzare le denunce di malattia professionale presentate all’Inail, nel 2023 si registrano 12.724 denunce, il numero più alto del quinquennio 2019-2023. Analizzando la distribuzione territoriale per macroregione, emerge che il Centro Italia detiene sistematicamente il primato per numero di denunce. Nel 2023, le denunce registrate in quest’area ammontano a 4.838 casi. Dal punto di vista della distribuzione di genere, si nota come in tutto il territorio siano gli uomini a presentare un numero significativamente maggiore di denunce rispetto alle donne. Analizzando il fenomeno attraverso la classificazione Icd-10, le malattie del sistema osteomuscolare, quelle del sistema nervoso e quelle dell'orecchio sono tra le più comuni sia per i lavoratori che per le lavoratrici impiegati in queste divisioni produttive, anche se gli uomini presentano una maggiore varietà di malattie professionali. In particolare, le malattie del sistema osteomuscolare, causate principalmente da movimenti ripetitivi, posture forzate e sforzi fisici intensi, sono le più frequenti per entrambi i generi. Quando? Pubblicazione del mese di aprile 2025. Indicazioni operative In conclusione, il settore manifatturiero, pur essendo uno dei principali motori economici del nostro Paese, presenta ancora significativi rischi per la sicurezza dei lavoratori. Nonostante i progressi nella riduzione dei decessi sul lavoro, il numero di infortuni e malattie professionali rimane elevato, soprattutto nelle regioni con una forte presenza industriale. È essenziale continuare a investire in misure di prevenzione e sicurezza, promuovendo una cultura del lavoro che metta al primo posto la salute e il benessere dei lavoratori. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile per tutti.]]

INAIL ha pubblicato il periodico mensile che riporta i dati forniti dall’Istituto, aggiornati alla data dell’ultima rilevazione disponibile, riguardo il comparto manifatturiero
Cosa tratta?
Il settore manifatturiero rappresenta uno dei pilastri dell'economia nazionale, abbracciando una vasta gamma di ambiti e attività, tra questi, spiccano la meccanica, l'industria alimentare, il tessile, l'elettronica e la chimica.
Nel 2023, alla data di aggiornamento del 31 ottobre 2024, sono stati denunciati all’Inail 93.346 casi d’infortunio confermando in linea di massima il dato dell’anno precedente (93.846).
Nel 2023 i decessi sul lavoro hanno coinvolto 178 lavoratori, il settore manifatturiero rimane sul podio dietro solo al settore edile (220 eventi).
Le attività con il maggior numero di infortuni e casi mortali sono la Fabbricazione di prodotti in metallo (21% per entrambi), la Fabbricazione di macchinari (14,2% delle denunce complessive e circa il 10% dei decessi) e il comparto alimentare (11,7% delle denunce e circa il 16% dei decessi).
Per quanto riguarda il genere, nel 2023 ci sono state 9.641 denunce di infortunio nei confronti di donne, e 67.913 nei confronti di uomini.
A livello territoriale, il Nord Italia registra il maggior numero di casi denunciati (75%), seguito dal Centro (14%) e dal Mezzogiorno (11%). In termini assoluti, la Lombardia è la regione con il più alto numero di denunce (17.336), seguita dall'Emilia-Romagna (14.292) e dal Veneto (14.077). Non a caso, queste aree ospitano alcune delle aziende più importanti nei settori della metallurgia, della meccanica e dell'alimentazione.
Per quanto riguarda gli eventi mortali sul lavoro, la Lombardia si conferma al primo posto con 27 casi, seguita dal Veneto con 21. Al terzo posto troviamo una regione del Sud, la Campania, con 10 vittime, di cui tre nel settore della produzione di prodotti alimentari.
La fascia d’età maggiormente interessata da infortuni è quella che va dai 45 ai 59 anni, mentre, per i casi mortali, è la fascia più adulta, dai 50 ai 64 anni quella in cui si sono verificati il maggior numero di decessi.
L’analisi per nazionalità evidenzia che i nati all’estero rappresentano il 28% circa degli infortunati del settore, si tratta in particolare di lavoratori di provenienza extra-Ue. Le comunità maggiormente coinvolte sono quella marocchina (16% circa sul totale stranieri), la romena (10,7%), l’albanese (quasi 9%) e la senegalese (oltre 5%), occupati principalmente nella fabbricazione dei prodotti in metallo, dei macchinari, nell’industria alimentare, nella metallurgia e nella fabbricazione dei prodotti in gomma.
Ponendo l’attenzione ai soli casi definiti positivamente e avvenuti in occasione di lavoro si osserva che la parte del corpo frequentemente più lesa è la mano (41,0%), seguono la caviglia e il piede complessivamente con il 12% dei casi. Passando alla natura delle lesioni, ai primi posti si hanno ferite, contusioni e lussazioni che insieme rappresentano poco più del 74% degli eventi.
Passando ad analizzare le denunce di malattia professionale presentate all’Inail, nel 2023 si registrano 12.724 denunce, il numero più alto del quinquennio 2019-2023.
Analizzando la distribuzione territoriale per macroregione, emerge che il Centro Italia detiene sistematicamente il primato per numero di denunce. Nel 2023, le denunce registrate in quest’area ammontano a 4.838 casi.
Dal punto di vista della distribuzione di genere, si nota come in tutto il territorio siano gli uomini a presentare un numero significativamente maggiore di denunce rispetto alle donne.
Analizzando il fenomeno attraverso la classificazione Icd-10, le malattie del sistema osteomuscolare, quelle del sistema nervoso e quelle dell'orecchio sono tra le più comuni sia per i lavoratori che per le lavoratrici impiegati in queste divisioni produttive, anche se gli uomini presentano una maggiore varietà di malattie professionali. In particolare, le malattie del sistema osteomuscolare, causate principalmente da movimenti ripetitivi, posture forzate e sforzi fisici intensi, sono le più frequenti per entrambi i generi.
Quando?
Pubblicazione del mese di aprile 2025.
Indicazioni operative
In conclusione, il settore manifatturiero, pur essendo uno dei principali motori economici del nostro Paese, presenta ancora significativi rischi per la sicurezza dei lavoratori. Nonostante i progressi nella riduzione dei decessi sul lavoro, il numero di infortuni e malattie professionali rimane elevato, soprattutto nelle regioni con una forte presenza industriale. È essenziale continuare a investire in misure di prevenzione e sicurezza, promuovendo una cultura del lavoro che metta al primo posto la salute e il benessere dei lavoratori. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile per tutti.]]