Hai mai visto un’ape fossile di 14 milioni di anni? Preparati a rimanere a bocca aperta!  

Immaginate di poter tornare indietro nel tempo di milioni di anni e osservare un’ape preistorica in volo tra fiori ormai estinti. Grazie a una straordinaria scoperta paleontologica in Nuova Zelanda, questo viaggio immaginario diventa un po’ più reale. Un team di ricercatori ha infatti portato alla luce un fossile di ape risalente al Miocene medio,...

Feb 18, 2025 - 14:46
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Hai mai visto un’ape fossile di 14 milioni di anni? Preparati a rimanere a bocca aperta!   

Immaginate di poter tornare indietro nel tempo di milioni di anni e osservare un’ape preistorica in volo tra fiori ormai estinti. Grazie a una straordinaria scoperta paleontologica in Nuova Zelanda, questo viaggio immaginario diventa un po’ più reale. Un team di ricercatori ha infatti portato alla luce un fossile di ape risalente al Miocene medio, circa 14,6 milioni di anni fa.

Il fossile, ritrovato nel sito di Hindon Maar, nella regione di Otago, è in uno stato di conservazione eccezionale. Nonostante sia visibile solo la parte dorsale dell’insetto, i dettagli anatomici sono sorprendenti: si possono osservare le ali con le loro delicate venature, la testa con le antenne e parte dell’apparato boccale.

L’ape, denominata Leioproctus barrydonovani, è stata assegnata a un nuovo sottogenere, Otagocolletes, a causa delle sue caratteristiche uniche. Misura circa 6,4 mm di lunghezza e, a differenza delle api da miele europee, era un’ape solitaria, che costruiva il proprio nido e si occupava della prole senza l’aiuto di una colonia.

 Un ecosistema perduto: la Nuova Zelanda del Miocene

All’epoca in cui L. barrydonovani volava tra i fiori, la Nuova Zelanda era un luogo molto diverso da quello che conosciamo oggi. Il clima era più caldo e il paesaggio era dominato da foreste miste di Nothofagus, podocarpi e latifoglie.  L’analisi del fossile suggerisce che l’ape potrebbe essersi nutrita del polline di piante appartenenti al genere Pseudopanax (Araliaceae), oggi comuni in Nuova Zelanda. Nel sito di Hindon Maar sono stati infatti ritrovati numerosi fossili di fiori di Pseudopanax, il che avvalora questa ipotesi.

Un’antica storia evolutiva: nuove prospettive sulla diversificazione delle api

La scoperta di L. barrydonovani getta nuova luce sull’evoluzione delle api in Nuova Zelanda. Fino ad oggi si pensava che le api fossero arrivate relativamente tardi nell’arcipelago, a causa della scarsa diversità di specie presenti.  Tuttavia, la presenza di un’ape così antica come L. barrydonovani suggerisce che la storia evolutiva delle api in Nuova Zelanda sia più complessa di quanto si pensasse. È possibile che le api abbiano colonizzato l’arcipelago in diverse ondate, e che alcune di queste ondate si siano estinte, lasciando poche tracce nella fauna moderna.

Il futuro della ricerca: alla ricerca di nuove risposte

Il fossile di L. barrydonovani rappresenta un’opportunità unica per approfondire le conoscenze sull’evoluzione delle api e sul loro ruolo negli ecosistemi del passato. I ricercatori sperano di trovare nuovi fossili di api e di polline nel sito di Hindon Maar, per ricostruire con maggiore precisione le interazioni tra api e piante nel Miocene neozelandese. Questa scoperta ci ricorda l’importanza di studiare il passato per comprendere il presente e proteggere il futuro. Le api, infatti, sono oggi minacciate da diversi fattori, come i cambiamenti climatici, la perdita di habitat e l’uso di pesticidi. Conoscere la loro storia evolutiva può aiutarci a mettere in atto strategie efficaci per la loro conservazione.

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