Giro d’Italia 2025: Groves, un canguro a Posillipo
L’australiano Kaden Groves (Alpecin Deceunick) ha vinto in volata la sesta tappa del 108° Giro d’Italia, la più lunga di questa edizione, che ha portato i corridori da Potenza a Napoli lungo 217 chilometri, percorrendo la distanza, ridotta di 10 chilometri a seguito della caduta, in 4h59’52”, alla media di 43.519 km/h. Alla piazza d’onore […]

L’australiano Kaden Groves (Alpecin Deceunick) ha vinto in volata la sesta tappa del 108° Giro d’Italia, la più lunga di questa edizione, che ha portato i corridori da Potenza a Napoli lungo 217 chilometri, percorrendo la distanza, ridotta di 10 chilometri a seguito della caduta, in 4h59’52”, alla media di 43.519 km/h. Alla piazza d’onore si è classificato il belga Milan Fretin (Cofidis) che ha preceduto il francese Paul Magnier (Soudal Quick Step). Invariata, per via della neutralizzazione imposta dalla giuria, la classifica generale con Mads Pedersen (Lidl Trek) in maglia rosa con un vantaggio di 17” sullo sloveno Primoz Roglic (Red Bull Bora Hansgrohe) e di 24” sul suo compagno di squadra, il boemo Mathias Vacek, titolare della maglia bianca.
La cronaca effettiva della frazione odierna è limitata ai primi 156 chilometri previsti dal percorso, caratterizzati da una fuga a due formata dall’olandese Taco Van der Hoorn (Intermachè Wanty) e dal francese Enzo Paleni (Groupama FDJ), formatasi 30 chilometri dopo la partenza. Sui due attaccanti si è temporaneamente portato l’italiano Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), interessato ai punti messi in palio dal GPM posto al Valico di Monte Carruozzo. Incamerato il bottino che ha rafforzato la sua maglia azzurra, il bolognese si è prontamente rialzato. La corsa ha, quindi, vissuto una fase di stanca per 100 chilometri con il tandem di testa che non si è dannato l’anima per aumentare il margine di due minuti concessogli dal gruppo che, a sua volta, ha fortemente rallentato per non andare a prendere i due fuggitivi.
Lo scenario ha subito un radicale cambiamento ai meno 71 dall’arrivo, nell’attraversamento di Sperone. Sulla strada in discesa, bagnata, ha avuto luogo una caduta collettiva del gruppo, prodotta da un contatto tra due uomini della Red Bull Bora Hansgrohe: Jai Hindley e Jan Tratnik. Con meta plotone finito per terra, e molti ciclisti bisognosi di cure sanitarie, organizzazione e giuria hanno repentinamente deciso di neutralizzare la gara, assegnando d’ufficio lo stesso tempo al traguardo a tutti i corridori. In attesa di capire chi sarà in grado di prendere il via domani, hanno abbandonato subito la gara in tre. Oltre a Hindley, vincitore del Giro 2022, hanno alzato bandiera bianca il neozelandese Dion Smith (Intermachè Wanty) e il tedesco Juri Hollmann (Alpecin Deceunick). Hanno, invece, proseguito, dopo essere stati inizialmente dati per ritirati, l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates XRG) e il ceco Josef Cerny (Soudal Quick Step).
La corsa, congelata per la graduatoria e senza abbuoni al traguardo, è ripresa ai meno 60 dall’arrivo. Con gli uomini di classifica staccati, Van der Hoorn e Paleni, riposati grazie alla pausa, hanno venduto cara la pelle resistendo al rientro del drappello di 30 corridori, appartenenti alle squadre dei velocisti, fino a 2.500 metri dallo striscione finale. Uno scatto sotto il triangolino rosso di Wout van Aert (Visma Lease a Bike) è stato rintuzzato ai meno 200 con Groves che, uscito prepotentemente a centro strada, è andato a vincere in modo perentorio, bissando così il successo colto a Salerno nel 2023.
Domani la corsa abbandonerà il meridione per entrare in Italia centrale con la settima frazione che dovrebbe fornire qualche prima risposta sulla classifica generale. Si pedalerà, in terra d’Abruzzo, per 168 chilometri, con 3.500 metri di dislivello, da Castel di Sangro a Marsia sopra Tagliacozzo. In partenza, dopo soli sette chilometri, ci sarà il GPM di Roccaraso. Superati il Piano delle Cinque Miglia e la seguente discesa su Sulmona, i corridori dovranno affrontare al chilometro 70 l’ascesa a Monte Urano che farà da preludio alla successiva salita verso i 1.395 metri di Vado della Forcella ai meno 64 dal traguardo. Dopo la lunga picchiata da Ovindoli su Tagliacozzo, inizierà l’inerpicata conclusiva di 12 chilometri al 5,5%, con una punta al 14%, che porterà ai 1.425 metri dell’inedito traguardo di Marsia. Di sicuro, domani sera, si potrà sfoltire la lista dei potenziali vincitori di questo Giro d’Italia.