Generali chiama la Consob: concerto Delfin-Caltagirone. Nella partita appello alla Bce
La partita incrociata su Mediobanca e Generali finisce sul tavolo dei regolatori italiani ed europei. Il gruppo assicurativo ha inviato la settimana scorsa a Consob e Ivass una segnalazione sull’ipotesi dell’esistenza di un concerto che lega i suoi azionisti Caltagirone e Delfin nelle partita che non riguarda solo il Leone, ma coinvolge a monte anche […] L'articolo Generali chiama la Consob: concerto Delfin-Caltagirone. Nella partita appello alla Bce proviene da Iusletter.

La partita incrociata su Mediobanca e Generali finisce sul tavolo dei regolatori italiani ed europei. Il gruppo assicurativo ha inviato la settimana scorsa a Consob e Ivass una segnalazione sull’ipotesi dell’esistenza di un concerto che lega i suoi azionisti Caltagirone e Delfin nelle partita che non riguarda solo il Leone, ma coinvolge a monte anche Mediobanca e Monte dei Paschi. Nello stesso tempo, da quanto è emerso ieri, la Bce avrebbe acceso un faro sugli intrecci azionari sempre di Caltagirone e Delfin in Mediobanca dopo la segnalazione a gennaio della stessa banca guidata dal ceo Alberto Nagel in occasione del board che aveva respinto l’offerta pubblica di scambio di Siena.
L’ops, aveva detto Mediobanca, è caratterizzata dai rilevanti intrecci di Delfin e Caltagirone. I due azionisti sono nel capitale di Piazzetta Cuccia, dove Delfin detiene quasi il 20% e Caltagirone attorno all’8%; nel Monte, dove Delfin è il primo azionista privato con il 10%, mentre Caltagirone detiene l’8%; e infine in Generali, di cui la holding della famiglia Del Vecchio detiene il 10% e Caltagirone il 7%. Mediobanca ha il 13% del Leone, una quota che rappresenta un’influenza notevole nel board della compagnia triestina, tanto che Mediobanca esprime un posto nel cda. E, secondo queste posizioni, l’ops lanciata da Siena, peraltro in attesa del via libera Bce all’ops, potrebbe proprio costituire una strada per incidere sulla governance di Mediobanca ed esercitare poi un’influenza notevole su Generali.
Le segnalazioni arrivano a poco più di tre settimane dall’assemblea di Generali, chiamata a rinnovare il board. Un appuntamento dove si confronteranno tre liste. Quella di maggioranza presentata da Mediobanca che ricandida il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi; i sei candidati del gruppo Caltagirone e infine la lista dei fondi promossa sotto il cappello di Assogestioni. All’assemblea di Trieste si profila la conta dei voti, visti i pesi azionari in campo, oltre al mercato che per Generali rappresentano circa il 35% del capitale.
L’intreccio delle quote, secondo Mediobanca e Generali, dovrebbe insomma essere oggetto di valutazione da parte delle authority, anche se Caltagirone e Delfin hanno sempre escluso il concerto. Quella presa dalle due istituzioni è un’iniziativa che, dicono fonti finanziarie, una società quotata deve svolgere a tutela degli azionisti. In base alle regole, tutti i soci devono avere a disposizione le medesime informazioni. Anche se Bce, Ivass e Consob non sono tenute a rispondere ma è anche possibile che intervengano prima della plenaria del Leone ad aprile chiedendo documentazione, dichiarazioni di intenzione, se intendono controllare il board di Mediobanca se l’ops del Monte andrà in porto, ed esercitare influenza sul Leone.
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