Gaza, le ong italiane di Aoi: “Israele militarizza gli aiuti, l’ennesima violazione del diritto internazionale”
Organizzazioni umanitarie in allarme per l’allargamento dell’offensiva israeliana a Gaza, che renderà ancora più difficile il lavoro degli operatori e l’accesso agli aiuti. L’Aoi, associazione che riunisce diverse realtà italiane presenti nella Striscia tra le quali Emergency e Oxfam, ha diffuso una nota per condannare un piano che “rappresenta una aperta violazione di norme internazionali […] L'articolo Gaza, le ong italiane di Aoi: “Israele militarizza gli aiuti, l’ennesima violazione del diritto internazionale” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Organizzazioni umanitarie in allarme per l’allargamento dell’offensiva israeliana a Gaza, che renderà ancora più difficile il lavoro degli operatori e l’accesso agli aiuti. L’Aoi, associazione che riunisce diverse realtà italiane presenti nella Striscia tra le quali Emergency e Oxfam, ha diffuso una nota per condannare un piano che “rappresenta una aperta violazione di norme internazionali inderogabili, di numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, nonché degli obblighi che Israele, in quanto potenza occupante, ha verso il rispetto dei codici umanitari”. Una serie “di ulteriori crimini di guerra e contro l’umanità e atti proibiti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio”.
“Carri di Gedeone”, così è stato ribattezzata la nuova fase, prevede tra le altre cose lo sfollamento forzato della popolazione verso aree adiacenti a postazioni militari israeliane, con la gestione diretta della distribuzione degli aiuti, raccolti in grandi hub, da parte dell’esercito e di società private americane. “Questo piano – scrive Aoi – costituisce l’ennesima, inaccettabile violazione dei principi del diritto internazionale e dell’assistenza umanitaria. L’accesso agli aiuti deve essere garantito in maniera trasparente, affidato a soggetti dotati delle competenze e capacità necessarie, e coordinato nel rispetto della dignità delle persone, in modo capillare, neutrale e imparziale. Nella Striscia di Gaza esistono strutture e competenze adeguate per garantire assistenza alla popolazione nelle proprie aree di residenza: queste strutture, insieme a chi vi opera e ne beneficia, devono essere sostenute e protette, non smantellate o distrutte“.
Le organizzazioni ricordano il numero inimmaginabile di morti causati in 18 mesi di bombardamenti, 52400 vittime, tra cui 15613 bambini e 8304 donne. E il blocco totale agli aiuti che dal 2 marzo a oggi ha aggravato una situazione già al limite, condannando la popolazione alla carestia e alla malnutrizione. “Israele ha impunemente utilizzato la fame, la sete e la mancanza di cure come armi di guerra, distrutto ospedali, rifugi e infrastrutture, annientato la capacità produttiva interna della Striscia e deliberatamente ignorato tutte le misure imposte dalla Corte internazionale di Giustizia, le risoluzioni, così come gli appelli e le richieste di governi, delle ong e dell’Onu affinché rispettasse i propri obblighi”.
Per questo viene rilanciato l’appello al governo italiano, chiedendo la condanna del piano, della “politicizzazione degli aiuti e dello sfollamento forzato e della pulizia etnica”. E l’attivazione di tutti i canali diplomatici per il raggiungimento di un cessate il fuoco, la riapertura di tutti i valichi per gli aiuti, insieme a un impegno per la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi e allo stop a “qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele”.
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