Gaza, Israele spara su una tenda per giornalisti: “Un morto, feriti altri 7, due sono gravi”. Netanyahu vola da Trump
Due persone, incluso una giornalista, sono state uccise la notte scorsa in un attacco israeliano che ha colpito una tenda per giornalisti e una casa vicino all’ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la Difesa civile palestinese, affiliata al ministero degli Interni della Striscia di Gaza. Nell’attacco sono rimasti […] L'articolo Gaza, Israele spara su una tenda per giornalisti: “Un morto, feriti altri 7, due sono gravi”. Netanyahu vola da Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.

Due persone, incluso una giornalista, sono state uccise la notte scorsa in un attacco israeliano che ha colpito una tenda per giornalisti e una casa vicino all’ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la Difesa civile palestinese, affiliata al ministero degli Interni della Striscia di Gaza. Nell’attacco sono rimasti feriti almeno altri sette giornalisti, due dei quali sono in condizioni critiche. “Mia figlia è innocente. Non era coinvolta, amava il giornalismo e lo adorava”, ha detto sua madre, Amal Kaskeen, riferisce Afp.
L’esercito israeliano domenica sera ha ordinato ai palestinesi di evacuare diversi quartieri di Deir al-Balah, nella parte centrale dell’enclave, poco dopo che circa 10 razzi sono stati sparati da Gaza, il più grande sbarramento dal territorio da quando Israele ha ripreso la guerra. L’esercito ha affermato che circa cinque sono stati intercettati. Il braccio militare di Hamas ha rivendicato la responsabilità. La polizia ha affermato che un razzo è caduto nella città di Ashkelon e frammenti sono caduti in diverse altre aree. Il servizio di emergenza Magen David Adom ha affermato che un uomo è rimasto leggermente ferito. Benjamin Netanyahu ha parlato telefonicamente con il ministro della Difesa Israel Katz. Secondo quanto riferito dal suo ufficio, il premier ha ordinato a Katz di rispondere duramente ad Hamas e ha approvato il proseguimento “delle intense operazioni militari a Gaza”.
L’intenzione di Netanyahu era quella di volare a Washington la prossima settimana, dopo il rientro dall’Ungheria e lo schiaffo alla Corte penale internazionale di Viktor Orban che lo ha accolto con tutti gli onori, sfidando il mandato di arresto dell’Aja. Ma mentre il premier israeliano era a Budapest, una telefonata con Donald Trump ha stravolto i piani. Il primo ministro, senza rientrare in Israele, è partito per gli Usa domenica stessa dall’Ungheria. Un alto funzionario israeliano, in viaggio con lo staff del premier, ha riferito ai giornalisti che la delegazione “non ha idea di che cosa il presidente Usa voglia parlarci, e perché sia così urgente e importante per lui. Pensavamo a un incontro la prossima settimana…”. I dossier urgenti nell’agenda israeliana li ha elencati lo stesso ufficio di Netanyahu: dazi, ritorno degli ostaggi, relazioni tra Israele e Turchia, minaccia iraniana e azioni contro la Cpi. Se corrispondano a quelli del presidente Usa si potrà cominciare a capir durante le dichiarazioni congiunte previste dopo l’incontro alla Casa Bianca nel pomeriggio di lunedì.
Sul fronte della Striscia, intanto, i raid israeliani non si fermano. Solo nella giornata di domenica l’aeronautica di Tel Aviv ha lanciato diversi attacchi provocando, secondo la protezione civile di Hamas, 44 morti. Il cessate il fuoco nell’enclave sarà al centro del summit del 7 e 8 aprile al Cairo a cui prenderanno parte il presidente egiziano Al Sisi, quello francese Emmanuel Macron e il re di Giordania Abdallah.
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