Francia, la legge contro il ‘deserto sanitario’ fa infuriare i giovani medici

L’87% del territorio in Francia non dispone di medici di base né di specialisti a sufficienza, e i tempi di attesa si allungano. All’esame del parlamento una proposta di legge per scoraggiare i liberi professionisti a insediarsi nelle zone più ambite. Gli studenti di medicina insorgono

Mag 6, 2025 - 17:13
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Francia, la legge contro il ‘deserto sanitario’ fa infuriare i giovani medici

Parigi, 6 maggio 2025 – Dall’inizio della settimana i medici francesi in libera professione sono in sciopero. Le misure contenute nella proposta di legge presentata dal deputato socialista Guillaume Garot, per ridistribuire meglio i medici sul territorio e le recenti dichiarazioni del premier François Bayrou hanno creato un certo malcontento.
Il primo ministro ha presentato, venerdì 25 aprile, il suo piano per ristrutturare il settore. Un “cambiamento radicale” per riequilibrare il territorio: “L’ 87 % della Francia è da considerarsi un ‘deserto sanitario’”, ricorda François Bayrou.
Per deserto sanitario si intende una zona in cui il numero di medici di base o specialisti, rispetto alla popolazione, è insufficiente e dove, di conseguenza, i tempi d’attesa per ottenere una visita sono molto lunghi. Una problematica che tocca tra i sei e gli otto milioni di francesi, percepita “come un’ingiustizia terribile”, dice Guillaume Garot e che “alimenta un forte senso di abbandono tra i nostri concittadini. Paghiamo tutti le stesse tasse, versiamo gli stessi contributi sociali. Ma non abbiamo lo stesso accesso alle cure”.

Il piano per ridurre le disparità territoriali

La Francia dispone di circa 230.000 medici, ovvero 3,4 medici ogni 1.000 abitanti. Un dato in linea con la media dei paesi dell’OCSE. Ma ciò che salta subito agli occhi è l’enorme differenza tra le regioni ben dotate, come la costa mediterranea, i centro-città e le stazioni sciistiche sulle Alpi. Se a Parigi l’attesa media per una visita dall’oculista è di un mese, l’attesa raddoppia nelle zone più lontane dalle grandi città ed è addirittura di 97 giorni nei comuni di piccole dimensioni.
La principale misura contenuta nella proposta di legge portata da Guillaume Garot, deputato del dipartimento della Mayenne, con 1,61 medici ogni 1000 abitanti uno dei dipartimenti più in difficoltà, è quella di regolare per legge la scelta dei medici del luogo dove esercitare.
“Chiediamo ai medici di non aprire nuovi studi in territori già sufficientemente coperti, e di andare a lavorare lì, dove i pazienti li aspettano. Una regolamentazione simile esiste già per le altre professioni sanitarie: infermieri, i dentisti, ostetriche. E da molto tempo per i farmacisti”, spiega Guillaume Garot.
La proposta di legge, firmata da oltre 250 deputati appartenenti a partiti diversi, propone inoltre l’obbligo di dedicare due giornate di consultazioni al mese nelle zone meno coperte del territorio, offrendo in cambio un compenso finanziario.
“Non è coercizione”, ci tiene a precisare il deputato “nel senso che non si assegna un medico a questa o quella città. Si dice semplicemente: non andate più a esercitare dove ci sono già abbastanza vostri colleghi. In Germania o in Québec (Canada) esiste già un sistema di regolamentazione paragonabile”.

“E’ un problema di carenza di medici”

“È una proposta inaccettabile che non risolve il problema”, sostiene Francesco Quaranta, vicepresidente dell’associazione dei giovani medici dell’università Sorbona di Parigi (C2SU). “La libertà di scegliere dove esercitare è un pilastro della libera professione medica. E la libera professione medica è un pilastro del sistema sanitario francese”.
Studente di medicina al terzo anno, Quaranta è uno dei tanti giovani ad essere sceso in piazza a Parigi e a Lione, martedì 29 aprile. Secondo lui, il problema non è tanto la disparità territoriale dei medici, “distribuiti meglio degli infermieri, dei chirurghi o dei dentisti”, ma “la mancanza di medici”.
Citando un rapporto dell’ANEMF, l’associazione nazionale degli studenti di medicina in Francia, Francesco Quaranta denuncia le condizioni precarie e sottopagate della formazione: “Ecco la traduzione in italiano: “Uno studente su due dichiara di voler abbandonare gli studi di medicina per motivi economici”.
Dal 2010 ad oggi la Francia ha perso oltre 10.000 medici. L’età media dei medici francesi è di 57,6 anni: quasi la metà hanno oltre i 60 anni, mentre solamente il 20,4% ha meno di 40 anni, indica l’Atlante della demografia medica Ordine Nazionale dei Medici (edizione 2022).
Un dato che, in prospettiva, preoccupa anche il deputato Guillaume Garot “Entro il 2030, avremo un'intera generazione di medici che andrà in pensione, che non sarà immediatamente sostituita da una nuova generazione”. Per rimediare alla carenza di personale, circa il 7,4% dei medici che esercitano in Francia ha conseguito il titolo in altri paesi europei - il 43% in Romania, il 14% in Belgio e il 14% in Italia - e l’8,3% in un paese extraeuropeo.
La proposta di legge verrà discussa e votata tra oggi e domani  all’Assemblée nationale.