Formula 1 | La Mercedes lascia Suzuka con l’amaro in bocca
La Mercedes si lecca le ferite dopo il weekend di Suzuka. Il potenziale per una gara da protagonisti c’era tutto,

La Mercedes si lecca le ferite dopo il weekend di Suzuka. Il potenziale per una gara da protagonisti c’era tutto, come confermato dal ritmo mostrato durante le prove libere, ma una qualifica sottotono, specialmente da parte di Russell ha compromesso ogni possibilità di attaccare il podio. In un tracciato come quello giapponese, dove i sorpassi sono un’impresa e il degrado gomme resta contenuto, partire indietro significa restare intrappolati, e così effettivamente è stato: l’inglese infatti, nonostante la W16 nettamente più prestazionale della Ferrari, non è riuscito a prendere la posizione su Leclerc.
Le previsioni di pioggia, poi non rispettate, non hanno offerto variabili strategiche: il Gran Premio si è corso tutto sull’asciutto, e con la strategia a una sola sosta i margini per risalire la classifica erano minimi. George Russell e Kimi Antonelli, partiti rispettivamente in quinta e sesta posizione, hanno portato a casa punti preziosi, ma non quanto ci si sarebbe aspettato da una Mercedes che sembrava aver trovato finalmente una buona base di prestazione.
Mercedes, la qualifica in Giappone è stata determinante
“Il risultato della gara lascia l’amaro in bocca, perché rappresenta ciò che avremmo potuto ottenere e non siamo riusciti a concretizzare – ha detto Andrew Shovlin, capo dell’ingegneria di pista della Mercedes. Avevamo mostrato un ritmo solido per tutto il weekend, ma Suzuka è una pista che premia chi parte davanti: non aver massimizzato le qualifiche ci ha costretto a rincorrere fin da subito. Dal quinto e sesto posto in griglia era chiaro che ci aspettava una corsa complicata, con poche possibilità di rimonta”.
“In gara abbiamo affrontato due limiti: il meteo, che non ha offerto chance alternative come la pioggia, e la durata delle gomme, che ha reso obbligata la strategia a una sola sosta. Con George abbiamo provato l’undercut sulla Ferrari davanti, ed eravamo vicinissimi a farcela, ma il traffico ci ha impedito di completare la manovra. Questo lo ha costretto a una gara bloccata in quinta posizione”.
“Kimi ha scelto invece una strategia più lunga nel primo stint, che gli ha permesso di sfruttare l’aria libera e mostrare un ritmo interessante. Questo gli ha consentito non solo di neutralizzare l’undercut di Hamilton, ma anche di creare un offset strategico che ha usato bene nel finale. Il giro più veloce è un piccolo premio per una prestazione matura e in costante crescita. Ora andiamo in Bahrain, dove ci aspetta un circuito molto diverso. L’asfalto abrasivo metterà alla prova la gestione gomme e sarà un banco di prova importante per valutare i miglioramenti della nostra vettura rispetto allo scorso anno. L’obiettivo? Tornare a lottare per il podio e concretizzare il potenziale che sappiamo di avere”.