Finita la tregua a Gaza: Israele attacca obiettivi legati ad Hamas
La scorsa notte, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e l'Agenzia per la sicurezza israeliana (Shin Bet) hanno lanciato una serie di attacchi su vasta scala contro obiettivi legati all'organizzazione Hamas nella Striscia di Gaza. Gli attacchi sono stati supervisionati dal capo di stato maggiore delle IDF Eyal Zamir e dal capo dello Shin Bet Ronen Bar dalla base di Kirya a Tel Aviv. L'esercito israeliano ha dichiarato che gli attacchi sulla Striscia di Gaza sono stati avviati dopo che l'IDF ha individuato preparativi da parte di Hamas per lanciare attacchi contro Israele, mentre l'organizzazione si riorganizzava e si riarmava. Secondo il Ministero dell'Informazione di Gaza, controllato da Hamas, almeno 300 persone sono rimaste uccise nei raid israeliani, che avrebbero colpito decine di obiettivi. Successivamente, il bilancio è stato aggiornato a 308 vittime, sebbene tali cifre non siano state confermate in modo indipendente.Fonti locali nella Striscia di Gaza hanno riferito a Kan 11 News che Mahmoud Abu Watfa, responsabile della sicurezza interna di Hamas a Gaza, è stato ucciso negli attacchi. È stato inoltre segnalato che Mohammed Abu Ubaida al-Jammasi, membro dell'ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza e Issam al-Da'alis, membro dell'ufficio politico di Hamas, sono stati eliminati. L'ufficio del Primo Ministro ha affermato che «il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato alle IDF di adottare misure severe contro l'organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza.Ciò segue il ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, nonché il rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori». L'organizzazione terroristica Hamas ha risposto ai nuovi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. I jihadisti palestinesi in una nota hanno affermato: «Netanyahu e Israele hanno la piena responsabilità delle conseguenze dell'aggressione infida a Gaza. Netanyahu e il suo governo estremista stanno prendendo la decisione di annullare l'accordo di cessate il fuoco e stanno esponendo gli ostaggi a Gaza a un destino sconosciuto. Chiediamo che i mediatori ritengano Netanyahu e Israele pienamente responsabili per aver violato l'accordo e averlo annullato». Pronta la risposta di Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che a Times of Israel ha dichiarato: «Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra». In precedenza, la Casa Bianca aveva confermato di essere stata consultata in anticipo da Israele riguardo ai raid sulla Striscia di Gaza. Il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt alla domanda se gli attacchi a Gaza siano l'inizio dell'adempimento della promessa di Trump secondo cui «si scatenerà l'inferno» a Gaza se Hamas non rilascerà gli ostaggi, Leavitt ha risposto: «Beh, l'amministrazione Trump e la Casa Bianca sono state consultate dagli israeliani sui loro attacchi a Gaza stasera e, come ha chiarito il presidente Trump, Hamas, gli Houthi, l'Iran e tutti coloro che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti d'America avranno un prezzo da pagare». Il ministro della Difesa Israel Katz che ha ordinato la chiusura del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto ha commentato la ripresa dei combattimenti a Gaza e ha affermato: «Se Hamas non rilascia tutti gli ostaggi, le porte dell'inferno si apriranno a Gaza e gli assassini e gli stupratori di Hamas affronteranno l'IDF con intensità mai viste prima. Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa e tutti gli obiettivi di guerra non saranno raggiunti».La ripresa dei combattimenti è avvenuta due giorni dopo che Netanyahu, a seguito di un'approfondita discussione sulla questione degli ostaggi, a cui hanno partecipato ministri, il team negoziale e i leader della difesa israeliana, ha incaricato il team negoziale di prepararsi a proseguire i colloqui per l'immediato rilascio di 11 ostaggi vivi e di circa la metà di quelli deceduti, come da risposta dei mediatori alla proposta dell’inviato in Medio Oriente Steve Witkoff. Il mediatore Usa venerdì scorso aveva espresso tutto il suo scetticismo affermando: «Purtroppo Hamas ha scelto di rispondere dichiarando pubblicamente flessibilità, mentre presenta segretamente richieste del tutto impossibili da realizzare senza un cessate il fuoco permanente». Poi Witkoff aveva lanciato un avvertimento ai jihadisti palestinesi: «Hamas sta facendo una pessima scommessa credendo che il tempo sia dalla sua parte. Non è così. Hamas è ben consapevole della scadenza e deve capire che risponderemo di conseguenza se passerà».Secondo la nuova proposta di Witkoff, il cessate il fuoco sarebbe stato esteso di 50 giorni e Israele avrebbe rilasciato i terroristi condannati, in cambio del rilascio di alcuni ostaggi. Durante questo periodo sarebbero dovuti riprendere i coll


La scorsa notte, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e l'Agenzia per la sicurezza israeliana (Shin Bet) hanno lanciato una serie di attacchi su vasta scala contro obiettivi legati all'organizzazione Hamas nella Striscia di Gaza. Gli attacchi sono stati supervisionati dal capo di stato maggiore delle IDF Eyal Zamir e dal capo dello Shin Bet Ronen Bar dalla base di Kirya a Tel Aviv. L'esercito israeliano ha dichiarato che gli attacchi sulla Striscia di Gaza sono stati avviati dopo che l'IDF ha individuato preparativi da parte di Hamas per lanciare attacchi contro Israele, mentre l'organizzazione si riorganizzava e si riarmava. Secondo il Ministero dell'Informazione di Gaza, controllato da Hamas, almeno 300 persone sono rimaste uccise nei raid israeliani, che avrebbero colpito decine di obiettivi. Successivamente, il bilancio è stato aggiornato a 308 vittime, sebbene tali cifre non siano state confermate in modo indipendente.
Fonti locali nella Striscia di Gaza hanno riferito a Kan 11 News che Mahmoud Abu Watfa, responsabile della sicurezza interna di Hamas a Gaza, è stato ucciso negli attacchi. È stato inoltre segnalato che Mohammed Abu Ubaida al-Jammasi, membro dell'ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza e Issam al-Da'alis, membro dell'ufficio politico di Hamas, sono stati eliminati. L'ufficio del Primo Ministro ha affermato che «il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato alle IDF di adottare misure severe contro l'organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza.Ciò segue il ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, nonché il rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori». L'organizzazione terroristica Hamas ha risposto ai nuovi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. I jihadisti palestinesi in una nota hanno affermato: «Netanyahu e Israele hanno la piena responsabilità delle conseguenze dell'aggressione infida a Gaza. Netanyahu e il suo governo estremista stanno prendendo la decisione di annullare l'accordo di cessate il fuoco e stanno esponendo gli ostaggi a Gaza a un destino sconosciuto. Chiediamo che i mediatori ritengano Netanyahu e Israele pienamente responsabili per aver violato l'accordo e averlo annullato».
Pronta la risposta di Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che a Times of Israel ha dichiarato: «Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra». In precedenza, la Casa Bianca aveva confermato di essere stata consultata in anticipo da Israele riguardo ai raid sulla Striscia di Gaza. Il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt alla domanda se gli attacchi a Gaza siano l'inizio dell'adempimento della promessa di Trump secondo cui «si scatenerà l'inferno» a Gaza se Hamas non rilascerà gli ostaggi, Leavitt ha risposto: «Beh, l'amministrazione Trump e la Casa Bianca sono state consultate dagli israeliani sui loro attacchi a Gaza stasera e, come ha chiarito il presidente Trump, Hamas, gli Houthi, l'Iran e tutti coloro che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti d'America avranno un prezzo da pagare». Il ministro della Difesa Israel Katz che ha ordinato la chiusura del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto ha commentato la ripresa dei combattimenti a Gaza e ha affermato: «Se Hamas non rilascia tutti gli ostaggi, le porte dell'inferno si apriranno a Gaza e gli assassini e gli stupratori di Hamas affronteranno l'IDF con intensità mai viste prima. Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa e tutti gli obiettivi di guerra non saranno raggiunti».
La ripresa dei combattimenti è avvenuta due giorni dopo che Netanyahu, a seguito di un'approfondita discussione sulla questione degli ostaggi, a cui hanno partecipato ministri, il team negoziale e i leader della difesa israeliana, ha incaricato il team negoziale di prepararsi a proseguire i colloqui per l'immediato rilascio di 11 ostaggi vivi e di circa la metà di quelli deceduti, come da risposta dei mediatori alla proposta dell’inviato in Medio Oriente Steve Witkoff. Il mediatore Usa venerdì scorso aveva espresso tutto il suo scetticismo affermando: «Purtroppo Hamas ha scelto di rispondere dichiarando pubblicamente flessibilità, mentre presenta segretamente richieste del tutto impossibili da realizzare senza un cessate il fuoco permanente». Poi Witkoff aveva lanciato un avvertimento ai jihadisti palestinesi: «Hamas sta facendo una pessima scommessa credendo che il tempo sia dalla sua parte. Non è così. Hamas è ben consapevole della scadenza e deve capire che risponderemo di conseguenza se passerà».
Secondo la nuova proposta di Witkoff, il cessate il fuoco sarebbe stato esteso di 50 giorni e Israele avrebbe rilasciato i terroristi condannati, in cambio del rilascio di alcuni ostaggi. Durante questo periodo sarebbero dovuti riprendere i colloqui sulla seconda fase dell'accordo, che prevedeva il ritiro completo di Israele da Gaza. Tuttavia, le ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Hamas e la sua scelta di proseguire il conflitto hanno compromesso il processo.
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