F1, Red Bull irrita Verstappen: Lawson non è il problema
Red Bull demansiona Lawson e fa incazzare Verstappen. Un film già visto, dove il neozelandese si sposta al team di Faenza, dal quale si preleva Yuki Tsunoda. La prima considerazione da fare non è affatto sarcastica: ma allo stato attuale, essere ingaggiato dal team di Milton Keynes è davvero una “promozione”? Il tanto agognato sedile […]

Red Bull demansiona Lawson e fa incazzare Verstappen. Un film già visto, dove il neozelandese si sposta al team di Faenza, dal quale si preleva Yuki Tsunoda. La prima considerazione da fare non è affatto sarcastica: ma allo stato attuale, essere ingaggiato dal team di Milton Keynes è davvero una “promozione”? Il tanto agognato sedile al fianco di Max Verstappen è davvero un’opportunità?
La coabitazione con il quattro volte campione del mondo ha distrutto parecchie carriere. Il punto è un altro. Lo scambio di piloti interno alle sue scuderie della famiglia di Milton Keynes è una decisione di pancia. Per fare un parallelo calcistico, è come quando si esonera un allenatore nel calcio. Non potendo sostituire tutta la squadra, si cerca di cambiare passo e sollevare dal proprio incarico la figura più debole dell’organizzazione.
Sacrificato l’anello debole della catena
Così come nel calcio raramente l’allenatore subentrante riesce a cambiare le sorti di una stagione, si può davvero credere che Red Bull, con Yuki Tsunoda, possa lottare per il titolo costruttori? Il pilota nipponico è sicuramente un buon manico, ma non è la panacea dei mali del team austriaco. La verità è che l’abilità di Verstappen ha mascherato per tanto tempo l’involuzione tecnica in atto nella scuderia blue racing.
È naturale che, in fase di progettazione, il parere dell’olandese sia sempre stato tenuto in grande considerazione. Questo poteva andare bene finché il quattro volte campione del mondo riusciva a vincere. Da un po’, però, Red Bull non è il riferimento tecnico della categoria e quanto di buono realizzato nei race weekend è ascrivibile esclusivamente al talento del figlio di Jos.
F1. La delusione del campione del mondo
Max sembra ormai rassegnato. Chi segue il talento di Hasselt ha potuto certamente notare la sua calma serafica, sia nei team radio che nelle dichiarazioni post-gara. Con il materiale a disposizione non si può ottenere di più e, conseguentemente, lottare in pista può solo peggiorare le cose, come dimostra la facilità con cui Piastri lo ha superato nel corso della Sprint Race della Cina.
Il talento dei Paesi Bassi è assai deluso dalla bocciatura di Lawson, non perché tema il confronto con Yuki Tsunoda. Per risalire la china serve ben altro che un nuovo compagno di squadra. Max ha compreso che, la direzione tecnica della sua squadra, non è in grado di porre rimedio alle problematiche emerse già nella seconda fase della scorsa stagione. I solo otto punti di distacco dal leader dopo solo due gare non devono trarre inganno.
La profonda crisi tecnica della scuderia diretta da Horner è sotto gli occhi di tutti. In tale contesto, l’avvicendamento dei piloti al suo fianco, secondo Verstappen, è l’ultimo dei problemi. Sentir parlare di titolo costruttori nel comunicato in cui si annuncia il debutto di Tsunoda in Red Bull è un paradosso. Il giapponese potrebbe pure fare meglio di Liam, ma i provvedimenti che dovrebbe mettere in atto il team sono ben altri.
Possibile che nella scuderia austriaca, dopo la partenza del genio di Adrian Newwey, nessuno abbia compreso il valore aggiunto del campione del mondo e, conseguentemente, la pochezza del progetto RB21? In base a quale criterio si possono fare tali proclami, quando sino all’ultimo degli uomini della scuderia ex campione è consapevole che, senza Max, Red Bull se la giocherebbe nel midfield?
Max vuole una monoposto veloce per tutti
Nonostante Verstappen, con il suo stile di guida, riesca a performare come nessun altro compagno di squadra, lui stesso è il primo a desiderare una vettura più facile da guidare e possibilmente più rapida, situazione che avrebbe un riflesso positivo per tutti, anche per lui stesso verso il titolo piloti. E invece la squadra continua a cercare un pilota in grado di replicare lo stile di guida dell’olandese, piuttosto che concentrarsi sul deficit tecnico.
Ecco perché in Cina, Max dichiarò che Lawson sarebbe stato più rapido su una Racing Bulls. Non una battuta spiritosa, ma un monito verso il team: il neozelandese è veloce, i problemi sono altrove. Il management Red Bull, con il placet di Honda, ha ritenuto opportuno promuovere Yuki. Operazione che Max non ha gradito. Lo si evince attraverso alcuni indizi social, con un like dell’olandese sul post di Van der Garde che critica aspramente l’allontanamento di Lawson…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – F1Tv