Evasione fiscale in Italia: solo un debitore su otto è una partita IVA
lentepubblica.it Un’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre fa luce su un fenomeno spesso al centro del dibattito pubblico: la distribuzione dei debitori fiscali in Italia, scagionando dai colpevoli presunti i titolari di Partita IVA. I dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione rielaborati dall’Ufficio Studi della CGIA smentiscono l’idea diffusa che i lavoratori autonomi siano i principali […] The post Evasione fiscale in Italia: solo un debitore su otto è una partita IVA appeared first on lentepubblica.it.

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Un’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre fa luce su un fenomeno spesso al centro del dibattito pubblico: la distribuzione dei debitori fiscali in Italia, scagionando dai colpevoli presunti i titolari di Partita IVA.
I dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione rielaborati dall’Ufficio Studi della CGIA smentiscono l’idea diffusa che i lavoratori autonomi siano i principali responsabili dell’evasione fiscale. Infatti, solo il 12,7% dei contribuenti con debiti fiscali è titolare di partita IVA, mentre la grande maggioranza appartiene alla categoria dei lavoratori dipendenti, pensionati e altri percettori di reddito.
Un buco fiscale da oltre 1.200 miliardi, ma solo una minima parte recuperabile
Dal 2000 al 2024, il totale delle imposte, contributi, multe e bollette non riscossi in Italia ha raggiunto l’impressionante cifra di 1.274,5 miliardi di euro. Tuttavia, dopo aver escluso i casi di contribuenti deceduti, aziende chiuse, nullatenenti e soggetti già sottoposti a misure esecutive, la somma realmente recuperabile si riduce a circa 100 miliardi, pari a meno dell’8% del totale.
Un altro dato significativo riguarda la frammentazione del debito fiscale: il cosiddetto “magazzino residuo” si compone di ben 175 milioni di cartelle esattoriali per un totale di 291 milioni di crediti. La maggior parte di questi ha un importo piuttosto basso: il 76% delle cartelle esistenti riguarda somme inferiori ai 1.000 euro, per un valore complessivo di 59 miliardi.
Debiti fiscali: il 58% concentrato nel Centro-Sud
L’analisi della distribuzione geografica del debito mostra che più della metà delle somme non riscosse, pari a 739,3 miliardi di euro, si concentra nelle regioni del Centro-Sud. Le restanti aree del Paese, prevalentemente settentrionali, registrano invece 535,1 miliardi di euro di crediti inevasi.
Considerando il debito pro capite, la regione con il peso fiscale non riscosso più elevato è il Lazio, con 39.673 euro per abitante, seguita da Campania (27.264 euro), Lombardia (25.904 euro), Molise (20.469 euro) e Marche (20.078 euro). In termini assoluti, la Lombardia detiene il record con 259,4 miliardi di euro di crediti non incassati, seguita da Lazio (226,7 miliardi), Campania (152,5 miliardi), Emilia-Romagna (87,9 miliardi) e Sicilia (87,8 miliardi).
Lotta all’evasione: la chiave è un fisco più efficiente
I dati evidenziano la necessità di rendere il sistema fiscale più efficace e trasparente. Un controllo più mirato e l’uso intelligente delle informazioni in possesso dell’Amministrazione finanziaria potrebbero contribuire a individuare con maggiore precisione le situazioni di evasione più gravi. Tra le pratiche più diffuse figurano le frodi sull’IVA, l’uso improprio di crediti inesistenti, il trasferimento fittizio della residenza fiscale all’estero e l’occultamento di patrimoni fuori dai confini nazionali.
Se da un lato è innegabile che alcune piccole imprese e professionisti possano eludere il fisco, i dati dimostrano che l’evasione più consistente è attribuibile ai grandi contribuenti. Per questo motivo, un approccio che combini semplificazione normativa e controlli più efficaci può rappresentare la strada migliore per migliorare la riscossione senza penalizzare chi opera in regola.
Il dossier della CGIA Mestre
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