Emanuela Orlandi, un’ex allieva della scuola di musica confessa: “Quel giorno aveva un appuntamento”

La commissione bicamerale di inchiesta che indaga sul mistero delle comparse di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi ha ascoltato ieri un’ex allieva della scuola di musica Tommaso Ludovico da Victoria, la stessa frequentata dalla “Vatican Girl” e da cui si persero per sempre le sue tracce quel 22 giugno del 1983. Sabrina Calitti è il […] L'articolo Emanuela Orlandi, un’ex allieva della scuola di musica confessa: “Quel giorno aveva un appuntamento” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 11, 2025 - 12:28
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Emanuela Orlandi, un’ex allieva della scuola di musica confessa: “Quel giorno aveva un appuntamento”

La commissione bicamerale di inchiesta che indaga sul mistero delle comparse di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi ha ascoltato ieri un’ex allieva della scuola di musica Tommaso Ludovico da Victoria, la stessa frequentata dalla “Vatican Girl” e da cui si persero per sempre le sue tracce quel 22 giugno del 1983.

Sabrina Calitti è il suo nome e oggi insegna in un istituto sul litorale romano, insieme a Laura Casagrande, anche lei allieva della suddetta scuola di musica e coinvolta nella vicenda dai presunti rapitori che telefonarono a casa sua.

A ben 42 anni di distanza, la Calitti ricorda perfettamente cosa accadde quel giorno. Di Emanuela ha detto: “Era molto riservata, avevo legato di più con altre ragazze. L’unico momento in cui ci incrociavamo era l’aula di canto con il maestro Miserachs (Valentino, maestro di canto corale, ndr)”

E proprio lì, quel pomeriggio del 22 giugno, Calitti aveva notato che Emanuela era in ritardo come lei. Calitti ricorda che in quei giorni stavano preparando un concerto all’Auditorium della Conciliazione. Le prove erano già iniziate. “Di solito eravamo molto puntuali, nessuna voleva fare brutta figura. Io salivo le scale, dietro di me ho sentito qualcuno: era lei. Le ho fatto una battuta, poi si è fermata alla cabina telefonica sul piano. Mi ha detto di andare, doveva fare una chiamata”.

Quasi certamente la donna all’epoca 15enne si riferisce, forse inconsapevolmente, alla telefonata che Emanuela Orlandi fece a sua sorella Federica che era a casa, per informarla dell’offerta di lavoro ricevuta dal cosiddetto “uomo dell’Avon”. Quest’uomo fu visto con la sua Bmw davanti al Senato, parlare con la cittadina vaticana sia prima che dopo la lezione di musica dal vigile Alfredo Sambuco e a rigor di logica si può pensare che l’uomo sia la stessa persona che abbia messo in atto il sequestro di Emanuela Orlandi.

Questo particolare della telefonata, benché non sia nuovo, non era mai stato chiarito dalla Calitti all’epoca, quando fu ascoltata dagli inquirenti.

Poco dopo, sempre dal racconto della Calitti, Emanuela quel giorno uscì dall’aula e aggiunse: “Devo andare via, ho un appuntamento”. Anche Sabrina andò via, prese l’autobus su Corso Vittorio in direzione piazza Navona dove, tra il caos del centro di Roma, la rivide per l’ultima volta. “Era alla fermata, sul marciapiede di Corso Rinascimento, lato Sant’Agostino. Non ero sola, eravamo in gruppo. Ho detto, scherzando: ‘Aveva tutta questa fretta e ancora sta lì’”, ha dichiarato ieri.

Nella serata di ieri, da fonti vicine alla Commissione, si apprende dall’Ansa che l’audizione della donna lascia un grande punto interrogativo poiché “rispetto alle sue dichiarazioni a verbale di 42 anni fa colloca la presenza di Emanuela in attesa e da sola in un diverso punto”. In passato aveva detto di averla vista l’ultima volta sulle scale della scuola di musica. Si tratta di “una novità importante” che però impone anche l’interrogativo: “Se Calitti avesse mentito allora. Per allontanare oggi le ipotesi sulle ultime persone viste in compagnia di Emanuela o per dare uno spunto utile alle indagini?” (fonte: Agenzia Ansa).

Sempre dall’Ansa si apprende che “diversi commissari, al termine di oltre tre ore di domande, si sono detti insoddisfatti per una testimonianza in diversi passaggi in contraddizione con quanto dichiarato dalla donna a verbale, quando fu ascoltata dalla Squadra mobile di Roma il 29 luglio del 1983”.

Ma bisogna considerare che sono passati ben 42 anni e che la Calitti all’epoca era soltanto una ragazzina che di certo avvertì la pressione di quell’evento ancora oggi inspiegabile. C’è solo una certezza che emerge da quanto dichiarato ieri dalla donna a Palazzo San Macuto: Emanuela Orlandi quel giorno aveva un appuntamento. Quasi certamente con chi le tese la trappola, proponendole di distribuire volantini per l’Avon in cambio di una cifra molto allettante, 375mila lire. Una trappola che la risucchiò nel buio che ancora avvolge il suo destino.

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