Economia tedesca sempre più in difficoltà
Oggi mercati chiusi per le feste Pasquali e nessun dato importante in uscita. Negativa la produzione industriale della Germania, che di fatto continua la serie negativa di dati e allontana la ripresa economica, non solo della Germania, ma dell’intera Europa.

Come era nelle attese, ieri la BCE ha tagliato per la settima volta di 25 bps i tassi. Il tasso sui depositi quello di riferimento, scende da 2,50% a 2,25%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala da 2,65% a 2,40%, quello sui prestiti marginali da 2,90% a 2,65%. Nel corso della conferenza stampa, la Lagarde ha detto che il consiglio direttivo è cauto sullo scenario economico condizionato dai dazi. L'economia dell'area dell'euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l'area dell'euro.
Crolla il PhillyFed di aprile (-26.4 punti contro +2.2 atteso e +12.5 in marzo), evidenziando le difficoltà de settore manifatturiero nel distretto di Philadephia. Più basse delle attese, pari a 215k, le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione (225k attese e 223k della scorsa settimana).
Alcuni investitori potrebbero considerare il ritmo e la direzione delle varie tariffe come parte integrante di un piano. Altri probabilmente hanno un'opinione diversa. Qualunque sia la vostra opinione, il punto è che quando si tratta di mercati finanziari e gestione del portafoglio in periodi di volatilità, riteniamo sia necessario avere un piano d'azione o almeno essere soddisfatti della propria situazione attuale.
Dal nostro punto di vista, anche prima dell'implementazione delle attuali strategie tariffarie, avevamo messo in luce che l'economia statunitense avrebbe incontrato un ostacolo e avrebbe rallentato nella prima metà di quest'anno. Questa linea di pensiero è a maggior ragione valida oggi. Nonostante questo, crediamo che gli investitori siano ancora in generale favorevoli alle azioni statunitensi a grande e media capitalizzazione. Queste rappresentano i segmenti di alta qualità delle classi di attività azionarie.
Lungi dal mettere la parola fine, l’incertezza tariffaria è anzi accelerata. Nel corso delle ultime settimane, abbiamo visto l'amministrazione passare da una strategia aggressiva di dazi reciproci, che prevedeva dazi universali significativi su praticamente tutti i nostri partner commerciali, ad una sospensione per la maggior parte dei dazi reciproci, ma lascia un'imposta del 145% sulle importazioni dalla Cina. Spegnete le notizie per qualche ora o un giorno e, in questo contesto, potreste perdervi molti titoli importanti. Bisogna prestare attenzione. Certo, è difficile tenere il passo con il ritmo degli annunci che abbiamo visto nelle ultime settimane.
Sappiamo che non tutti gli investitori si sentono a proprio agio nell'affrontare il mercato azionario in questo momento. Dopotutto, bisogna poter dormire sonni tranquilli. Fortunatamente, i tassi di interesse offerti sulle alternative liquide sono generalmente superiori a quelli registrati al momento dell'inizio della pandemia e possono offrire un reddito agli investitori più nervosi.
Con un orizzonte temporale di lungo termine, riteniamo che gli investitori agli attuali livelli azionari, possano ritenere interessante entrare gradualmente sul mercato, nonostante il rimbalzo dai recenti minimi. Di fatto, siamo ancora al di sotto del 12% circa dal massimo storico dell'indice S&P 500, raggiunto a metà febbraio. Nel reddito fisso, riteniamo che gli investitori tenderemmo a privilegiare il segmento investment grade e quello delle obbligazioni societarie investment grade.
Nessuno sa quando rallenterà il ritmo degli annunci relativi ai dazi, attenuando la volatilità dei mercati. Motivo questo per il quale ribadiamo di diversificare il portafoglio e guardare al lungo termine.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM