Drive USB a prezzi stracciati? La truffa è dietro l'angolo: come difendersi

L'OS legge 2 TB ma magari la memoria è in realtà solo da 64 GB. E tu ti trovi con un sacco di file che sembrano lì, ma in realtà sono vuoti.

Apr 29, 2025 - 19:03
 0
Drive USB a prezzi stracciati? La truffa è dietro l'angolo: come difendersi

Al giorno d’oggi è facile restare fregati con le chiavette USB o gli hard disk esterni: fai un giro su Amazon, ne trovi di produttori sconosciuti a prezzi stracciati e con capienze rispettabili, arrivano a casa e, chi l’avrebbe detto?, Windows le identifica proprio con la capacità reclamizzata. Solo che non è vero: le chiavette riportano un dato falso, se si prova effettivamente a riempirle si fermano molto, molto prima. Può capitare per esempio che drive da 1 o 2 TB in realtà includano solo una memoria da 64 GB!

Il problema può essere in realtà anche molto più subdolo e potenzialmente dannoso: il sistema operativo copia effettivamente documenti in base alle capacità rilevate, ma in realtà i file non vengono mai scritti sul supporto. Magari risultano pure visibili e presenti sull’unità, ma sono vuoti. Un paio di anni fa un programmatore si è accorto della truffa testando un drive esterno con un tool specialistico (realizzato da lui stesso) per scenari di data recovery, e rilevando alcune anomalie inspiegabili. Intuita la truffa, si è passati ad acquistare su Amazon una dozzina di chiavette a prezzi “troppo belli per essere veri”, il che ha confermato che la truffa era tutt’altro che un caso isolato.

Così è nato ValiDrive, un tool gratuito che funziona in modo molto semplice: prende alcuni (576, per la precisione) indirizzi a caso nella tabella di allocazione dei file di un’unità, prova a scriverci e, dettaglio cruciale, verifica che l’informazione sia stata effettivamente scritta, provando a leggerla. Se l’unità ha davvero la capacità che dice di avere, tutte le caselle dovrebbero risultare verdi: indirizzo trovato, dato scritto e dato letto. Se invece la tabella dei risultati riporta delle celle rosse, vuol dire che quell’indirizzo in realtà non esiste, anche se l’unità cerca di convincere il sistema operativo del contrario.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE