Dove investono gli italiani?
Molti italiani sono ancora restii ad acquistare azioni e sottoscrivere altri strumenti finanziari. Tuttavia, gli investitori hanno compreso che diversificare è la regola base per migliorare il profilo rischio/rendimento e preferiscono strumenti finanziari strutturati. Dove stanno investendo di più gli italiani?

Molti italiani sono ancora restii ad acquistare azioni e sottoscrivere altri strumenti finanziari. Tuttavia, gli investitori hanno compreso che diversificare è la regola base per migliorare il profilo rischio/rendimento e preferiscono strumenti finanziari strutturati. Dove stanno investendo di più gli italiani?
La crescita economica mondiale si conferma positiva con attese superiori al 3% nei prossimi due anni. Anche questa volta gli States guidano il trend mentre la Cina rallenta e l’Area Euro cresce dello 0,8%. I servizi si confermano trainanti mentre il comparto manifatturiero manifesta aree di criticità. Frena l’inflazione ma l’allerta è d’obbligo soprattutto negli USA. Il calo dei tassi è ancora in corso ma la Fed potrebbe frenare. In questo contesto gli italiani tendono tuttora a parcheggiare troppo liquidità sui conti correnti, ma chi investe sottoscrive strumenti finanziari strutturati al fine di cogliere opportunità di maggiori rendimenti in un contesto di ribasso dei tassi di interesse. Vale la pena ricordare che l’investimento in strumenti di liquidità dal 2016 non ha offerto rendimenti soddisfacenti (ad eccezione dello scorso anno), nemmeno necessari a compensare l’effetto erosivo dell’inflazione. Basta pensare che il rendimento annualizzato a dieci anni per gli investimenti in liquidità sia molto contenuto (0,60%) a fronte di rendimenti molto più generosi di un portafoglio bilanciato e/o obbligazionario.
QUANTO TIRANO I BTP?
Tra l’altro la penultima settimana di febbraio si è chiusa l’emissione per i piccoli risparmiatori del BTP PIU’, con opzione put che permette l’uscita con rimborso completo del capitale investito dopo quattro anni e con rendimento del 2,85% nei primi quattro anni e del 3,7% negli ultimi quattro. Chi ha sottoscritto il BTP Più nel 35% dei casi detiene in portafoglio solo Titoli di Stato, mentre il restante 65% composto da una platea più giovane, ha investito in altri prodotti, soprattutto Polizze Vita, Fondi e Sicav e Certificates, convinti che i BTP offrono rendimenti certi ma limitati rispetto ad altre opportunità di investimento perché un portafoglio diversificato consente di ottimizzare il rapporto rischio/rendimento nel lungo periodo. Gli italiani hanno infatti capito che nella costruzione di un portafoglio diversificare è la regola base per migliorare il profilo rischio/rendimento. La sottoscrizione di fondi bilanciati/flessibili, in netta crescita nei portafogli sfrutta infatti la correlazione negativa tra le asset class obbligazionaria e azionaria, mentre la scelta di affiancare un piano di accumulo agli investimenti in un’unica soluzione permette un’attenta gestione della volatilità dei mercati, rende l’investimento più flessibile, aumenta la possibilità di diversificare in un’ottica di gestione del market timing.
SU I FONDI TARGET
Simili come struttura ai titoli di Stato i Fondi Target hanno registrato una crescita rilevante tra i risparmiatori negli ultimi mesi, col beneficio di un rendimento positivo in un orizzonte temporale definito di breve/medio termine e possibilità di un flusso cedolare periodico. Così come i certificate che offrono protezione del capitale a scadenza, beneficio del possibile flusso cedolare e miglioramento del profilo fiscale del portafoglio grazie alla compensazione di eventuali minusvalenze. Crescono le sottoscrizioni dei fondi azionari: la stagione degli utili positiva e la forza del ciclo macro confermano infatti un approccio costruttivo, soprattutto nei casi di sottopeso dei portafogli con tendenza ad accumulare nelle fasi di storno. Per la componente obbligazionaria la preferenza va invece per il credito di qualità e una strategia di diversificazione globale.