Dopo gli scontri e i 200 morti riparte la bomba Siria

Violenti scontri nel nord-ovest della Siria tra le forze di sicurezza e i combattenti fedeli all'ex presidente Bashar al-Assad hanno provocato quasi 200 morti in sole 24 ore. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra. Le forze governative di Damasco hanno inviato rinforzi nelle aree di Tartus, Jabla e Latakia, mentre è stato imposto il coprifuoco. Il nuovo presidente Ahmad al-Sharaa- Mohammed al Jolani , il leader di Hayat Tahrir al-Sham ( HTS) che nel dicembre scorso ha posto fine al regime degli Assad, ha usato la forza bruta come mostrano video terribili che documentano esecuzioni di massa contro la comunità alawita con decine di cadaveri per le strade di Latakia, Tartus e la periferia di Homs dove alcuni corpi sono stati trascinati per strada con delle auto. Gli alawiti, la cui setta è una propaggine dell'Islam sciita, costituiscono circa il 10% della popolazione siriana, in maggioranza sunnita.La situazione è precipitata giovedì quando nella città costiera di Jabaleh e nei villaggi vicini delle pattuglie governative sono state assaltate da miliziani locali che, secondo le autorità di Damasco, «Sono sostenitori di Assad» e si è trattato il più violento attacco al nuovo governo da quanto il regime di Assad è crollato. Alla BBC Mustafa Kneifati, un ufficiale delle forze di sicurezza a Latakia ha affermato: «Erano imboscate ben pianificate e premeditate contro le nostre posizioni e checkpoint da parte di diversi gruppi di assadisti». La reazione del governo di al-Sharaa, l’ex qaedista è stata spietata ed è tuttora in corso con esecuzioni di massa, lanci di barili-bomba dagli elicotteri, rastrellamenti casa per casa e abitazioni date alle fiamme L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha dichiarato di essere «profondamente preoccupato» per le notizie sugli scontri e sulle uccisioni. Ha invitato tutte le parti «ad astenersi da azioni che potrebbero infiammare ulteriormente le tensioni, esacerbare il conflitto, esacerbare le sofferenze delle comunità colpite, destabilizzare la Siria e mettere a repentaglio una transizione politica credibile e inclusiva». Evidente l’imbarazzo delle Nazioni Unite dopo che lo scorso 4 marzo Ahmad al-Sharaa dalle mani insanguinate, ha incontrato in Egitto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres con grandi sorrisi e strette di mano.Antonio Guterresha affermato di «aver preso atto degli importanti passi compiuti nel cammino verso una transizione politica in Siria» e ha sottolineato «la necessità di una transizione inclusiva, nello spirito dei principi chiave della risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza».Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale siriana Sana, nel corso dell'operazione militare lanciata dal governo di Damasco per riprendere il controllo del territorio, è stato arrestato a Jableh il generale Ibrahim Huweija. L'ex capo dell'intelligence dell'aviazione del regime è accusato di essere responsabile di numerosi crimini durante il governo di Hafez al-Assad, padre e predecessore di Bashar al-Assad. Le forze di sicurezza hanno imposto il coprifuoco nelle aree popolate dagli alawiti, tra cui Latakia, il porto di Tartus e Homs, la terza città più grande della Siria. A Tartus è ancora operativa la base navale russa e, proprio da Mosca dove da dicembre, vive in esilio Bashar al-Assad insieme con sua moglie Asma, il Cremlino ha lanciato un appello alla de-escalation del conflitto: « Siamo preoccupati - ha detto la portavoce del ministro degli Esteri Maria Zakharova - invitiamo tutti i leader siriani a fare il possibile per porre fine al massacro. Confermiamo la posizione di Mosca a sostegno della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria». La Turchia ha messo in guardia venerdì contro «qualsiasi provocazione che minacci la pace in Siria e nella regione». . La Turchia, che sostiene il governo provvisorio di Damasco, ha ancora diverse migliaia di soldati schierati in territorio siriano. La Siria è ancora una polveriera e la miccia è accesa.@riproduzione riservata ccccccdddd

Mar 8, 2025 - 16:21
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Dopo gli scontri e i 200 morti riparte la bomba Siria


Violenti scontri nel nord-ovest della Siria tra le forze di sicurezza e i combattenti fedeli all'ex presidente Bashar al-Assad hanno provocato quasi 200 morti in sole 24 ore. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra. Le forze governative di Damasco hanno inviato rinforzi nelle aree di Tartus, Jabla e Latakia, mentre è stato imposto il coprifuoco. Il nuovo presidente Ahmad al-Sharaa- Mohammed al Jolani , il leader di Hayat Tahrir al-Sham ( HTS) che nel dicembre scorso ha posto fine al regime degli Assad, ha usato la forza bruta come mostrano video terribili che documentano esecuzioni di massa contro la comunità alawita con decine di cadaveri per le strade di Latakia, Tartus e la periferia di Homs dove alcuni corpi sono stati trascinati per strada con delle auto. Gli alawiti, la cui setta è una propaggine dell'Islam sciita, costituiscono circa il 10% della popolazione siriana, in maggioranza sunnita.

La situazione è precipitata giovedì quando nella città costiera di Jabaleh e nei villaggi vicini delle pattuglie governative sono state assaltate da miliziani locali che, secondo le autorità di Damasco, «Sono sostenitori di Assad» e si è trattato il più violento attacco al nuovo governo da quanto il regime di Assad è crollato. Alla BBC Mustafa Kneifati, un ufficiale delle forze di sicurezza a Latakia ha affermato: «Erano imboscate ben pianificate e premeditate contro le nostre posizioni e checkpoint da parte di diversi gruppi di assadisti». La reazione del governo di al-Sharaa, l’ex qaedista è stata spietata ed è tuttora in corso con esecuzioni di massa, lanci di barili-bomba dagli elicotteri, rastrellamenti casa per casa e abitazioni date alle fiamme L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha dichiarato di essere «profondamente preoccupato» per le notizie sugli scontri e sulle uccisioni. Ha invitato tutte le parti «ad astenersi da azioni che potrebbero infiammare ulteriormente le tensioni, esacerbare il conflitto, esacerbare le sofferenze delle comunità colpite, destabilizzare la Siria e mettere a repentaglio una transizione politica credibile e inclusiva». Evidente l’imbarazzo delle Nazioni Unite dopo che lo scorso 4 marzo Ahmad al-Sharaa dalle mani insanguinate, ha incontrato in Egitto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres con grandi sorrisi e strette di mano.Antonio Guterresha affermato di «aver preso atto degli importanti passi compiuti nel cammino verso una transizione politica in Siria» e ha sottolineato «la necessità di una transizione inclusiva, nello spirito dei principi chiave della risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza».

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale siriana Sana, nel corso dell'operazione militare lanciata dal governo di Damasco per riprendere il controllo del territorio, è stato arrestato a Jableh il generale Ibrahim Huweija. L'ex capo dell'intelligence dell'aviazione del regime è accusato di essere responsabile di numerosi crimini durante il governo di Hafez al-Assad, padre e predecessore di Bashar al-Assad. Le forze di sicurezza hanno imposto il coprifuoco nelle aree popolate dagli alawiti, tra cui Latakia, il porto di Tartus e Homs, la terza città più grande della Siria. A Tartus è ancora operativa la base navale russa e, proprio da Mosca dove da dicembre, vive in esilio Bashar al-Assad insieme con sua moglie Asma, il Cremlino ha lanciato un appello alla de-escalation del conflitto: « Siamo preoccupati - ha detto la portavoce del ministro degli Esteri Maria Zakharova - invitiamo tutti i leader siriani a fare il possibile per porre fine al massacro. Confermiamo la posizione di Mosca a sostegno della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria». La Turchia ha messo in guardia venerdì contro «qualsiasi provocazione che minacci la pace in Siria e nella regione». . La Turchia, che sostiene il governo provvisorio di Damasco, ha ancora diverse migliaia di soldati schierati in territorio siriano. La Siria è ancora una polveriera e la miccia è accesa.

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