Docenti di sostegno scelti dai genitori, è scontro tra famiglie e sindacati: «I bisogni degli studenti più importanti dei diritti di graduatoria»

Gilda, Flc Cgil e Uil sul piede di guerra per la novità del decreto attuativo: «Il rischio è creare un sistema poco trasparente che potrebbe compromettere le graduatorie e favorire meccanismi clientelari» L'articolo Docenti di sostegno scelti dai genitori, è scontro tra famiglie e sindacati: «I bisogni degli studenti più importanti dei diritti di graduatoria» proviene da Open.

Mar 13, 2025 - 17:18
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Docenti di sostegno scelti dai genitori, è scontro tra famiglie e sindacati: «I bisogni degli studenti più importanti dei diritti di graduatoria»

scuola disabilità docente sostegno

Le famiglie degli alunni con disabilità avranno il potere di chiedere la conferma del docente di sostegno. È questa la novità introdotta dal decreto del ministero dell’Istruzione e del Merito, che attribuisce ai genitori un ruolo più incisivo nella scelta dell’insegnante, subordinandolo però al via libera definitivo della preside. Se la richiesta viene accolta, il docente avrà precedenza assoluta nella conferma del posto. La misura vale solo per l’anno scolastico 2025/2026 e si applica sia ai docenti specializzati per il sostegno, sia a quelli senza titolo che hanno già maturato esperienza nell’anno scolastico precedente tramite le graduatorie provinciali per le supplenze. Di fatto, un vero e proprio banco di prova. Se il provvedimento funzionerà senza creare gravi distorsioni nel sistema di reclutamento, non si esclude che possa aprire la strada a una riforma più strutturata.

Cosa cambia

Il decreto cambia i passaggi per la conferma del docente di sostegno a tempo determinato. Per il prossimo anno si procederà così:

  • Richiesta della famiglia: entro il 31 maggio 2025, il dirigente scolastico raccoglie le richieste delle famiglie per il mantenimento dello stesso docente.
  • Valutazione della scuola: il Gruppo di Lavoro Operativo, con il dirigente, valuta se la conferma sia nell’interesse dell’alunno.
  • Comunicazione degli esiti: entro il 15 giugno 2025, il dirigente informa famiglia, docente e Ufficio scolastico territoriale sull’esito della valutazione.
  • Conferma con precedenza assoluta: se le condizioni sono ritenute idonee, il docente può esprimere la volontà di essere confermato con precedenza assoluta per l’anno scolastico successivo.
  • Nomina e pubblicazione degli esiti: l’Ufficio scolastico territoriale verifica la disponibilità del posto e ufficializza la conferma entro il 31 agosto 2025.

Sindacati pronti a fare ricorso: «Favorisce clientelismi»

Il decreto ha provocato immediate reazioni, dividendo il mondo della scuola tra sostenitori e oppositori. Da un lato, i sindacati Gilda, Flc Cgil e Uil Scuola si sono schierati nettamente contro il provvedimento, denunciando il «rischio di un sistema poco trasparente che potrebbe compromettere le graduatorie e favorire meccanismi clientelari». Secondo Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, questa misura «rappresenta un pericoloso ritorno ai tempi della chiamata diretta prevista dalla Legge renziana 107 del 2015». Il principale timore, spiega Castellana, è che «la scuola si trasformi in un “supermarket”». Mentre, a suo avviso, per garantire veramente la continuità didattica andrebbero stabilizzati gli insegnanti con un piano di immissione in ruolo. Altrimenti, ritiene il sindacalista, si «rischia di calpestare i diritti di graduatoria».

«Svaluta la funzione educativa della scuola»

Della stessa linea anche la Flc Cgil, secondo cui il provvedimento è «molto grave» perché ritenuto «lesivo della trasparenza delle procedure di reclutamento». Secondo il sindacato, si tratta di un servizio che «svaluta la funzione educativa e didattica della scuola». A far da eco è anche la Uil Scuola Rua che si schiera senza mezzi termini contro il provvedimento. Se gli altri sindacati hanno annunciato l’intenzione di valutare l’impugnazione del decreto, la Uil ha già mobilitato il proprio ufficio legale. «Incoraggerà un sistema clientelare e di facile ottenimento del consenso, minando il principio di imparzialità del nostro sistema scolastico statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo», commenta il Segretario generale Giuseppe D’Aprile.

«Un passo avanti»

A sostenere la misura, invece, sono le famiglie degli alunni con disabilità, che da anni lamentano la mancanza di continuità didattica per i loro figli. «Sono molto amareggiato dalla posizione dei sindacati. Devono tutelare i lavoratori e le lavoratrici, ma su questo punto potevano avere un atteggiamento diverso perché il provvedimento è stato fortemente voluto dalle famiglie», commenta a Open Vincenzo Falabella, presidente di Fish, la Federazione che raggruppa le associazioni rappresentative delle persone con disabilità e dei loro familiari. A suo avviso, si tratta di un passo avanti: «Ai nostri alunni con disabilità non viene garantita la continuità didattica che è un elemento essenziale per la crescita dell’alunno».

«La girandola delle cattedre? Perché gli insegnanti non sono stabili»

Di tutt’altro avviso il coordinatore della Gilda, nonché ex insegnante di sostegno, che replica alla Fish parlando di bersaglio sbagliato: «Noi sindacati difendiamo docenti e studenti, perché anche noi siamo insegnanti. Invece di essere amareggiati con noi, bisognerebbe prendersela con i vari governi che hanno incancrenito la situazione nel tempo: i posti di sostegno sono quasi sempre coperti da supplenti, quando invece servirebbero piani di ruolo», replica il sindacalista. «Se un docente è di ruolo in una scuola, non si sposta. La girandola di cattedre nasce dal fatto che ogni anno bisogna nominare nuovi supplenti». E avverte: «Si sta innescando una guerra tra poveri. Inoltre, va chiarito che l’insegnante di sostegno non è assegnato al singolo alunno con disabilità, ma all’intera classe. Quindi, anche nella soluzione adottata dal ministero c’è qualcosa di confusionario».

«Troppi turnover per i nostri figli»

Per le famiglie coinvolte, però, la possibilità di segnalare il docente ritenuto più adatto dai genitori non è un elemento di distorsione, bensì uno strumento per garantire agli studenti una figura di riferimento costante nel loro percorso educativo. Secondo Falabella, il vero problema del sostegno in Italia è la «carenza di insegnanti specializzati e il continuo turnover, che porta gli alunni con disabilità a cambiare anche più docenti nel corso dello stesso anno scolastico». Il provvedimento, pur non essendo risolutivo, viene quindi accolto dalla Federazione come un primo passo verso un sistema più inclusivo. «Abbiamo alunni che cambiano insegnanti di sostegno 1, 2, 3 volte all’anno. Era importante intervenire e siamo soddisfatti che sia stato fatto», commenta il presidente della Fish. «Anche la famiglia è termometro di valutazione dell’alunno. Nessuna famiglia vorrebbe mai che il proprio figlio venisse affiancato da un insegnante incompetente. Non risolverà tutti i problemi della scuola, certo, ma è un primo tassello», prosegue. «La vera inclusione passa con la formazione di tutti i docenti. La classe nel suo complesso deve appartenere a tutti. L’insegnante curricolare non deve dare una delega eccessiva al collega del sostegno, altrimenti al posto di includere l’alunno con disabilità, lo si esclude».

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