Detenuto tenta 18 volte suicidio, Corte Ue: l'Italia deve risarcirlo

Il 28enne è tossicodipendente soffre di ritardo mentale e da un disturbo della personalità: oltre ai tentativi di togliersi la vita ha compiuto “atti di automutilazione almeno 45 volte”. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nei giorni scorsi ha condannato lo Stato italiano a risarcirgli 9mila euro di danni non patrimoniali per la “mancanza di un adeguato trattamento medico e di una presa in carico da parte delle autorità competenti nonostante la gravità accertata dei suoi disturbi psichiatrici”

Apr 5, 2025 - 12:23
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Detenuto tenta 18 volte suicidio, Corte Ue: l'Italia deve risarcirlo

Un detenuto di 28 anni, tossicodipendente e affetto da un grave disturbo della personalità e da ritardo mentale, tra il 2016 e il 2022 ha tentato il suicidio 18 volte, anche cercando di impiccarsi, e si è automutilato in almeno 45 occasioni. Secondo i giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, lo Stato italiano non gli ha garantito un trattamento medico adeguato, né una presa in carico coerente con la gravità accertata della sua condizione. A denunciare il caso davanti ai giudici di Strasburgo sono stati gli avvocati milanesi Antonella Calcaterra, Antonella Mascia e Davide Galliani, che hanno ottenuto una condanna per violazione dei diritti umani: l’Italia dovrà risarcire il giovane con 9mila euro per danni non patrimoniali. La Corte ha inoltre accertato la violazione del diritto di accesso a un tribunale, garantito dall’articolo 6 della Convenzione, a causa della mancata esecuzione di un provvedimento giudiziario che disponeva il trasferimento di Simone in una struttura penitenziaria più adatta alle sue condizioni.