D’Ercole, leader Cgil: "Il lavoro in provincia?. E’ povero e precario. Nubi nere all’orizzonte"
Per la segretaria generale, "restano numerose le vertenze sul territorio" "Il caso Beko non sarà chiuso finché non arriverà un nuovo investitore". E sulla sicurezza: "E’ vissuta come un orpello, si continua a morire".

"Il Primo Maggio? Dovrebbe essere un giorno di festa per tutti i lavoratori, ma ancora troppi esercizi restano aperti". Non fa giri di parole Alice D’Ercole, segretaria generale della Cgil di Siena, che oggi sarà a Poggibonsi, con Fulvio Fammoni della Cgil nazionale, in uno dei sei cortei confederali organizzati in provincia. "Il Primo Maggio vanno garantiti i servizi essenziali in termini di salute e sicurezza – afferma D’Ercole –. Credo si possa rinviare di un giorno la spesa al supermercato o l’acquisto di una maglietta".
Guardando all’occupazione in provincia, sarà un Primo Maggio con più luci o ombre?
"Vedo molte nubi all’orizzonte sul nostro territorio che è lo spettro di quanto avviene in Italia, dove il lavoro è precario e povero. Il 92% dei contratti di assunzione l’anno scorso sono stati avviamenti al lavoro e chi è destinatario di ammortizzatori sociali, a stento arriva a fine mese. Ad aggravare la situazione, il fatto che in provincia di Siena le retribuzioni siano inferiori di 3 euro alla media nazionale".
Quali sono i punti deboli dell’economia?
"Nel Paese non esistono politiche industriali, troppi contratti sono senza negoziato (a cominciare dal settore pubblico) e non c’è un salario minimo, che differenzia il lavoro dallo sfruttamento. Infatti in provincia ci sono molte vertenze, prima su tutte quella di Beko".
Dopo l’accordo firmato al ministero, oggi i lavoratori saranno in corteo nel centro storico...
"La vertenza Beko ha mostrato la fragilità delle politiche industriali del Governo, che dopo la fusione tra due multinazionali, ha permesso l’acquisto di quote di mercato e la cancellazione del sito produttivo di Siena. Sono state trovate soluzioni, ma la produzione scomparirà".
Per una vertenza (quasi) risolta, altre in provincia hanno avuto minore fortuna.
"Di sicuro AviCoop a Monteriggioni: 200 dipendenti, 180 dei quali precari e quindi sotto ricatto. Alla fine hanno accettato le poche risorse conquistate da noi sindacati, ma l’azienda ha chiuso. Il problema è che viene consentito alle imprese di fare cassa sul lavoro con logiche predatorie, in nome del profitto. Questo porta povertà e precarietà".
Cosa prevede a livello locale con l’introduzione dei dazi Usa?
"Avranno un impatto deflagrante, soprattutto nella nostra provincia che vive di export. Penso alla farmaceutica e all’agricoltura. Servono politiche di sostegno, non a pioggia, per l’innovazione, la riqualificazione e lo sviluppo. Insomma, sono necessarie valide contromisure, soprattutto alla luce dei circa 1200 posti di lavoro cancellati nel territorio di Siena".
Un altro nervo scoperto è la sicurezza sul lavoro.
"Oggi viene vissuta come un orpello. Quanta formazione può avere un lavoratore precario? E chi opera in sub appalto? In Italia ci sono state numerose stragi plurime, penso al cantiere Esselunga a Firenze e al deposito Eni di Calenzano. Il sistema della sicurezza e la dignità del lavoro sono franati. Va quindi introdotto il tema della responsabilità nel sistema degli appalti: i lavoratori non sono sacrificabili".
Possibili soluzioni?
"Bisogna cambiare il modo di fare impresa, ricordando l’articolo 41 della Costituzione che parla della responsabilità sociale delle aziende. Di qui l’importanza dei Referendum per sancire che il lavoro va tutelato e che le modalità di assunzione ordinaria non possono essere a tempo determinato. Chiediamo contratti che danno dignità, garanzie e tutele. Sotto ricatto non c’è libertà. Va ricordato il monito del presidente della Repubblica Mattarella".
Torniamo al caso Beko: è diventato un modello nazionale.
"Domani i sindacati saranno in Regione. La lotta di lavoratori ha pagato, ma la soluzione definitiva ci sarà solo quando riceveranno la busta paga del nuovo investitore. Noi, come sindacati, continueremo a vigilare, affinché sia mantenuta l’occupazione e garantita la dignità dei lavoratori".