De Luca torna sul numero chiuso a Medicina: “In Romania c’è un intero quartiere di napoletani e salernitani, roba da paese demenziale”
Il presidente campano critica le statistiche nazionali sui traguardi delle Regioni e torna a contestare il numero chiuso alla facoltà di Medicina, accusando il governo Meloni di aver preso in giro - Il video L'articolo De Luca torna sul numero chiuso a Medicina: “In Romania c’è un intero quartiere di napoletani e salernitani, roba da paese demenziale” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Nuova invettiva del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro il numero chiuso della facoltà di Medicina, in occasione della sua visita al presidio ospedaliero “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia per l’inaugurazione della nuova Tac, del Centro di simulazione e del punto di dialisi.
Il politico campano esordisce snocciolando i meriti della Regione che amministra, nonostante le enormi difficoltà: “C’è stato qualche mugugno quando dovevamo realizzare la nuova Tac di Battipaglia, ma c’è un vecchio proverbio che dice: ‘i cani abbaiano, la carovana passa’. Un po’ di ammuina non manca mai. Stiamo facendo un lavoro immane. Quando però leggete le statistiche sui giornali, dovete ricordare che sono falsate. L’ultima statistica registra il fatto che la Campania è tra le 7-8 Regioni che hanno superato tutti i target nell’ospedaliera, nella prevenzione e nel territoriale – continua – Quello che non si dice è che le Regioni lavorano con mezzi completamente diversi: è come mettere sulla stessa pista uno con la Ferrari e uno con la 500. Se arriviamo poi allo stesso traguardo in tempi più o meno simili, chi cammina con la 500 ha fatto un miracolo”.
“La Campania – ribadisce De Luca – ha 15mila dipendenti in meno nella sanità rispetto alla media nazionale e ha ogni anno 200 milioni di euro in meno nel riparto del fondo sanitario nazionale, è l’ultima Regione d’italia nel riparto. Quando leggiamo le statistiche, bisogna sapere che abbiamo fatto un miracolo, perché se altre Regioni dovessero lavorare nelle condizioni in cui siamo obbligati a lavorare noi, non arriverebbero neanche al traguardo”.
Poi illustra possibili soluzioni per sopperire alla mancanza di medici in Campania, come l’utilizzare gli specializzandi negli ospedali. E cita la Riforma Bernini, che ha solo slittato di 6 mesi il quiz necessario per accedere alla facoltà di Medicina, mantenendo quindi il numero chiuso: “Ci hanno preso in giro, hanno fatto una mezza pippa, perché hanno spostato il test a 6 mesi più tardi. Quindi, continuiamo ad avere questo filtro idiota. La nostra posizione è quella di rendere libero l’accesso alla facoltà di Medicina. Ai miei tempi, quando si andava all’università, nel primo anno non si riusciva a entrare in un’aula universitaria, ma dopo un anno i 3 quarti degli iscritti se ne erano andati, perché tanti che si avviano su un percorso verificano che non è quella la loro strada e cambiano indirizzo. Questo succederebbe anche oggi”.
E aggiunge: “In una città della Romania c’è un intere quartiere che è fatto tutto da salernitani e napoletani. I ragazzi sono costretti ad andarsene in Romania, in Bulgaria, in Albania: questa è davvero una cosa da paese demenziale. Riportiamoli in Italia, sperimentiamoli sul percorso didattico previsto, non sulle pippe che sapete voi – conclude – e cioè le domande sulla Transiberiana, sulla grattachecca, sulla figura geometrica del fiocco di neve. Questa selezione ha determinato patologie in migliaia di ragazzi che, non avendo superato i test dopo essersi chiusi in casa per un anno o per due anni, si sono visti bloccare il percorso universitario”.
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