Dazi, le quattro ragioni principali dietro le nuove misure commerciali
La politica commerciale di Trump sembra segnare un cambiamento strutturale nel ruolo degli Stati Uniti sulla scena globale. Capital Group analizza questa strategia per comprenderne le implicazioni economiche. L'articolo Dazi, le quattro ragioni principali dietro le nuove misure commerciali proviene da FundsPeople Italia.

I mercati finanziari sono stati scossi dalla nuova ondata di dazi imposti da Trump contro Canada, Messico e Cina, aumentando le preoccupazioni degli investitori sull’incertezza politica e sulle ripercussioni economiche globali. Tuttavia, il quadro resta mutevole, con annunci di dazi seguiti da retromarce e possibili tregue, rendendo difficile stimare l’impatto reale sulle economie. Alla luce di questo scenario, Jared Franz, economista di Capital Group, prova ad analizzare su quattro aspetti chiave della questione dazi.
Secondo l'esperto più che un cambiamento improvviso, la politica commerciale di Trump sembra rappresentare sia una svolta strutturale nel ruolo degli Stati Uniti a livello globale sia una continuazione di tendenze già in atto. "Questo messaggio è stato trasmesso con maggiore forza negli
ultimi giorni, il che spiega gran parte della volatilità del mercato osservata tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo", afferma.
I quattro motivi chiave alla base dei dazi
1. Disaccoppiamento
Per Franz parte della motivazione alla base degli ultimi dazi è quella di ridurre la dipendenza da catene di approvvigionamento a fonte unica, in particolare in Paesi come la Cina, dove la guerra commerciale è stata concentrata per anni. "Questa tipologia di dazi mira a riportare alcune attività manifatturiere negli Stati Uniti", spiega.
2. Ribilanciamento
I cosiddetti dazi reciproci, invece, hanno lo scopo di ristabilire l'equilibrio con altri partner commerciali, come Europa, Giappone, Messico e Canada. "L'obiettivo è ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti e costringere questi Paesi a favorire un commercio più equilibrato", analizza.
3. Negoziazione
"L'amministrazione Trump ha chiarito che alcuni dazi sono specificamente intesi a fare pressione su altri Paesi affinché contribuiscano agli obiettivi politici statunitensi, come la lotta all'immigrazione clandestina e il contenimento del flusso transfrontaliero di droghe", afferma Franz.
4. Finanziamento
Infine, i dazi sono visti come un modo per aumentare le entrate del governo statunitense e potenzialmente compensare l'impatto di altri obiettivi politici, tra cui tagli fiscali e riforme normative.
"Queste quattro motivazioni avranno un ruolo importante nell'evoluzione futura. Ad esempio, è improbabile che i dazi utilizzati a fini di negoziazione persistano per lunghi periodi di tempo. Al contrario, i dazi che fanno parte di un più ampio processo di disaccoppiamento potrebbero permanere a lungo", osserva l'economista. "Man mano che tali questioni verranno risolte, gli impatti sull'economia statunitense e su quella globale potrebbero essere significativi, ma finché non ne conosceremo i dettagli e non vedremo almeno alcuni dei risultati iniziali, sarà difficile giungere a una conclusione", argomenta.
"Nel nostro scenario di base l'economia statunitense continuerà a crescere notevolmente quest'anno, trainata da una spesa al consumo e da investimenti aziendali ingenti, a loro volta sostenuti da una forte crescita del reddito e dall'accelerazione degli utili aziendali", aggiunge. "Abbiamo sempre creduto che concentrarsi sui driver fondamentali dell'economia, come il reddito e gli utili, fosse il modo migliore per prevedere l'attività. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere che gli ingenti sviluppi geopolitici degli ultimi due mesi potrebbero creare abbastanza incertezza da far divergere l'attività economica da tali driver in modi mai osservati prima", conclude.
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