Dazi: dal 2 aprile ecco come cambia il commercio | Lo scenario

Donald Trump ha dichiarato di essere “arrabbiato” con Vladimir Putin per aver tergiversato nei colloqui sul cessate il fuoco con l’Ucraina e si è detto pronto a introdurre tariffe secondarie sugli acquirenti di petrolio russo se non verrà raggiunto un accordo. Le minacce del presidente domenica sono arrivate mentre i negoziati per una soluzione della […] L'articolo Dazi: dal 2 aprile ecco come cambia il commercio | Lo scenario proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Apr 1, 2025 - 08:49
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Dazi: dal 2 aprile ecco come cambia il commercio | Lo scenario

Donald Trump ha dichiarato di essere “arrabbiato” con Vladimir Putin per aver tergiversato nei colloqui sul cessate il fuoco con l’Ucraina e si è detto pronto a introdurre tariffe secondarie sugli acquirenti di petrolio russo se non verrà raggiunto un accordo.

Le minacce del presidente domenica sono arrivate mentre i negoziati per una soluzione della guerra in Ucraina stanno proseguendo senza una chiara svolta.

I possibili aggravi alle importazioni dai paesi che acquistano petrolio russo arrivano mentre tra mercoledì e giovedì Donald Trump ridisegnerà la mappa del commercio mondiale, rafforzando quella che ormai tutti chiamano la “guerra dei dazi“.

Mercoledì 2 aprile, come ha preannunciato da più di un mese, Trump introdurrà i cosiddetti dazi reciproci nei confronti di qualsiasi partner commerciale che applica tariffe o impone altre barriere commerciali sui prodotti statunitensi, mentre giovedì partiranno i dazi del 25% sulle auto importate negli USA.

Intanto Trump fa sapere che i dazi reciproci includeranno tutte le nazioni, non solo un gruppo più ristretto di 10-15 paesi con i maggiori squilibri commerciali. Il presidente USA ha già imposto tariffe su alluminio, acciaio e automobili, oltre ad aver aumentato del 20% i dazi su tutti i beni provenienti dalla Cina.

E quindi quelle di mercoledì, in quello che Trump ha ribattezzato il “Giorno della Liberazione“, saranno nuove tariffe.

“Si dovrebbe iniziare con tutti i paesi”, ha detto il presidente ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, smentendo il suo consigliere economico, Kevin Hassett, che aveva dichiarato di recente a Fox Business che l’amministrazione si concentrerà su 10-15 paesi.

Lo stesso Trump, la scorsa settimana, aveva suggerito che avrebbe potuto ridimensionare i suoi piani reciproci, imponendo tariffe in alcuni casi a livelli inferiori a quelli che i paesi applicano agli Stati Uniti.

Inoltre, il presidente ha dichiarato sabato scorso di non aver messo in guardia i dirigenti dell’industria automobilistica dall’aumentare i prezzi quando entreranno in vigore i dazi sulle auto prodotte all’estero, dicendo alla NBC News che “non gliene potrebbe importare di meno” se lo faranno.

Giovedì 3 aprile, infatti, entreranno in vigore i dazi del 25% sulle importazioni globali di automobili negli Stati Uniti.

I dazi riguarderanno sia le auto finite, sia le componenti per gli autoveicoli, mentre le parti conformi all’USMCA rimarranno esenti dai dazi finché il Dipartimento del Commercio “non stabilirà un processo per applicare tariffe al loro contenuto non statunitense”.

Secondo i dati di S&P Global Mobility, quasi la metà dei nuovi veicoli venduti negli Stati Uniti viene importata, una cifra che equivale a circa sette milioni di automobili, per il 50% provenienti da Canada e Messico, e poi soprattutto da Giappone, Corea del Sud ed Europa. La maggior parte delle case automobilistiche mantiene scorte solitamente sufficienti per durare circa due o tre mesi.

“Esamineremo l’inventario sul campo e probabilmente passeranno circa due mesi prima che i concessionari inizino ad avere un inventario tariffato”, ha reso noto un analista del settore automobilistico di S&P Global Mobility.

In media, nel giro di qualche mese, i prezzi dei veicoli potrebbero aumentare dell’11-12% per compensare le tariffe doganali, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota. Trump considera i dazi come un modo per proteggere l’economia nazionale dalla concorrenza globale sleale e come merce di scambio per ottenere condizioni migliori per gli Stati Uniti.

I dazi reciproci e quelli sulle auto andranno ad aggiungersi a quelli già introdotti, che non sono pochi, tra cui vale la pena di ricordare i dazi del 25% che gli USA già applicano su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, ai quali l’UE ha risposto imponendo tariffe del 50% su whisky americano, motociclette e motoscafi a partire dal primo aprile, e da metà aprile ulteriori dazi su gomme da masticare, pollame, semi di soia e altri beni.

Il Canada ha reagito imponendo tariffe su altri 20,6 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti. Nel frattempo, Corea del Sud, Cina e Giappone hanno tenuto domenica il loro primo dialogo economico in cinque anni, cercando di agevolare il commercio regionale per prepararsi ad arginare i dazi degli Stati Uniti.

Secondo una dichiarazione rilasciata dopo l’incontro, i tre ministri del commercio dei due paesi hanno concordato di “collaborare strettamente per colloqui globali e di alto livello” su un accordo di libero scambio tra Corea del Sud, Giappone e Cina per promuovere “il commercio regionale e globale”.

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