Congresso Lega, Salvini candidato unico: “Governo unito”. Ma i suoi chiedono il ritorno al Viminale
Ribadisce l’unità del governo al congresso della Lega a Firenze, che è “contro ogni tipo di guerra e di conflitto, contro le guerre militari, contro le guerre commerciali, e noi vogliamo proporre un futuro diverso, che non significa sfilare in piazza con le idee confuse e le bandiere rosse sventolanti”. Matteo Salvini, vicepremier e leader […] L'articolo Congresso Lega, Salvini candidato unico: “Governo unito”. Ma i suoi chiedono il ritorno al Viminale proviene da Il Fatto Quotidiano.

Ribadisce l’unità del governo al congresso della Lega a Firenze, che è “contro ogni tipo di guerra e di conflitto, contro le guerre militari, contro le guerre commerciali, e noi vogliamo proporre un futuro diverso, che non significa sfilare in piazza con le idee confuse e le bandiere rosse sventolanti”. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, apre la riunione e non ha competitor, è il candidato unico alla segreteria federale della Lega. Nel fine settimana il congresso di Firenze – le assise che tornano dopo quelle del 21 dicembre 2019 e che saranno presiedute da Giancarlo Giorgetti – potrebbe anzi allungarne il mandato di un anno, fino al 2029. “La Lega è il governo e lo vedrete con i messaggi di oggi e domani, sono una cosa sola. Si mettano l’anima in pace Conte e Schlein. La Lega è garanzia che il governo avrà vita lunga ed è il collante del governo”. Salvini, che interverrà domani, sottolinea l’urgenza “di capire, di agire in base a un obiettivo non a breve, ma a medio e lungo termine” e che da questi due giorni uscirà “la nostra azione politica per difendere e proteggere i confini, i risparmi, le pensioni, il lavoro e il futuro dei nostri figli”. Ma quello che chiede il partito è che Salvini torni al Viminale, attraverso i capigruppo Riccardo Molinari (Camera) e Massimiliano Romeo (Senato). Una proposta accolta dalla platea con un applauso e tutti in piedi (resta seduto Salvini, in prima fila). E Romeo insiste anche sulla continuità delle regioni a guida leghista: “Condivido la massima lealtà della coalizione, Meloni sta facendo bene, il centrodestra deve essere unito pur con delle differenze perché non siamo un partito unico, ma un certo punto un ragionamento con la Meloni dovremo proporlo: le Regioni dove governa la Lega devono restare alla Lega, tutte le Regioni, Lombardia compresa“.
Cosa succede al Congresso – Si rinnova anche parte del Consiglio federale, di fatto l’organo esecutivo in cui siedono di diritto i segretari regionali e i vicesegretari nazionali e, senza diritto di voto, tra gli altri, i capigruppo parlamentari e i governatori. Per i 22 posti elettivi del Consiglio sono state presentate 32 candidature su cui si voterà nel fine settimana. In ballo al momento non risultano big del partito. Di sicuro correrà Simone Pillon, ex senatore cattolico, uno degli organizzatori dei Family day e noto per le sue battaglie contro aborto, maternità surrogata e il ddl Zan. Tra i lombardi risultano candidati Fabrizio Cecchetti (ex Radio Padania, a volte in dissenso su unioni civili e biotestamento), Luca Toccalini (coordinatore giovani e deputato), Silvia Sardone (europarlamentare e seconda, per preferenze, a Roberto Vannacci alle ultime Europee) e Simone Bossi (ex senatore e segretario provinciale a Cremona). Tra i veneti si fa il nome di Mara Bizzotto (oggi numero due al Senato) ed Erik Pretto.
Il nuovo statuto – La Lega ha un nuovo statuto. Il congresso federale del partito ha, infatti, approvato gli aggiornamenti al testo, senza altri emendamenti. A proclamare l’esito del voto (fatto per alzata di mano) è stato Giancarlo Giorgetti, in qualità di presidente del congresso. Il precedente statuto era stato approvato il 22 novembre 2018. Il nuovo conferma il “formato” nazionale del partito (e non più solo della Lega nord) e blinda il segretario (in carica per 4 anni, e non più tre) e il suo staff più vicino, cioè i vicesegretari (prevedendone un quarto) e di un pezzo del Consiglio federale, che è l’organo esecutivo del partito. Probabile escamotage per poter allargare il partito è l’azzeramento dell’anzianità di militanza, precedentemente richiesta ai 22 componenti del Consiglio federale e di almeno 5 anni. Per le altre cariche elettive a livello federale, servono almeno 3 anni. Spazio quindi anche ai leghisti del sud, che hanno tessere più recenti.
Anche per questo è circolata l’idea di una ‘promozione’ del generale Vannacci (in aggiunta agli attuali tre vice Stefani, Crippa e Durigon), ma il partito ha ribadito che al Congresso fiorentino “non ci saranno nomine”. Insomma, ogni decisione è posticipata, anche per l’uomo che alle Europee ha portato 500 mila preferenze. Vannacci al momento non è ancora iscritto formalmente alla Lega. E non è detto nemmeno partecipi al congresso. A domanda specifica su un suo ruolo nel partito ha risposto con un “vedremo” tutto da interpretare. Lo stesso Salvini è rimasto vago sull’iscrizione del generale: “Lo scoprirete solo vivendo. Sicuramente, se qualcuno vuole avere dei ruoli, lo fa da iscritto alla Lega, però questo lo vedrete sabato e domenica a Firenze”.
Il congresso, che è il primo da quando è stata liquidata la vecchia Lega Nord, vedrà numerose mozioni sul tavolo, ma dovrebbero essere per lo più documenti programmatici e tematici. Nella fortezza Da Basso sono attesi 725 delegati. Previsti anche ospiti istituzionali e internazionali: al di là dell’ipotesi, prima ventilata e poi smentita, di Elon Musk, Giorgia Meloni potrebbe intervenire con un videomessaggio così come – secondo le attese della Lega – in collegamento potrebbe esserci l’altro vicepremier, Antonio Tajani. Sempre in video dovrebbero collegarsi Marine Le Pen, Jordan Bardella (leader di Rassemblement national), Viktor Orbán e Geert Wilders. Non faranno mancare il proprio sostegno André Ventura, presidente di Chega e Santiago Abascal, numero uno di Vox. In presenza, invece, tra gli altri, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone. Ed “è la prima volta che una assise di questo tipo – sottolinea la Lega – ospita Confindustria e un sindacato nazionale” fornendo “l’occasione per discutere di lavoro ed economia, temi fondamentali per la Lega”.
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