Come in 1984: Euronext cambia il significato della parola Esg
Per Euronext, l’indice delle principali Borse europee, da oggi gli investimenti Esg non sono più quelli sostenibili ma quelli nelle armi L'articolo Come in 1984: Euronext cambia il significato della parola Esg proviene da Valori.

In una delle distopie letterarie meglio riuscite George Orwell dedicava ampio spazio al linguaggio come strumento di controllo e disciplina. In quel capolavoro che rimane ancora oggi 1984 l’ideologia dominante del Socing era riuscita infatti ad affermarsi grazie all’introduzione di nuovi vocaboli. E, soprattutto, a decisivi mutamenti di significato delle parole conosciute più importanti. Bene, oggi, l’Europa che si riarma per andare a fare la guerra sembra volere fare la stessa cosa. E lo fa attraverso Euronext. Il principale mercato finanziario e borsa dell’Eurozona ha infatti deciso di cambiare il significato dell’acronimo Esg. Da “environmental, social e governance” a “energy, security e geostrategy”. Da categoria di investimento verso obiettivi sostenibili in ambito ambientale, sociale e di governance a categoria di investimento militare in ambito energetico, di sicurezza e strategico.
Euronext, la neolingua e il nuovo significato della parola Esg
«Euronext ha annunciato oggi il lancio di una serie completa di iniziative relative a Energia, Sicurezza e Geostrategia, il “Nuovo Esg”, per rafforzare l’autonomia strategica europea». Dice proprio così il comunicato pubblicato sul sito da Euronext, rivendicandosi in pieno il concetto di “neolingua” orwelliana. Una neolingua che deve essere in grado, dal punto di vista finanziario, a giustificare quell’incredibile cambio di paradigma in atto oggi in Europa. Dove in pochi mesi la seconda Commissione von der Leyen è passata dalla visione sostenibile del Green Deal a quella mortifera del ReArm Europe. E non trovando alcuna giustificazione etica e morale per farlo, ha deciso di cambiare le parole che lo raccontano. O ancora meglio, ha deciso che vecchie parole dovessero cambiare completamente di significato.
Nello specifico i nuovi indici sono appunto tre. L’Euronext European Energy Security Index, ovvero la “e” di energy. Questo indice raccoglie le aziende che «garantiscono la stabilità energetica europea». E per questo include fornitori di energia convenzionale, rinnovabile e anche nucleare. Sì, da oggi in Europa sarà sostenibile anche investire nel nucleare. L’Euronext European Aerospace & Defence Index, ovvero la “s” di security. L’indice raccoglie aziende che operano nella «produzione di sistemi di difesa, tecnologie aerospaziali avanzate e componentistica strategica». In pratica i mercanti di armi, gli strumenti più etici che ci siano per risolvere dubbi e controversie. Infine l’Euronext European Strategic Autonomy Index, ovvero la “g” di geostrategy. Un indice abbastanza ampio che racchiude le aziende che contribuiscono all’indipendenza strategica europea nei settori della difesa, dell’energia, della tecnologia e di altre aree critiche. Nel caso qualcuno sia rimasto inopinatamente escluso dai primi due.
Anche gli indici ESG “classici” cambiano: più spazio alle armi
Ma non è finita qui. Euronext non ha solo deciso di cambiare il significato della parola Esg, introducendo questi tre nuovi indici. Ma ha anche deciso di aggiornare i criteri dei propri indici di sostenibilità Esg già esistenti. E lo ha fatto sempre per aiutare il riarmo europeo. Infatti, come è scritto nel comunicato, «Euronext incoraggerà le agenzie di rating Esg a limitare la definizione di armi controverse alle sole attività vietate da trattati internazionali». In pratica, in base ai nuovi criteri, le esclusioni dal settore della difesa saranno limitate esclusivamente alle aziende coinvolte in armamenti vietati dai trattati internazionali. Forse non saranno considerate Esg le mine antiuomo riabilitate dalla Lettonia. Ma poco ci manca. E tutto questo sarà fatto in gran fretta. Entro giugno 2025 infatti Euronext rivedrà le metodologie per i suoi principali indici Esg sia sul Cac 40 (Parigi) sia sul Mib (Milano). Due dei più importanti indici del sistema Euronext insieme a Amsterdam, Dublino, Bruxelles, Lisbona e Oslo.
Tutto questo va a ovviamente a vantaggio delle aziende che si occupano di armi. E gli investitori potranno dirsi sostenibili e attenti ai parametri Esg anche se investiranno in armi. E gli 800 miliardi di euro che il ReArm Europe ha deciso di regalare ai mercanti di armi potranno moltiplicarsi all’infinito sulle Borse europee. Sempre in maniera sostenibile, ci mancherebbe. Anche perché Euronext ha lanciato un nuovo segmento dedicato ai bond emessi dalle aziende della difesa. Un canale per creare una corsia preferenziale di accesso al mercato e che garantirà «maggiore visibilità» presso il pubblico indistinto dei risparmiatori. Inoltre, i mercati secondari del reddito fisso di Euronext sono stati ottimizzati per «garantire liquidità e facilitare l’accesso ai market maker per investitori istituzionali e retail». Proprio in previsione di questi 800 miliardi, sottratti a un’idea di Europa attenta alla sostenibilità e dirottati verso la nuova Europa cui interessa solo la guerra. Nemmeno la magnifica distopia orwelliana sarebbe arrivata a tanto.
Finanza etica contro finanza sostenibile: una frattura ormai evidente
«Un pezzo alla volta si sta componendo un puzzle a dir poco allarmante che questa volta si spinge fino a copiare le sigle della sostenibilità creando confusione sul mercato. La corsa al riarmo, propugnata come strumento per la sicurezza, sta sollecitando sempre più gli appetiti della grande finanza, che vuole addirittura vendere gli investimenti in armi come prodotti sostenibili, come se si trattasse di attività che fanno bene alla collettività», commenta Marco Carlizzi, presidente di Etica sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica.
«Il movimento della finanza etica a livello mondiale ribadisce con forza il suo no agli investimenti (pubblici e privati) in armi. Questa deriva della finanza cosiddetta sostenibile, quanto meno, rende chiara una volta per tutte la differenza tra investimenti etici e investimenti sostenibili. Svelando l’idea istituzionale e normativa di “sostenibilità su misura”, flessibile secondo i desiderata del mercato e invece lontana dai bisogni delle persone. Primo fra tutti la pace. Ma attenzione! Chi non vuole impiegare il proprio denaro per fare profitti con le guerre potrà sempre scegliere la finanza etica».
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