Colpo di scena nel delitto di Garlasco: indagato dopo 18 anni Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi
Delitto di Garlasco: indagato l’amico del fratello di Chiara Poggi A diciotto anni di distanza, il caso del delitto di Garlasco rischia di riaprirsi con un vero e proprio colpo di scena: un’indagine aperta dalla procura di Pavia, in collaborazione con i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, potrebbe riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara […]

Delitto di Garlasco: indagato l’amico del fratello di Chiara Poggi
A diciotto anni di distanza, il caso del delitto di Garlasco rischia di riaprirsi con un vero e proprio colpo di scena: un’indagine aperta dalla procura di Pavia, in collaborazione con i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, potrebbe riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Per il delitto è stato condannato in via definitiva nel 2015 Alberto Stasi, fidanzato della vittima all’epoca dei fatti e detenuto nel carcere di Bollate da 10 anni.
Secondo gli investigatori, infatti, chi ha ucciso la ragazza nella sua abitazione sita in via Pascoli a Garlasco per l’appunto ha lasciato una sua traccia sulla scena del crimine. Una “firma” che sarebbe quella del Dna trovato intorno a due dita delle mani della vittima. Il materiale genetico, però, non apparterrebbe ad Alberto Stasi ma, bensì, ad Andrea Sempio (qui il suo profilo), amico del fratello di Chiara Poggi.
Andrea Sempio, oggi 37enne e all’epoca dei fatti 19enne, è oggi indagato per concorso in omicidio con Alberto Stasi, essendo quest’ultimo l’unico condannato per il delitto, o persona rimasta ignota. Sempio, dopo aver negato l’assenso all’esame del Dna la settimana scorsa, nella giornata di domani, mercoledì 12 marzo, dovrà presentarsi nella sede della scientifica dei carabinieri di Milano per essere sottoposto all’esame salivare e al tampone in modo “coattivo”.
Andrea Sempio era già stato indagato nel 2016 in seguito a una perizia, presentata dalla difesa di Stasi, secondo la quale il profilo genetico dell’uomo era stato trovato sulle unghie della vittima. Una vicenda, però, che era stata chiusa con l’archiviazione con l’allora procuratore aggiunto Mario Venditti che aveva sottolineato, come ricorda il Corriere della Sera, la “pretestuosità delle indagini difensive su Sempio, l’assoluta infondatezza del suo coinvolgimento nel caso e la correttezza delle indagini svolte sul delitto”.