Che cosa celano le schermaglie parlamentari di Conte e Schlein contro Meloni
Appunti sul movimentato dibattito parlamentare. La nota di Sacchi.

Appunti sul movimentato dibattito parlamentare. La nota di Sacchi
Tra Elly Schlein che chiede al premier, a rischio di sfiorare inconsapevolmente la gaffe, da quanto tempo non va più in un ospedale, Maria Elena Boschi che invece si chiede da quanto tempo non frequenta più i mercati rionali e Giuseppe Conte che ironizza sulla “fanciullezza” con cui il premier risponderebbe sui temi della vita reale, Giorgia Meloni affronta opposizioni che sembrano fare soprattutto a gara tra loro tra chi alza di più i toni. Opposizioni che, ad eccezione di Azione con Andrea Richetti, più che interrogare il premier e confrontarsi anche duramente sui vari temi, proponendo se non soddisfatti soluzioni alternative, così come avevano già fatto al Senato, anche al Premier-time alla Camera sembrano trasformare l’appuntamento in una sorta di comizio elettorale. Con toni quasi da sfiorare il tentativo di delegittimazione del premier, come a prescindere.
Dai dati sull’economia alla sanità alla politica estera, le opposizioni attaccano a testa bassa. Se Schlein, segretaria del Pd, è durissima sulla sanità, Conte e Boschi sembra che facciano a gara tra chi lancia gli strali più acuminati contro Meloni. La deputata di Italia Viva, all’attacco sulla situazione economica e i giovani che lasciano il nostro Paese, sentenzia che Meloni, accusata di descrivere “un’Italia da favola, Meloni-land”, “non è all’altezza di governare questo Paese”. A Boschi, comunque, non può certo essere piaciuto l’affondo del premier sulle opposizioni che “aboliscono con referendum quelle riforme che avevano fatto quando governavano”. Evidente riferimento al referendum appoggiato dal Pd di Schlein contro il Jobs act del governo di Matteo Renzi, di cui faceva parte Boschi. Così come sul riarmo a Conte non può certo esser piaciuta la replica dura di Meloni che gli chiede nella veste di quale “dei tanti Giuseppi” l’attacchi: il Giuseppe “antimilitarista” o il premier “che aveva aumentato la spesa militare”? Conte chiede all’aula di alzarsi in piedi per una condanna in silenzio di quanto sta accadendo a Gaza, ma ll governo e il centrodestra non seguono il tentativo del leader pentastellato di prendersi la scena.
A incalzare la presidente del Consiglio su Gaza è anche il deputato di Avs, Angelo Bonelli, a cui Meloni ricorda come “fin dall’inizio del conflitto il governo è stato in prima fila, tanto sul piano diplomatico quanto sul piano umanitario”. Non solo, Meloni sottolinea che le conversazioni avute col primo ministro Netanyahu “sono state spesso difficili”, e che comunque ha sempre “richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario”. Meloni non esita a dire: “Non abbiamo condiviso diverse scelte, non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori”. Ma chiede che non ci siano ambiguità sulla richiesta che Hamas rilasci gli ostaggi e sul fatto che Hamas è all’origine del conflitto, con l’attacco scatenato contro Israele il 7 ottobre. “Non è nell’intenzione del governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”, risponde Meloni che punta invece a sostenere il piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi.
Dopo il blitz del “fantasma” Magi di +Europa espulso dall’Aula dal presidente Lorenzo Fontana, e la stilettata di Meloni sui referendum (“penso che i cittadini vedano un cambio di passo con una linea più chiara anche rispetto al variegato mondo dell’opposizione che quando è al governo fa delle riforme e poi quando è all’opposizione fa i referendum perché vuole abolirle”), il Premier-time si chiude con l’attacco della segretaria dem Elly Schlein sul dossier sanità. Alla domanda sulle iniziative del governo per affrontare la grave situazione del Ssn, Meloni risponde secca: “Collega Schlein, io penso che sia sempre un po’ complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire. Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale e speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano, invece di fare le macumbe perché le cose vadano male e magari potete risalire nei sondaggi”. Ricorda che l’ultima volta che è stato fatto un piano per la sanità era il 2011 e “lo fece un governo di centrodestra”.
Schlein controbatte: “I fallimenti sono sempre colpa di qualcun altro, esca dal suo mondo fantastico. Non ci sono scuse. Dopo tre anni le responsabilità sono sue”. Un attacco dietro l’altro, sfiorando anche toni da delegittimazione nei confronti del premier, ma silenzio dalle opposizioni sulla sfida lanciata da Meloni a Schlein sulla richiesta di collaborare a un nuovo Piano sanitario nazionale.