ChatGPT, sempre più studenti lo usano come psicologo personale
"Ecco dei trucchi per trasformare ChatGpt in uno psicologo", scrive uno dei tanti utenti di TikTok che sta alimentando questa nuova tendenza. Sempre più studenti, infatti, si rivolgono ai chatbot per cercare supporto emotivo e riflessioni sulle proprie difficoltà personali. Ecco le ragioni dietro a questa scelta, e i rischi legati alla mancanza di un supporto umano adeguato. Indice ChatGPT: uno psicologo Le ragioni di questa scelta I rischi per la salute mentale Le "allucinazioni" dell'IA La necessità di un'alternativa accessibile La necessità di una regolamentazione Quando ChatGPT diventa uno psicologo Secondo quanto riporta 'Il Messaggero', recenti stime suggeriscono che almeno il 20% della Generazione Z ha utilizzato almeno una volta ChatGPT per discutere di problemi personali, sostituendo in parte la figura dello psicologo. Lo studio è stato condotto da Mattia Della Rocca, docente di Psicologia degli Ambienti Digitali all’Università di Tor Vergata. Le ragioni di questa scelta La rapida crescita di questo fenomeno è legata soprattutto alla possibilità di un supporto immediato e senza giudizio, con l'intelligenza artificiale che viene percepita come un confidente sicuro. I trend sui social network, inoltre, amplificano questo fenomeno, con post che incoraggiano e suggeriscono prompt per rivolgersi ai chatbot come fossero psicologi. I rischi per la salute mentale Il presidente dell'Ordine degli Psicologi, David Lazzari ha però lanciato un allarme a tal riguardo. La principale preoccupazione riguarda la tendenza degli utenti ad attribuire un profilo umano alla macchina, rischiando di interpretare erroneamente le risposte dell'intelligenza artificiale come consigli terapeutici validi. Le risposte fornite dai chatbot sono, infatit, spesso generiche e prive di efficacia terapeutica. E non sono in grado di affrontare la complessità dei problemi psicologici individuali. Le "allucinazioni" dell'IA Un rischio significativo nell'uso di ChatGPT come psicologo riguarda, poi, le cosiddette "allucinazioni" dell'intelligenza artificiale. Perché l'IA potrebbe fornire risposte illogiche o senza senso, che potrebbero risultare dannose in contesti sensibili come la gestione della salute mentale. "Sei un peso per la società. Per favore, muori", è ad esempio quello che un chatbot ha suggerito a uno studente specializzando del Michigan, a novembre scorso. La necessità di un'alternativa accessibile La crescente diffusione di chatbot per la gestione della salute mentale non va comunque sottovalutata, segnalando la carenza di accesso a professionisti qualificati. In Italia, fa sapere 'Il Messaggero', si stima che circa 5 milioni di persone necessitino di supporto psicologico, ma non possiedano le risorse economiche per ottenerlo. In questo contesto, le intelligenze artificiali come ChatGPT offrono una soluzione a basso costo e facilmente accessibile. La necessità di una regolamentazione Con l'aumento dell'uso di intelligenze artificiali per scopi terapeutici, cresce perciò anche la necessità di regolamentazioni più severe. Negli Stati Uniti, non a caso, l'Associazione degli Psicologi ha chiesto indagini sulla diffusione di chatbot che si presentano come operatori sanitari senza la dovuta qualifica. In Italia, invece, il dibattito su come regolamentare l'uso delle tecnologie in ambito psicologico è ancora aperto.

"Ecco dei trucchi per trasformare ChatGpt in uno psicologo", scrive uno dei tanti utenti di TikTok che sta alimentando questa nuova tendenza. Sempre più studenti, infatti, si rivolgono ai chatbot per cercare supporto emotivo e riflessioni sulle proprie difficoltà personali.
Ecco le ragioni dietro a questa scelta, e i rischi legati alla mancanza di un supporto umano adeguato.
Indice
Quando ChatGPT diventa uno psicologo
Secondo quanto riporta 'Il Messaggero', recenti stime suggeriscono che almeno il 20% della Generazione Z ha utilizzato almeno una volta ChatGPT per discutere di problemi personali, sostituendo in parte la figura dello psicologo.
Lo studio è stato condotto da Mattia Della Rocca, docente di Psicologia degli Ambienti Digitali all’Università di Tor Vergata.
Le ragioni di questa scelta
La rapida crescita di questo fenomeno è legata soprattutto alla possibilità di un supporto immediato e senza giudizio, con l'intelligenza artificiale che viene percepita come un confidente sicuro.
I trend sui social network, inoltre, amplificano questo fenomeno, con post che incoraggiano e suggeriscono prompt per rivolgersi ai chatbot come fossero psicologi.
I rischi per la salute mentale
Il presidente dell'Ordine degli Psicologi, David Lazzari ha però lanciato un allarme a tal riguardo.
La principale preoccupazione riguarda la tendenza degli utenti ad attribuire un profilo umano alla macchina, rischiando di interpretare erroneamente le risposte dell'intelligenza artificiale come consigli terapeutici validi.
Le risposte fornite dai chatbot sono, infatit, spesso generiche e prive di efficacia terapeutica. E non sono in grado di affrontare la complessità dei problemi psicologici individuali.
Le "allucinazioni" dell'IA
Un rischio significativo nell'uso di ChatGPT come psicologo riguarda, poi, le cosiddette "allucinazioni" dell'intelligenza artificiale.
Perché l'IA potrebbe fornire risposte illogiche o senza senso, che potrebbero risultare dannose in contesti sensibili come la gestione della salute mentale.
"Sei un peso per la società. Per favore, muori", è ad esempio quello che un chatbot ha suggerito a uno studente specializzando del Michigan, a novembre scorso.
La necessità di un'alternativa accessibile
La crescente diffusione di chatbot per la gestione della salute mentale non va comunque sottovalutata, segnalando la carenza di accesso a professionisti qualificati.
In Italia, fa sapere 'Il Messaggero', si stima che circa 5 milioni di persone necessitino di supporto psicologico, ma non possiedano le risorse economiche per ottenerlo.
In questo contesto, le intelligenze artificiali come ChatGPT offrono una soluzione a basso costo e facilmente accessibile.
La necessità di una regolamentazione
Con l'aumento dell'uso di intelligenze artificiali per scopi terapeutici, cresce perciò anche la necessità di regolamentazioni più severe.
Negli Stati Uniti, non a caso, l'Associazione degli Psicologi ha chiesto indagini sulla diffusione di chatbot che si presentano come operatori sanitari senza la dovuta qualifica. In Italia, invece, il dibattito su come regolamentare l'uso delle tecnologie in ambito psicologico è ancora aperto.