Caso Paragon, il governo conferma: “Servizio mai sospeso, il contratto non è stato rescisso”. Giornalisti spiati? “Non è stata l’intelligence”

Il ministro per i Rapporti col Parlamento e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio hanno cercato di spegnere le polemiche sull'utilizzo dello spyware israeliano L'articolo Caso Paragon, il governo conferma: “Servizio mai sospeso, il contratto non è stato rescisso”. Giornalisti spiati? “Non è stata l’intelligence” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 12, 2025 - 17:28
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Caso Paragon, il governo conferma: “Servizio mai sospeso, il contratto non è stato rescisso”. Giornalisti spiati? “Non è stata l’intelligence”

La sintesi è una sola: il governo ha verificato e ha assicurato che i servizi non hanno fatto un uso distorto di Paragon. E allora chi ha spiato i giornalisti e gli attivisti? “Non appartiene a noi fare questo tipo di accertamento. C’è una parte che compete all’autorità giudiziaria“. Parola di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nonché Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Che ha chiarito anche un altro aspetto, finora controverso: lo spyware israeliano è ancora in uso e non c’è stata nessuna rescissione del contratto.

Contratto rescisso? Macché – Il 6 febbraio, quando il caso Paragon e lo scandalo dei giornalisti spiati era diventato di dominio pubblico, il giornale inglese Guardian e quello israeliano Haaretz avevano parlato di rescissione del contratto con l’Italia decisa unilateralmente dalla società che produce lo spyware. Il governo Meloni ufficialmente non aveva mai confermato né smentito questa ipotesi, anche quando Il Fatto Quotidiano aveva raccontato l’esatto opposto rispetto a quanto pubblicato dai giornali internazionali. Oggi, invece, durante il question time della Camera, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (Fdi), è uscito allo scoperto. Questione chiusa: lo spyware Graphite è ancora utilizzato dai servizi italiani perché nessuno ha mai stracciato l’accordo in essere. Parole non equivocabili: “Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione“.

“Abbiamo rispettato tutte le leggi” – Altro che rescissione, quindi. Anzi, Ciriani ha poi fornito altri dettagli sul rapporto tra gli 007 italiani e la società israeliana: “Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche o criminali, in nome della sicurezza nazionale – ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia – da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall’azienda Paragon Solutions”. E ancora: Ciriani ha rassicurato che i servizi “rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi e, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124. Questo rigoroso rispetto – ha concluso – vale anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura“.

“Con noi stretta sui servizi” – Una versione, quella del ministro per i Rapporti col Parlamento, confermata anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Che, parlando con i giornalisti, ha assicurato: “Il dato obiettivo, che credo smentisca tutte le ricostruzioni dei giorni passati, è che Paragon non ha mai sospeso il servizio e non ha rescisso nessun contratto”. Mantovano, poi, ha ricordato l’audizione del direttore dell’Aise Caravelli al Copasir, sottolineando che “stando a quello che lui stesso mi ha riferito – ovviamente nel rispetto del segreto, ma credo che abbia avuto anche dei riscontri di altro tipo- i componenti del Comitato si sono mostrati soddisfatti dell’illustrazione anche del dettaglio”. Le parole di Mantovano, per la precisione, sono arrivate in risposta alla domanda di un giornalista che gli chiedeva oltre all’Aise altri organi di polizia dovranno dare chiarimenti sull’uso di Paragon. Lo stesso sottosegretario, poi, ha aggiunto una considerazione politica non di poco conto. Dopo aver assicurato – come aveva fatto Ciriani – che il governo ha rispettato in modo rigoroso la legge 124, il sottosegretario ha sottolineato che “tutti hanno constatato che vi è stata una stretta rispetto al periodo precedente. Questi sono i dati obiettivi“. A chi gli chiedeva delle parole del vicepremier Salvini in merito a un conflitto interno tra i servizi che spesso trova sfogo nelle pagine dei giornali, Mantovano ha risposto gettando acqua sul fuoco: “Il vicepremier o, meglio, il suo partito, ha avuto modo di rettificare e quindi mi pare che il quadro sia più completo”.

I controlli fatti e quelli da fare – Al netto delle rassicurazioni del governo, tuttavia, resta il quesito principale: chi ha spiato il direttore di Fanpage Cancellato e l’attivista Casarini? Anche su questa questione Mantovano ha cercato di fare chiarezza, rimandando all’esito degli accertamenti in corso: “Se c’è stato un uso improprio, anomalo, certamente non va riferito a Paragon, perché Paragon si limita a offrire il software, lo strumento; se c’è stato un uso improprio – ha spiegato – è materia di autorità giudiziaria, perché sono stati commessi dei reati. Attendiamo questi esiti. Noi abbiamo fatto i nostri accertamenti, lato Intelligence”. Di che accertamenti parla Mantovano? “Hanno riguardato realtà istituzionali. Anche le Procure? Non appartiene a noi fare questo tipo di accertamento – ha spiegato – Per questo sto dicendo che c’è una parte che compete all’autorità giudiziaria e sulla quale per ovvie ragioni di rispetto dei confini istituzionali non compete a noi fare questo tipo di accertamenti. Noi l’abbiamo fatto per la parte di nostra competenza“.

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