Carbonara, La Sora Lella: “Bona, ma non è romana”
Per chi come noi è del parere che bisogna sempre celebrare le feste, il 6 aprile è il giorno in cui il mondo festeggia il Carbonara Day, la giornata dedicata a un piatto che è molto più di una semplice ricetta. La carbonara, il piatto iconico della tavola italiana, una tale esplosione di sapori che ha conquistato i palati di ogni continente, “non è romana“, ci dice con tono scherzoso ma non troppo, preannunciando polemica, Mauro Trabalza, uno dei proprietari del ristorante, questo sì, tra i più iconici di Roma, La Sora Lella. “La carbonara ha origini abruzzesi ed è stata fatta per gli americani, che amavano il bacon. Negli anni ’60 le nostre nonne la facevano stracciata, con l’uovo quasi frittellato, no quella cosa cremosa che va tanto di moda adesso“. Allora veniamo a noi e chiediamo a Mauro la vera ricetta della carbonara, ma anche qui sbagliamo termini e contesto: “La carbonara non appare nei ristoranti prima degli anni ’90 e nei ricettari dell’800 non è menzionata. Posso dire che a Roma la facciamo con guanciale, pecorino, uova e pepe“, quindi nessun purismo del piatto, se altrove o qualcuno usa pancetta al posto del guanciale, o mette parmigiano invece del pecorino? “Il purismo è stato acquisito adesso ma c’è chi mette altri ingredienti e il piatto è buono lo stesso se ci metti materie prime di qualità“. E niente, non riesco a tirare fuori da Mauro nemmeno un piccolo moto d’orgoglio quando nomino la carbonara di Cracco con la cipolla rosolata o affondo con un pezzo letto dove Pavia si proclama regina nel fare la carbonara: “Non è un piatto della tradizione romana, tutti possono farla come credono. Ho mangiato una carbonara buonissima, quella ebraica fatta con carne secca o petto d’oca, era la carbonara di tradizione per la religione ebraica“. “Posso dire che a Roma un buon piatto di carbonara lo mangi quasi ovunque“, afferma Mauro, che ho strappato alla cucina di Sora Lella. Foto: Facebook Sora Lella Il Carbonara Day è comunque un’occasione per onorare la storia, le tradizioni e gli ingredienti di questo piatto e diffondere il gusto del Made in Italy nel mondo. Questa giornata speciale è stata istituita nel 2017 dall’Unione Italiana Food e dall’International Pasta Organisation, con l’obiettivo di promuovere la cultura gastronomica italiana nel mondo, celebrando uno dei suoi piatti più amati e rappresentativi anche attraverso i social, con stories, post, foto, video, ricette seguendo l’hashtag #CarbonaraDay. Tutti vogliono la carbonara tra i turisti stranieri i più addicted sono senza dubbio gli americani, degustandola magari con un cappuccino a fianco ma a sorpresa anche i giapponesi la amano alla follia. Mauro del ristorante Sora Lella ci ha raccontato di quando nel 2015 nella settimana italiana a Osaka, con uno spazio cucina Sora Lella in Giappone ha visto orde di giapponesi mettersi in fila per ore, almeno 2 o 3, per assaggiare solo la carbonara. Un viaggio nella storia della Carbonara: la prima ricetta La storia della carbonara è un intreccio di leggende e fatti accertati, che la rendono ancora più affascinante. Le sue origini sono tutt’ora avvolte nel mistero, con diverse teorie che si contendono la sua paternità. Una delle ipotesi più accreditate la fa risalire al dopoguerra, nel 1944, quando l’incontro tra la tradizione culinaria romana e gli ingredienti portati dai soldati americani nella razione K, ossia bacon e uova in polvere, diede vita a questo piatto straordinario. Tuttavia, alcuni storici della gastronomia suggeriscono che la carbonara potrebbe avere radici ancora più antiche, risalenti ai carbonai appenninici, che preparavano un piatto semplice e sostanzioso con ingredienti facilmente reperibili. La carbonara, dunque, sarebbe proprio una sorta di evoluzione del piatto tipico abruzzese “pallotte cacio e ova”. La prima ricetta scritta della carbonara compare nel 1954 sulla rivista La Cucina Italiana, con ingredienti leggermente diversi da quelli che conosciamo oggi: pancetta, gruviera e aglio. Nel 1955, il libro “La signora in cucina” di Felix Dessì propone una versione più simile a quella attuale, con pancetta, uova, parmigiano e pepe. Da Roma fino a Milano, dove è amatissima e re interpretata in mille modi, la carbonara unisce buongustai e foodies di ogni tipo. Foto: Ansa Mauro aveva ragione, anche se per fare una buona carbonara servono materie prime eccellenti “più sono di qualità i prodotti usati e migliore esce il piatto, questo comporta un costo, soprattutto adesso, prima la carbonara era considerato un piatto povero, ora se vai a prendere un guanciale di qualità, il pecorino dop o le stesse uova biologiche da galline allevate a terra, i prezzi cambiano“. Crisi uova negli States, a rischio non solo la carbonara ma anche i pancake Proprio le uova sono protagoniste di una nuova crisi, mentre mondo si celebra il Carbonara Day della crisi oltreoceano, negli States dove, magari non riescono a fare nemmeno i pancake, perché è da settimane, che impazza il problema sta mettendo in ginocch

Per chi come noi è del parere che bisogna sempre celebrare le feste, il 6 aprile è il giorno in cui il mondo festeggia il Carbonara Day, la giornata dedicata a un piatto che è molto più di una semplice ricetta.
La carbonara, il piatto iconico della tavola italiana, una tale esplosione di sapori che ha conquistato i palati di ogni continente, “non è romana“, ci dice con tono scherzoso ma non troppo, preannunciando polemica, Mauro Trabalza, uno dei proprietari del ristorante, questo sì, tra i più iconici di Roma, La Sora Lella.
“La carbonara ha origini abruzzesi ed è stata fatta per gli americani, che amavano il bacon. Negli anni ’60 le nostre nonne la facevano stracciata, con l’uovo quasi frittellato, no quella cosa cremosa che va tanto di moda adesso“.
Allora veniamo a noi e chiediamo a Mauro la vera ricetta della carbonara, ma anche qui sbagliamo termini e contesto: “La carbonara non appare nei ristoranti prima degli anni ’90 e nei ricettari dell’800 non è menzionata. Posso dire che a Roma la facciamo con guanciale, pecorino, uova e pepe“, quindi nessun purismo del piatto, se altrove o qualcuno usa pancetta al posto del guanciale, o mette parmigiano invece del pecorino? “Il purismo è stato acquisito adesso ma c’è chi mette altri ingredienti e il piatto è buono lo stesso se ci metti materie prime di qualità“.
E niente, non riesco a tirare fuori da Mauro nemmeno un piccolo moto d’orgoglio quando nomino la carbonara di Cracco con la cipolla rosolata o affondo con un pezzo letto dove Pavia si proclama regina nel fare la carbonara: “Non è un piatto della tradizione romana, tutti possono farla come credono. Ho mangiato una carbonara buonissima, quella ebraica fatta con carne secca o petto d’oca, era la carbonara di tradizione per la religione ebraica“. “Posso dire che a Roma un buon piatto di carbonara lo mangi quasi ovunque“, afferma Mauro, che ho strappato alla cucina di Sora Lella.
Foto: Facebook Sora Lella
Il Carbonara Day è comunque un’occasione per onorare la storia, le tradizioni e gli ingredienti di questo piatto e diffondere il gusto del Made in Italy nel mondo.
Questa giornata speciale è stata istituita nel 2017 dall’Unione Italiana Food e dall’International Pasta Organisation, con l’obiettivo di promuovere la cultura gastronomica italiana nel mondo, celebrando uno dei suoi piatti più amati e rappresentativi anche attraverso i social, con stories, post, foto, video, ricette seguendo l’hashtag #CarbonaraDay.
Tutti vogliono la carbonara tra i turisti stranieri i più addicted sono senza dubbio gli americani, degustandola magari con un cappuccino a fianco ma a sorpresa anche i giapponesi la amano alla follia. Mauro del ristorante Sora Lella ci ha raccontato di quando nel 2015 nella settimana italiana a Osaka, con uno spazio cucina Sora Lella in Giappone ha visto orde di giapponesi mettersi in fila per ore, almeno 2 o 3, per assaggiare solo la carbonara.
Un viaggio nella storia della Carbonara: la prima ricetta
La storia della carbonara è un intreccio di leggende e fatti accertati, che la rendono ancora più affascinante. Le sue origini sono tutt’ora avvolte nel mistero, con diverse teorie che si contendono la sua paternità.
Una delle ipotesi più accreditate la fa risalire al dopoguerra, nel 1944, quando l’incontro tra la tradizione culinaria romana e gli ingredienti portati dai soldati americani nella razione K, ossia bacon e uova in polvere, diede vita a questo piatto straordinario.
Tuttavia, alcuni storici della gastronomia suggeriscono che la carbonara potrebbe avere radici ancora più antiche, risalenti ai carbonai appenninici, che preparavano un piatto semplice e sostanzioso con ingredienti facilmente reperibili. La carbonara, dunque, sarebbe proprio una sorta di evoluzione del piatto tipico abruzzese “pallotte cacio e ova”.
La prima ricetta scritta della carbonara compare nel 1954 sulla rivista La Cucina Italiana, con ingredienti leggermente diversi da quelli che conosciamo oggi: pancetta, gruviera e aglio. Nel 1955, il libro “La signora in cucina” di Felix Dessì propone una versione più simile a quella attuale, con pancetta, uova, parmigiano e pepe.
Da Roma fino a Milano, dove è amatissima e re interpretata in mille modi, la carbonara unisce buongustai e foodies di ogni tipo.

Foto: Ansa
Mauro aveva ragione, anche se per fare una buona carbonara servono materie prime eccellenti “più sono di qualità i prodotti usati e migliore esce il piatto, questo comporta un costo, soprattutto adesso, prima la carbonara era considerato un piatto povero, ora se vai a prendere un guanciale di qualità, il pecorino dop o le stesse uova biologiche da galline allevate a terra, i prezzi cambiano“.
Crisi uova negli States, a rischio non solo la carbonara ma anche i pancake
Proprio le uova sono protagoniste di una nuova crisi, mentre mondo si celebra il Carbonara Day della crisi oltreoceano, negli States dove, magari non riescono a fare nemmeno i pancake, perché è da settimane, che impazza il problema sta mettendo in ginocchio la società statunitense: la mancanza di uova.
A causa di una influenza aviaria, che ha costretto gli allevatori a uccidere milioni di pulcini, polli e galline, il prodotto alimentare simbolo del Paese a stelle e strisce sta infatti scomparendo dagli scaffali di tutti i supermercati, costringendo le persone a prendere misure alternative.
C’è chi, dal Texas, è partito alla volta del Messico per acquistare scorte del prezioso alimento dai vicini di casa e chi con un approccio meno ortodosso, sta acquistando prodotti di contrabbando dallo stesso Messico o rapinando camion e grossisti di carichi dal valore di decine di migliaia di dollari.
A finire in mezzo a questa psicosi collettiva è stata anche la stessa amministrazione statunitense, che è arrivata a lanciare appelli al resto del mondo, tra cui al nostro Veneto, per riportare le uova nelle case dei cittadini americani.
La carenza di uova negli Stati Uniti sta andando avanti almeno dall’inizio dell’anno, tanto che c’è chi ormai parla esplicitamente di una vera e propria “crisi”. A causarla è stato lo scoppio di una grave epidemia di aviaria. L’agenzia di stampa Associated Press, citando fonti governative, scrive che, per limitare la diffusione dell’aviaria, a gennaio erano stati macellati più di 23 milioni di uccelli, mentre a dicembre ne erano stati abbattuti più di 18 milioni. In totale, dall’inizio dell’epidemia, sarebbero stati uccisi più di 166 milioni di animali.
Prezzi delle uova alle stelle
L’assenza di uova nel mercato ha portato a un’impennata nei prezzi senza precedenti. Secondo le statistiche dell’Ufficio Statistico statunitense, il prezzo delle uova è in aumento da giugno dell’anno scorso. Nei primi due mesi del 2025, il prezzo delle uova ha già superato due record storici, attestandosi a 4,953 dollari a gennaio e a 5,897 dollari a febbraio, con un picco giornaliero di 8,03 dollari registrato il 24 febbraio.
Da allora, il prezzo è tornato a calare e, secondo i primi dati, sarebbe sceso sotto i 3 dollari, ma secondo gli analisti è destinato ad aumentare di nuovo. Il consumo di uova negli Stati Uniti, infatti, è particolarmente elevato. Secondo i più recenti dati, gli statunitensi consumano in media circa 284,4 uova a testa ogni anno.
Questo dato comprende tutti gli abitanti residenti negli Stati Uniti, e dunque anche chi non mangia le uova per ragioni di età, dieta o motivi di salute. Il segretario all’Agricoltura, Brooke Rollins, ha rimarcato che generalmente durante la Pasqua la domanda di uova aumenta e che probabilmente, vista la scarsità di uova nel mercato, aumenterà anche il prezzo del prodotto.
Davanti alla crisi, i cittadini statunitensi hanno fatto ricorso alle misure più fantasiose per procacciarsi le uova. A inizio febbraio, la BBC raccontava di un furto avvenuto in Pennsylvania, dove i ladri hanno preso di mira un camion di un grossista, sottraendo oltre 100.000 uova per un valore complessivo di 40.000 dollari. In generale, sembra siano aumentati anche i furti nelle fattorie locali. Oltre ai furti, è aumentato notevolmente anche il contrabbando.
Usa, piano da oltre 1 mld di dollari e richieste di importazione dall’estero
L’amministrazione USA, dal canto suo, ha svelato un piano di 1,5 miliardi di dollari per combattere l’aumento dei prezzi delle uova, di cui 500 milioni destinati a misure di biosicurezza, 400 milioni agli agricoltori colpiti dall’aviaria e 100 milioni alla ricerca medica e sui vaccini contro la malattia.
Rollins ha affermato che l’amministrazione stava negoziando per importare tra 70 e 100 milioni di uova dall’estero. La prima richiesta è arrivata alla Danish Egg Association, e si è poi estesa ad altri Paesi europei. A metà marzo, dalla Turchia, sono partite circa 15.000 tonnellate di uova. Tra i Paesi a cui Washington ha spedito una richiesta di aiuto c’è anche l’Italia, chissà ora come si metteranno con la questione dazi, le uova, tante desiderate dagli americani saranno esenti?
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