Boxe: Guido Vianello e un futuro incerto dopo la sconfitta di Las Vegas
Va detto senza mezzi termini: la sconfitta subita, in malo modo peraltro, da Guido Vianello in quel di Las Vegas contro Richard Torrez Jr., è un crocevia in negativo per il futuro del trentenne romano. Non si può definire altrimenti la situazione che ora appare davanti ai suoi occhi e a quelli di chi lo […]

Va detto senza mezzi termini: la sconfitta subita, in malo modo peraltro, da Guido Vianello in quel di Las Vegas contro Richard Torrez Jr., è un crocevia in negativo per il futuro del trentenne romano. Non si può definire altrimenti la situazione che ora appare davanti ai suoi occhi e a quelli di chi lo gestisce.
Il confronto con Torrez avrebbe dovuto dare a Vianello una dimensione importante per diversi motivi. Primo: si trattava di una sfida che poteva portare direttamente a dare il via a una scalata importante, considerando che il capitolino è ormai considerato tra i migliori 30-40 pesi massimi al mondo. Secondo: è stata anche la versione in scena di Vianello a convincere in maniera nulla. Come se si fosse ripresentato sul ring quello poco fiducioso nelle proprie possibilità di un tempo lontano, quello di inizio carriera.
Il vero Vianello il pubblico l’ha visto tra quinta e settima ripresa, e mai nel resto del combattimento, dal momento che Torrez gli ha sempre creato numerosissimi problemi. Ma, al di là di questo, anche con la boxe praticata dall’americano se l’italiano avesse avuto più convinzione magari Torrez avrebbe vinto lo stesso, ma senza l’enorme margine al quale si è assistito. Un rapporto di forza che lancia il californiano dritto verso la possibilità di avere obiettivi importanti, tanto più che il tempo è dalla sua parte (ha 25 anni). Per Vianello, invece, il discorso è diverso.
Parliamo, infatti, di un pugile trentenne, e se è vero che gli ultimi Campioni del Mondo sono diventati tali nella seconda parte della loro carriera, e non nella prima, è altrettanto vero che uno stop così importante adesso rischia di tarpargli le ali. Bisogna vedere quello che farà la Top Rank di Bob Arum: crederà ancora nel progetto dell’italiano? Un progetto che, va ricordato, lo ha portato a spingere la sua carriera tutta negli USA, con un’unica puntata a Roma. Un’idea ambiziosa, e non poco, da suffragare però con i risultati. E se contro Jonathan Rice c’è stato il puro e semplice problema della ferita nel sesto round e contro Efe Ajagba un verdetto non unanime, stavolta il passo indietro è netto, e non solo uno. E rischia di impattare fortemente sulle ambizioni.