Borse: settimana negativa con guerra commerciale

Cosa è successo sui listini e cosa guardare nelle prossime settimane. Attesa per BCE e misure cinesi

Apr 11, 2025 - 18:26
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Borse: settimana negativa con guerra commerciale

Nuova settimana in ribasso per i mercati azionari globali, contraddistinti da un’alta volatilità, trovando un po’ di sollievo solo dopo la sospensione di 90 giorni da parte di Donald Trump dei dazi cosiddetti “reciproci” inizialmente imposti a tutti i partner commerciali degli Stati Uniti in occasione del “Giorno della Liberazione”. Allo stesso tempo, le crescenti tensioni con la Cina hanno causato un ulteriore aumento dei rendimenti dei titoli del Treeasury statunitensi e del cambio EUR/USD, al massimo in tre anni.

Bisogna anche considerare che la sospensione di 90 giorni non è definitiva, poiché i paesi devono ancora pagare un dazio del 10% sulla maggior parte delle esportazioni e i dazi del 25% su automobili, acciaio, alluminio e sulla maggior parte dei beni provenienti da Canada e Messico rimangono in vigore. Inoltre, Trump ha aumentato i dazi sulla Cina al 145% dopo l’aumento dei dazi su tutti i beni statunitensi al 125%.

Quindi, la guerra commerciale è tutt’altro che finita e le attese sono per un rallentamento della crescita globale. “Penso che siamo molto vicini, se non addirittura in recessione”, ha detto il CEO di BlackRock, Larry Fink, in un’intervista alla CNBC, riferendosi all’economia statunitense. “Penso che assisteremo, in generale, a un rallentamento finché non ci sarà maggiore certezza – ha aggiunto – E ora abbiamo 90 giorni di reciprocità sui dazi, il che significa un’incertezza più lunga e più elevata”.

La seduta odierna

Nello scenario borsistico europeo è stata sotto pressione Francoforte, che ha accusato un calo dello 0,92%, bilancio positivo per Londra, che ha vantato un progresso dello 0,64%, e ha tentennato Parigi, che ha perso lo 0,30%.

Scambi in ribasso per la Borsa di Milano, che accusa una flessione dello 0,73% sul FTSE MIB; sulla stessa linea, chiude in retromarcia il FTSE Italia All-Share, che scivola a 36.120 punti. In lieve ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,44%); con analoga direzione, in frazionale calo il FTSE Italia Star (-0,36%).

In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo STMicroelectronics (+3,90%), DiaSorin (+3,23%), Hera (+1,99%) e Recordati (+1,70%). Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Stellantis, che ha terminato le contrattazioni a -3,81%. Scivola Generali Assicurazioni, con un netto svantaggio del 3,50%. In rosso Azimut, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,90%. Spicca la prestazione negativa di Ferrari, che scende dell’1,88%.

I dati macro statunitensi

Contrariamente alle notizie politiche, questa settimana sono stati pubblicati pochi dati macroeconomici. L’unico dato rilevante è stato l’inflazione statunitense di marzo, che ha sorpreso al ribasso, scendendo al 2,4% a/a (contro attese per 2,5% a/a) dal 2,8% a/a. I prezzi dell’energia hanno contribuito negativamente, mentre l’inflazione alimentare ha accelerato. Sul fronte dei prezzi core, l’inflazione è scesa al 2,8% a/a (contro attese per 3,0% a/a) dal 3,1% a/a a causa della minore inflazione dei servizi. I dati sono stati raccolti prima degli annunci sui dazi.

Inoltre, nella giornata odierna è emerso che i prezzi alla produzione statunitensi hanno sorpreso al ribasso, con variazioni di -0,4% m/m (da +0,1% precedente) e di +2,7% a/a (da +3,2%) nella misura headline e di -0,1% m/m (da +0,1%) e di +3,3% a/a (da +3,5%) nella misura core; il calo mensile, il maggiore da ottobre 2023, è stato guidato dall’energia, ma anche diverse categorie che rientrano nel PCE (misura di inflazione preferita dalla Fed) hanno fornito segnali di raffreddamento.

Le prossime settimane

Nelle prossime due settimane, l’attenzione sarà rivolta alla decisione sui tassi della Banca centrale europea (BCE) e della Banca Popolare Cinese (PBOC), al rapporto PMI di aprile e alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.

Gli analisti prevedono che la BCE taglierà i tassi di interesse di 25 punti base il 17 aprile, portando il tasso sui depositi al 2,25%, che la dichiarazione ripeta “la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva” e che Lagarde evidenzi i rischi al ribasso per la crescita, astenendosi dal fornire indicazioni chiare sulle future decisioni sui tassi. La Cina potrebbe abbassare il tasso di interesse di riferimento nella settimana successiva a Pasqua per stimolare l’economia in vista degli aumenti dei dazi.