Bond: i nuovi collocamenti governativi e corporate sotto i riflettori

Obbligazioni: analisi delle nuove emissioni della settimana

Apr 11, 2025 - 09:44
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Bond: i nuovi collocamenti governativi e corporate sotto i riflettori

Durante la guerra fredda a metà degli anni ’80 una canzone di Sting intitolata “Russian”, aveva come strofa significativa “I hope the russians love their childrens too”, questo nella speranza di evitare qualsiasi contrasto che potesse portare a una guerra tra gli Usa e l’allora Unione Sovietica.

Oggi i temi forti di quella canzone potrebbero essere di supporto al fatto che il clima di tensione tra i Paesi forti di oggi che rimangono sempre gli Usa e dall’altro lato la Cina possano innescare un terremoto, oggi finanziario e un domani anche con risvolti diversi. Non va dimenticato che nel 1941 il Giappone attaccò Pearl Harbour anche a causa delle sanzioni e restrizioni commerciali che impattavano sull’economia nipponica. E’ quindi necessario che si possa scongiurare in fretta qualsiasi escalation della situazione e che gli attori si seggano al più presto intorno a un tavolo a stabilire delle comuni regole commerciali per dare certezza agli scambi e riportare la fiducia sui mercati.

La volatilità regna sovrana in questo momento abbattendosi anche sul mercato primario dove soprattutto gli emittenti corporate stanno alla finestra per aspettare che la situazione rientri per poter ritornare sul mercato senza rischiare le oscillazioni di rendimenti nel corso di un collocamento.

Forti oscillazioni anche sui governativi, con ampliamento della forchetta tra il breve ed il medio lungo termine, in considerazione del fatto che le banche centrali per contrastare il rischio di recessione economica interverranno con politiche aggressive di riduzione dei tassi, che poi è quanto chiede principalmente Trump a Powell, governatore della Fed che per il momento non ha ancora dato segnali in questa direzione.

Per quanto riguarda l’Eurozona, il Bund decennale di riferimentro è sceso in area 2,6% proprio perché il fenomeno dello spostamento dei capitali verso investimenti considerati più “sicuri” vede in questa categoria il titolo di stato tedesco. Lo stesso è anche per i Treasury americani che inizialmente hanno visto il rendimento decennale scendere sotto il 4% e poi risalire verso il 4,4% a causa dei continui rilanci su dazi e contro dazi.

Tornando all’Eurozona, con la sola eccezione dell’Olanda tutti gli altri Paesi sono tornati sopra il 3% e sono tutti racchiusi in questa fascia; la media dei titoli EU è al 3,15%. Rialzo leggero anche per i rendimenti del Gilt inglese, in area 4,73% sulla curva decennale.

Le nuove emissioni governative sotto la lente…

Difficilissimo trovare nuove emissioni se si esclude il tap fatto dalla EU che ormai settimanalmente sta facendo fondi sul mercato. Questa settimana il nuovo incremento ha riguardato le scadenze 2028 e 2052 con cinque miliardi di offerta. Per il titolo con scadenza 2028 il prezzo è stato fissato a 101,52 a fronte della cedola fissa del 2,5% con Isin EU000A4D5QM6. Il totale circolante ora è di 11 miliardi laddove la prima tranche era stata collocata in gennaio al prezzo di 99,999. Per il titolo lungo collocato al prezzo di 77,217, la cui prima tranche era stata nel settembre 2022 al prezzo di 98,279, il totale circolante sale a 14,447 miliardi. Cedola del 2,5% e rendimento a scadenza al prezzo del tap al 3,85%. Isin EU000A3K4DT4, taglio minimo da un euro con ultiplio di uno e rating massimo tripla A.

… e i nuovi bond corporate sotto i riflettori

Non ci sono deal di rilievo sulla parte corporate e finanziari, con eccezione di Banca Popolare di Sondrio che ha collocato un covered bond del valore nominale di 150 milioni di euro con scadenza 2030. Le obbligazioni bancarie garantite, per la prima volta sono state quotate e ammesse alla negoziazione sul Mot di Borsa Italiana.

Banca Intesa Sanpaolo ha emesso su Borsa Italiana due nuove obbligazioni denominate in dollari rivolte al mercato retail, già negoziabili sul mercato MOT e su EuroTLX.  Due opzioni: un bond a cinque anni e una seconda obbligazione, sempre in dollari, con scadenza decennale. Per entrambe il taglio minimo di investimento è pari a 2mila dollari e le cedole sono decrescenti. Il Cedola Decrescente Dollaro USA con scadenza a cinque anni (isin IT0005642761) offre cedole trimestrali calcolate a un tasso annuo che parte il primo anno dall’8% lordo nel primo anno, per poi proseguire con due anni al 4% e due anni al 3,5% lordo. Più elevato il rendimento offerto dal Cedola Decrescente Dollaro USA con scadenza decennale (Isin IT0005642779), nei primi due anni le cedole pagate sono del 9%, per poi scendere al 5% nel terzo e nel quarto anno di vita e proseguire con sei anni al 4,00% lordo. Con i due nuovi bond di Intesa Sanpaolo si parte quindi con rendimenti elevati, destinati a scendere nei prossimi anni. Un prodotto che può risultare interessante per chi si attende tassi di interesse in calo nei prossimi anni e vuole conoscere in anticipo il rendimento derivante dall’investimento. Va però ricordata la presenza del rischio di cambio. Rating di Intesa: BBB/ Baa1/ BBB.

In offerta da lunedi e fino al 14 aprile l’offerta per 300 milioni di euro da parte di Carraro che è attenta al mercato retail e offre da sempre il taglio da mille euro con multiplidi mille con quotazione telematica sul Mot. Il deal può chiudersi in anticipo in caso di raggiungimento dell’obiettivo di 300 milioni. Il deal è finalizzato al ritiro di due obbligazioni circolanti sul mercato secondario che sono in avvicinamento alle rispettive call previste nel prospetto per 180 e 120 milioni a prezzo sopra 100.

Il nuovo deal aveva inizialmente previsto un tasso minimo del 4,75% che è stato alzato al 5,25% in fase d’inizio collocamento a causa delle turbolenze dei mercati. Isin del collocamento ancora in corso è IT0006768151 con scadenza nell’aprile 2030, prima call a partire da ottobre 2026 a 102,62 a cui ne segue una seconda nel 2027 a 101,313 e poi sempre in ottobre dal 2028 a scadenza a 100.

A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker