Bersani a La7: “Meloni regista dei colloqui tra i leader della Terra? Se nel mondo si mettono a ridere di noi, non stupiamoci”
“La narrazione di Palazzo Chigi, secondo cui Giorgia Meloni è una burattinaia che tira i fili a livello internazionale? Cerchiamo di non esporci al ridicolo. Questa gente qui, e cioè Trump o Putin o Starmer, non ha bisogno di mediatori. Si parlano. E se ha bisogno di mediatori, non cerca sicuramente la Meloni, perché con […] L'articolo Bersani a La7: “Meloni regista dei colloqui tra i leader della Terra? Se nel mondo si mettono a ridere di noi, non stupiamoci” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“La narrazione di Palazzo Chigi, secondo cui Giorgia Meloni è una burattinaia che tira i fili a livello internazionale? Cerchiamo di non esporci al ridicolo. Questa gente qui, e cioè Trump o Putin o Starmer, non ha bisogno di mediatori. Si parlano. E se ha bisogno di mediatori, non cerca sicuramente la Meloni, perché con lo stare in mezzo, senza avere una posizione chiara e solida, alla fine, non si porta niente a casa“. Così a Otto e mezzo (La7) Pier Luigi Bersani commenta il breve mini-summit tra Donald Trump, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro, prima dei funerali di Papa Francesco. Nelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, mancava però la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che successivamente si è fatta immortalare a pranzo in un ristorante di via Veneto, con tanto di pollici sollevati, assieme al presidente argentino Javier Milei.
“A me della Meloni ha dato fastidio soprattutto una cosa che non ha fatto – osserva Bersani – In quei giorni c’è stato nel mondo un salto dell’immaginario collettivo su Roma. Basta vedere quelle immagini lì che hanno girato il mondo. La Meloni doveva semplicemente affiancare quelle immagini e dire: ‘Ecco qua Roma, il posto dell’universalismo, il posto dell’accoglienza, il posto dove si può discutere di pace‘. Questo doveva fare. Basta. Ed ero contento io, era contenta lei, era contento il mondo e non stavamo qui a discutere chi si è seduto su una sedia o no, perché così – continua – ci facciamo compatire davvero. Se si mettono a ridere di noi in giro per il mondo, non dobbiamo stupirci. Noi avremmo dovuto interpretare quel sentimento. Avevamo la briscola in mano. Ma l’abbiamo vista Roma in quei giorni? Abbiamo visto la prova che ha dato Roma? E perbacco, interpretala, no? E invece la Meloni ha fatto un incontro con Orban e un altro con Milei“.
L’ex ministro, del quale è in uscita il libro “Chiedimi chi erano i Beatles – I giovani, la politica, la storia” (ed. Rizzoli), commenta anche il video-messaggio inviato da Giorgia Melini per l’evento organizzato a Palazzo Lombardia in memoria del 50mo anniversario della morte di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso da un gruppo di Avanguardia operaia nel 1975.
Nel filmato, diffuso sui social, la leader di Fratelli d’Italia ha ricordato che il suo governo “ha voluto dedicare un francobollo alla memoria di Sergio Ramelli”, aggiungendo che per il centrodestra si tratta di “un gesto molto più che simbolico”, perché ” la sua vicenda e la sua morte sono un pezzo di storia d’Italia con cui tutti a destra e sinistra devono fare i conti”. Meloni ha sottolineato che “oggi quella memoria inizia a essere più condivisa, nel tentativo di ricucire una ferita profonda che deve accomunare tutte le vittime innocenti dell’odio e della violenza politica”.
“La Meloni ha una memoria un po’ selettiva con questo proposito – commenta Bersani – Il suo messaggio mi va bene, non ho niente da dire, ma ricordo che il 12 giugno sarà anche il 50mo anniversario della morte di Alceste Campanile, un ragazzo di 21 anni ammazzato da quel Bellini che è stato condannato per l’attentato di Bologna, strage che ancora la Meloni non riconosce come strage fascista, pur essendoci una sentenza inequivocabile”.
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