Barclays, alzati tp su Intesa Sanpaolo e Banco Bpm. Pessimismo sullo Stoxx 600

Nel suo report sugli istituti italiani, il broker britannico valuta positivamente Intesa e Bpm ma taglia il prezzo obiettivo su Mps, dicendosi poco convinta dall’operazione con Mediobanca.

Apr 8, 2025 - 11:22
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Barclays, alzati tp su Intesa Sanpaolo e Banco Bpm. Pessimismo sullo Stoxx 600

Focus di Barclays sulle banche italiane. Gli analisti del broker britannico non hanno inserito nessun istituto del nostro Paese tra le loro preferite in Europa in quanto vedono un maggiore slancio degli utili e un potenziale di crescita altrove.

Un segnale di raffreddamento delle aspettative che si inserisce in un contesto di ricalibrazione più ampia sul comparto bancario nazionale. La banca d’affari britannica ritiene che i margini di crescita per alcuni istituti italiani siano ormai più contenuti rispetto ai competitor europei, soprattutto in un contesto di incertezza macro e tensioni commerciali crescenti.

Questo risulta particolarmente verso se si esamina la curva dei rendimenti e anche gli impatti dei dazi statunitensi, che i suoi macroeconomisti ritengono influenzeranno maggiormente Italia e Germania. Gli analisti sottolineano inoltre che i dazi statunitensi, qualora confermati o intensificati, potrebbero avere un impatto più marcato sulle economie dei due Paesi, penalizzando anche indirettamente il settore bancario. In questo scenario, Barclays suggerisce un posizionamento più cauto sul credito tricolore.

Nel suo report, Barclays ha aggiornato le stime sulle principali banche italiane, modificando il giudizio su alcuni istituti.

La preferita del broker è Intesa Sanpaolo, su cui ha alzato il target price da 4,6 a 4,8 euro, rispetto ai 3,856 euro di questa mattina (-1%).

Barclays punta sull’istituto torinese per il suo profilo più difensivo, il flusso di entrate diversificato e il solido rendimento dei dividendi.
Inoltre, gli analisti pensano che Intesa Sanpaolo possa trarre vantaggio dai continui cambiamenti nel panorama finanziario italiano (da un punto di vista più sicuro) in vari modi.

In primo luogo, sui clienti, in caso di qualche interruzione dei servizi bancari al dettaglio o aziendali, collegati alle integrazioni di altre banche. In secondo luogo, sulle assunzioni, poiché potrebbe esserci l'opportunità di attrarre talenti nella gestione patrimoniale e in altre attività dai franchise che si stanno fondendo. Infine, se dovessero emergere opportunità nel settore della gestione patrimoniale nel contesto del mutevole panorama finanziario italiano, la banca sarebbe pronta a sfruttarle per rafforzare ulteriormente la propria attività di gestione patrimoniale.

Tra le altre banche, Barclays ha aumentato il suo prezzo obiettivo su Banco Bpm, portandolo da 9,5 a 10,6 euro, rispetto ai 7,936 euro di questa mattina (-1%).

Downgrade, invece, su Banca Monte dei Paschi di Siena, con il giudizio del broker ridotto da ‘Equal Weight’ a ‘Overweight’, riducendo il target price da 8 a 7,4 euro, quando oggi il titolo della banca scambia a 5,86 euro (-1%).

Per Barclays, nel caso in cui Mps dovesse decidere di "spendere di più per convincere la maggioranza dei soci istituzionali di Mediobanca, l'eccesso di capitale potrebbe ridursi".

Il downgrade su Mps non sorprende del tutto gli osservatori di mercato, che da settimane registrano un clima di maggiore cautela attorno al titolo. Pur reduce da un’importante fase di risanamento e ricapitalizzazione, l’istituto senese paga ancora l’incertezza strutturale e le sfide di posizionamento in un mercato sempre più competitivo.

Barclays, nel rivedere il target price, segnala come le prospettive di espansione siano più limitate rispetto ad altri istituti. L’impressione è che, in attesa di una definitiva stabilizzazione dell’assetto azionario e delle strategie di crescita, Mps debba ancora affrontare una fase di consolidamento interna prima di tornare in cima al radar degli investitori internazionali.

Pessimismo da parte di Barclays sull’indice Stoxx Europe 600, con il target price tagliato per la seconda volta in meno di un mese e portato a 490 dagli attuali 478, a causa dei rischi di recessione e della crescente incertezza politica legata alle scelte dell’amministrazione di Donald Trump.

Per gli analisti, l’escalation delle minacce tariffarie e le reciproche misure commerciali hanno introdotto nuovi ostacoli per i mercati globali, con ricadute che probabilmente peseranno notevolmente sugli utili aziendali e sul sentiment degli investitori.

Se possono arrivare dei rimbalzi sui mercati grazie a notizie positive sul commercio, questi saranno di breve durata e nuovi ribassi sono possibili se Trump non invertirà la rotta. "Le azioni potrebbero sempre rimbalzare da livelli di ipervenduto, e gli indicatori tecnici stanno segnalando alcuni segnali di acquisto controcorrente", hanno spiegato da Barclays.

"Ma non raccomanderemmo di fare gli eroi in questa fase: valutazioni, aspettative sugli utili e posizionamento aggregato sono ancora troppo elevati per suggerire un vero minimo", hanno aggiunto.