Banca Generali, Mossa racconta 25 anni di crescita

Il presente e il futuro del private banking, tra intelligenza artificiale, rapporto tra risparmio ed economia reale, ruolo dei giovani e incertezza dei mercati. Sono questi i temi affrontati dall’amministratore delegato di Banca Generali, Gian Maria Mossa, in un intervento a Class CNBC che lo ha visto dialogare con alcuni giovani sugli argomenti chiave per... Leggi tutto

Apr 8, 2025 - 11:21
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Banca Generali, Mossa racconta 25 anni di crescita

Il presente e il futuro del private banking, tra intelligenza artificiale, rapporto tra risparmio ed economia reale, ruolo dei giovani e incertezza dei mercati. Sono questi i temi affrontati dall’amministratore delegato di Banca Generali, Gian Maria Mossa, in un intervento a Class CNBC che lo ha visto dialogare con alcuni giovani sugli argomenti chiave per le prospettive attuali e future della consulenza finanziaria.

Mossa ha ripercorso la storia della banca del Leone, nata nel 1999 e arrivata ora a contare oltre 100 miliardi di euro di asset in gestione, più di 2.300 banker con un patrimonio medio al vertice del settore (oltre 45 milioni di euro pro-capite) e ha di recente effettuato un’operazione senza precedenti per una private bank acquisendo un operatore dell’investment banking, Intermonte.

“Il nostro modello è centrato sul professionista, il nostro cliente è il banker, che ha una relazione di lungo periodo basata innanzitutto sulla fiducia e sulla professionalità con dei clienti, spesso imprenditori. Noi facciamo 3 cose: gestiamo il patrimonio finanziario del cliente, creiamo un network di relazioni e partnership per mettere in condizione il cliente di occuparsi anche della parte non finanziaria del patrimonio come real estate e corporate; e infine mettiamo in relazione patrimonio e famiglia parlando di family protection e passaggio generazionale”, ha spiegato Mossa.

Tra i temi emersi dalle domande dei giovani quello dell’AI e del suo impatto sul mondo della consulenza. Mossa ha sottolineato come la private bank del Leone stia “approfondendo l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. Abbiamo già una cinquantina di progetti che vanno in questa direzione e che riguardano tanto la sfera banca, con l’efficienza operativa e l’ottimizzazione di processi e informazioni, sia alla sfera dei singoli momenti di attività del private banker. Credo però che il cuore di questo processo sia il cambiamento culturale. Per questo abbiamo creato degli AI Ambassador nella banca, dei giovani specificamente formati n per promuovere nella banca questo cambiamento di paradigma. Da un lato l’AI sarà sempre più importante nelle fasi più standardizzate dell’attività di consulenza, come la gestione di piani di risparmio e portafogli ordinari, dall’altro tutto ciò che richiede personalizzazione e una importante relazione di fiducia con il cliente rimarrà in capo all’Intelligenza umana ed emotiva del consulente. Un esempio è il dialogo su temi come la family protection o la successione”.

In termini di passaggio generazionale, Mossa ha anche parlato delle caratteristiche che ritrova nei giovani investitori. “A causa della grande incertezza con cui si trovano a fare i conti, i temi di investimento di lungo e lunghissimo periodo sono meno attraenti. Si lavora con un orizzonte temporale più breve con i giovani investitori, ma credo che la chiave per avvicinare le nuove generazioni al risparmio sia quella di insegnare i valori di disciplina e costanza. Mettere da parte poco sempre è la formula chiave, perché porta ad avere risultati importanti nel tempo”, ha sottolineato il top manager.

L’incertezza come caratteristica importante che guida il contesto del risparmio non riguarda solo i giovani, secondo l’ad di Banca Generali. “Dopo il Covid e il ritorno dell’inflazione c’è molta più incertezza. Quindi il concetto di protezione è in primo piano, perché ciò che si è accumulato in passato possa avere continuità in prospettiva futura. Quindi i temi assicurativi e previdenziali hanno assunto sempre più importanza”, ha aggiunto Mossa.

Uno scenario in cui il risparmio non manca, ma resta “parcheggiato” a causa di questa incertezza e per questo si possono e si devono fare ancora passi in avanti per avvicinarlo all’economia reale creando un circolo virtuoso. “Siamo un Paese che ha accumulato tanto risparmio. Bisogna riuscire a stimolare in due direzioni: da un lato aumentando le coperture assicurative, che permettono di liberare risorse adesso ferme in ottica di precauzione. E più in generale bisogna incentivare il risparmio privato ad avvicinarsi all’economia reale, per esempio riducendo l’impatto fiscale degli investimenti nelle PMI. Il nostro Paese ha tanta ricchezza in queste piccole imprese, dovremmo chiederci perché non si quotano. Dobbiamo accendere la miccia lì. Poi se riuscissimo a convogliare il risparmio privato anche in grandi progetti sarebbe molto sano, ma dobbiamo partire dalle realtà più piccole e vicine a noi. Il private banking può aiutare ad andare in questa direzione, dialogando con l’imprenditore quando questi si trova nelle fasi discontinuità, illustrando i vari scenari e come accedere al capitale del mercato. E anche indirizzando l’imprenditore a investire la valorizzazione del suo patrimonio d’impresa nell’economia reale. Un circolo virtuoso”, ha concluso Mossa.