Azionario tra volatilità e opportunità: il punto di Generali Investments
Nel mese di aprile, i mercati azionari hanno attraversato una fase di forte instabilità. “Gli investitori hanno dovuto fronteggiare un’impennata della volatilità e un brusco calo delle aspettative sugli utili nell’area euro”, spiega Michele Morganti, senior equity strategist di Generali Investments. Le negoziazioni commerciali in corso, in particolare tra Stati Uniti e i principali partner,... Leggi tutto

Nel mese di aprile, i mercati azionari hanno attraversato una fase di forte instabilità. “Gli investitori hanno dovuto fronteggiare un’impennata della volatilità e un brusco calo delle aspettative sugli utili nell’area euro”, spiega Michele Morganti, senior equity strategist di Generali Investments. Le negoziazioni commerciali in corso, in particolare tra Stati Uniti e i principali partner, restano una fonte significativa di incertezza. “È probabile che i dazi imposti dall’amministrazione Trump abbiano ormai raggiunto il loro limite – 145% – ma i negoziati continueranno ancora per settimane”, osserva Morganti.
Nonostante queste tensioni, alcune notizie incoraggianti sono emerse. Le aziende statunitensi hanno riportato risultati solidi per il primo trimestre 2025: “La crescita mediana degli utili per azione (EPS) settoriale è del 7,5%, con sorprese positive rispetto al consenso pari al 5,6%”, evidenzia l’esperto. Anche le società europee mostrano segnali di tenuta, con sorprese positive sugli utili (+5,3%) ma una leggera flessione sulle vendite (-0,6%).
Le banche centrali restano un pilastro fondamentale per i mercati. Morganti segnala che “la liquidità in eccesso e la tendenza positiva dell’aggregato monetario M2, insieme al surplus di finanziamento delle imprese, contribuiscono a ridurre il rischio di forti correzioni”. La BCE mantiene una posizione accomodante, mentre i governi tedesco e cinese si impegnano a sostenere le rispettive economie.
Non mancano tuttavia i segnali di prudenza: “Gli indicatori di sentiment hanno subito un colpo, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche nell’area euro, dove però l’indice IFO si è mostrato più resiliente del previsto”. Se le frizioni commerciali dovessero aumentare, il deterioramento della fiducia potrebbe riacutizzarsi, riportando i mercati sui minimi recenti.
Guardando al futuro, Morganti adotta un approccio cauto ma costruttivo: “Nel breve termine ci aspettiamo rendimenti piatti o leggermente positivi, ma su un orizzonte di un anno vediamo ritorni a doppia cifra, con l’S&P 500 a quota 5.900 e l’Europa in possibile sovraperformance in uno scenario base senza recessione e con allentamento delle tariffe”.
A livello di asset allocation, il consiglio è di mantenere una diversificazione geografica e settoriale. “Siamo leggermente sovrappesati su Europa rispetto agli Stati Uniti, in particolare su MDAX e small cap europee, oltre a Giappone, India e Polonia”, afferma Morganti. Tra i settori preferiti spiccano Financials, aerospazio e difesa, alimentari, costruzioni, semiconduttori, utilities e real estate. Resta l’interesse per i titoli legati all’oro e alla quarta fase dell’intelligenza artificiale, che promettono crescita degli utili e valutazioni contenute.
In sintesi, l’approccio di Generali Investments si fonda su una visione attenta all’equilibrio tra rischi geopolitici, politiche monetarie e dinamiche settoriali, con l’obiettivo di cogliere le opportunità di medio termine in un contesto ancora incerto.