Avvocati, si ferma il crollo dei partecipanti all’esame
Abilitazione. Aspiranti dimezzati in cinque anni ma in lieve crescita nel 2024. Verso la proroga delle modalità semplificate per la sessione 2025 Si arresta la caduta libera del numero di aspiranti avvocati. Se infatti tra il 2019 e il 2023 i partecipanti agli esami di Stato si sono più che dimezzati – passando da oltre […] L'articolo Avvocati, si ferma il crollo dei partecipanti all’esame proviene da Iusletter.

Abilitazione. Aspiranti dimezzati in cinque anni ma in lieve crescita nel 2024. Verso la proroga delle modalità semplificate per la sessione 2025
Si arresta la caduta libera del numero di aspiranti avvocati. Se infatti tra il 2019 e il 2023 i partecipanti agli esami di Stato si sono più che dimezzati – passando da oltre 22mila a meno di 10mila – nel 2024 il trend ha segnato una piccola inversione di tendenza: in base ai dati raccolti dal ministero della Giustizia, alla prova scritta, che si è tenuta il 10 dicembre dello scorso anno, si sono presentati 10.316 candidati, il 6% in più rispetto all’anno precedente.
Per capire se si tratti davvero di una stabilizzazione occorre attendere almeno le iscrizioni alla sessione 2025: il bando sarà varato entro l’estate e, con ogni probabilità, gli aspiranti avvocati potranno ancora contare sulle modalità “semplificate” di svolgimento delle prove, già applicate negli ultimi due anni. La loro conferma è infatti prevista da alcuni emendamenti di identico contenuto, presentati da maggioranza e opposizione, al decreto milleproroghe (202/2024), all’esame del Parlamento per la conversione in legge.
I partecipanti
I dati relativi all’esame di abilitazione fotografano la perdita di appeal della professione forense. Il numero dei candidati è in calo da anni (già da prima del 2019), con l’eccezione della sessione 2020, svolta con la formula della doppia prova orale. E la diminuzione si è fatta più vistosa dopo il Covid. Il picco negativo, finora, è stato raggiunto proprio nella sessione 2023, a cui hanno preso parte 9.703 aspiranti avvocati.
La sorpresa viene dalla sessione 2024, tuttora in corso: le domande sono state 11.167 (contro le 10.922 del 2023) e i partecipanti 10.316. Presso le corti di appello è in corso la correzione degli elaborati, che si dovrebbe concludere entro fine mese: a marzo dovrebbero essere pubblicati i risultati.
I numeri rivelano anche l’aumento del tasso di successo dalla pandemia in poi. Prima del Covid a portare a casa il titolo era meno del 40% dei candidati: il 37,1% nel 2019. Nel 2020, ha superato le prove più della metà degli aspiranti legali (il 52,7%). Dal 2021 i “promossi” sono scesi di nuovo, fermandosi, nel 2023, al 46,2% dei candidati: comunque, quasi 10 punti in più rispetto al pre-Covid. Hanno senz’altro pesato le modalità di esame, già modificate due volte dal 2020.
Come è cambiato l’esame
Fino al 2019 l’esame ha seguito il modello “tradizionale”, con tre prove scritte (un atto e due pareri) e una orale.
Per la sessione 2020, per rispettare i limiti imposti dalla pandemia, sono state introdotte due prove orali; sistema poi confermato nel 2021 e nel 2022.
Per la sessione 2023 è stata individuato un modello nuovo: una prova scritta (un atto) e una orale in tre fasi (esame e discussione di una questione pratico-applicativa; discussione su tre materie; esame su ordinamento forense e diritti e doveri dell’avvocato).
Questa formula è stata poi prorogata per la sessione 2024. E, salvo imprevisti, sarà utilizzata anche per il 2025. La conferma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni: il voto in Senato degli emendamenti al decreto Milleproroghe potrebbe iniziare oggi (il Governo ha annunciato l’intenzione di porre la fiducia). Il testo dovrà poi andare alla Camera per essere convertito in legge entro il 25 febbraio. Mentre per le altre categorie (commercialisti, ingegneri e architetti tra gli altri) non sono stati presentati emendamenti al Milleproroghe per prolungare anche quest’anno l’esame con un numero di prove ridotto: se non ci saranno novità dell’ultima ora, il 2025 potrebbe essere l’anno di ritorno alle modalità ordinarie.
Per i legali la proroga è stata sollecitata dall’associazione dei giovani avvocati (Aiga). Se sarà approvata, porterà a 13 anni la dilazione per l’entrata in vigore delle norme della legge professionale (247/2012), che prevedono l’esame in tre prove scritte (senza codici commentati) e un orale con sei materie. «Un modello anacronistico, viste anche l’obbligatorietà delle scuole forensi – osserva Carlo Foglieni, presidente Aiga – e la necessità di rivedere in modo globale l’accesso alla professione, come dovrebbe fare la riforma della legge professionale ora in discussione. Da qui la richiesta di proroga».
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