Aviaria potenziale pandemia, l’appello su Science: “Prepararsi adesso può salvare vite e ridurre impatti economici e sociali”

Il primo sforzo, si legge nella lettera, va fatto per mettere a punto un vaccino efficace e che si possa produrre in grandi quantità in tempi rapidi L'articolo Aviaria potenziale pandemia, l’appello su Science: “Prepararsi adesso può salvare vite e ridurre impatti economici e sociali” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 7, 2025 - 18:16
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Aviaria potenziale pandemia, l’appello su Science: “Prepararsi adesso può salvare vite e ridurre impatti economici e sociali”

L’influenza aviaria potenziale pandemia? Sì ed è per questo che bisogna prepararsi ora per contrastare H5N1. Un gruppo di scienziati in una lettera pubblicata sulla rivista Science squaderna la preoccupazione per una possibile svolta negativa dell’influenza che dagli uccelli è passata ai mammiferi e che ha visto, soprattutto negli Usa, il contagio di lavoratori a contatto con bovini da latte. “Prepararci adesso può salvare vite e può ridurre gli impatti sociali ed economici se H5N1 o un altro virus portasse a una pandemia”, si legge nella lettera, che ha come primo firmatario Jesse Goodman della Georgetown University.

“Il virus – avvertono gli autori, scienziati di diversi atenei Usa e non solo – ha attraversato specie e si è adattato a ospiti mammiferi, tra cui bovini da latte, causando un’esposizione diffusa e sporadiche infezioni nell’uomo. Sebbene la maggior parte dei casi sia stata lieve, questo virus dell’influenza aviaria può causare gravi malattie e dato il potenziale di diffusione dell’H5N1 è necessaria un’azione urgente per affrontare i gap nella preparazione”. In Louisiana un uomo è morto e per due mesi un’adolescente canadese è stata ricoverata tra la vita e la morte perché infettati da un ceppo altamente patogeno, ceppo che è stato rilevato anche in Nevada. “Avere dei virus dell’aviaria dei polli già resistenti ai farmaci antivirali di prima e seconda linea dimostra come questo sia un virus che cambia e mutua anche nelle resistenze. Il giorno che dovesse arrivare a numeri importanti sugli essere umani con un trasmissione interumana pone un problema nella gestione terapeutica. Eravamo tranquilli perché ci sono degli antivirali ma se fossero inefficaci verso questi virus resistenti avremo un grande problema” ha spiegato all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.

Per Jesse L. Goodman, Norman W. Baylor, Rebecca Katz, Lawrence O. Gostin, Rick A. Bright, Nicole Lurie, Bruce G. Gellin sebbene la maggior parte dei casi sia stata finora di lieve entità, gli esperti osservano che il virus potrebbe provocare conseguenze gravi a causa della sua elevata capacità di diffusione. Di conseguenza, osservano, è necessaria un’azione urgente per affrontare per tempo i possibili scenari di una pandemia. Il primo sforzo, si legge nella lettera, va fatto per mettere a punto un vaccino efficace e che si possa produrre in grandi quantità in tempi rapidi. In quest’ottica, la collaborazione tra gli attori in gioco dovrebbe riguardare soprattutto le nuove tecnologie, come i vaccini a mRna e quelli che utilizzano nuovi antigeni, le molecole tipiche del virus in grado di essere riconosciute dal sistema immunitario. Non va dimenticata, aggiungono, la necessità di garantire un accesso equo al vaccino anche ai Paesi a basso e medio reddito. In secondo luogo, prosegue la lettera, è è necessario implementare una strategia di comunicazione con il pubblico basata su dati scientifici, il cui obiettivo deve essere comprendere e rispondere nel modo migliore alle preoccupazioni relative ai vaccini e ricostruire la fiducia nella sanità pubblica. Infine, i piani di risposta alla pandemia dovrebbero essere testati in maniera trasparente e condivisi tra tutti i Paesi, in una collaborazione globale che trascenda le divisioni politiche.

Al momento le infezioni umane sono state contenuto. “Dal 1 gennaio 2024 sono state riportate 88 infezioni umane da virus. Di queste, 5 sono state riportate nel 2025. In tutto il mondo, dal 2023, sono stati riportati 1.074 casi di influenza A” ha ricordato nei giorni scorsi Maria Van Kerkhove, direttrice del dipartimento Epidemic and Pandemic Threat Management‘ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel corso dell’evento Oms dedicato alla composizione dei vaccini influenzali per la prossima stagione. Per quel che riguarda gli animali, ha aggiunto Van Kerkhove, “i virus A/H5 continuano a essere rilevati sia negli uccelli domestici sia in quelli selvatici con trasmissione ai mammiferi in molti Paesi e una circolazione sostenuta nei bovini da latte negli Stati Uniti. Al momento, sulla base delle informazioni in nostro possesso, l’Oms valuta il rischio di influenze zoonotiche, incluso l’H5N1, per la popolazione generale come basso. Tuttavia, valutiamo il rischio per gli individui esposti professionalmente come basso o moderato, a seconda delle misure di mitigazione del rischio in atto”, ha concluso Van Kerkhove.

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